La pandemia da Covid-19 è uno stress test che sta mettendo a dura prova il rapporto tra risparmiatori e gestione del proprio patrimonio e anche la relazione tra investitori e consulenti del risparmio.

Il virus ha cambiato il modo di investire delle famiglie italiane che, in uno scenario di forte incertezza, hanno apprezzato la tempestività e la vicinanza dei propri consulenti capaci di dare risposte proattive e in tempo reale. Questo bisogno concreto ha cambiato le abitudini degli italiani che in molti casi hanno scoperto il digitale come soluzione.

Non a caso, secondo i risultati dell’indagine Digital sentiment insights di McKinsey, segmentati per il mercato italiano e riportati da IlSole24Ore durante l’emergenza Covid-19, la percentuale di persone che ha utilizzato almeno un servizio digitale è arrivata al 95% (in crescita dell’11% rispetto al periodo pre emergenza), e ogni utente ha ampliato (+53%) il range di settori fruiti online. L’indagine sottolinea come questa non sia stata una conversione spontanea al digitale, ma ciò che conta è che avrà effetti duraturi: secondo l’indagine, infatti, il 69% di chi si è rivolto ai canali digitali per la prima volta durante il lockdown continuerà a farlo anche dopo.

Le nuove abitudini digitali degli italiani hanno riguardato prima di tutto i consumi primari ma anche l’entertainment e altri aspetti della socialità sospesa, come l’acquisto di servizi a domicilio che prima del virus erano difficili da immaginare.

ll digitale ha conquistato gli italiani che però rimangono diffidenti: secondo McKinsey, uno su quattro non ha ancora usato il digitale perché non si fida ancora del canale online.

Sulla costruzione del rapporto di fiducia tra consumatori e aziende c’è ancora da lavorare ma non c’è dubbio che il virus abbia accelerato una conversione digitale delle famiglie italiane dando una spinta a cambiamenti che avrebbero richiesto almeno 5 anni in condizioni normali.

Questa spinta ha generato anche un nuovo approccio agli investimenti e ai servizi finanziari e, più in generale, gli italiani hanno scoperto la comodità degli investimenti digitali. La tendenza emerge chiaramente dall’ultimo “World Retail Banking Report” di Capgemini che evidenzia come ci sia stato un forte cambiamento nel rapporto banca-cliente:

  • il 57% dei consumatori adesso preferisce l’internet banking;
  • il 55% predilige l’utilizzo delle App di mobile banking.

Secondo Capgemini, in questo scenario, le banche native digitali e le piattaforme di investimento con un’esperienza consolidata alle spalle hanno goduto di un vantaggio competitivo rispetto alle banche tradizionali, che sono state piuttosto lente nella reazione al cambiamento di fronte alla domanda da parte della clientela.

Le aziende del settore finanziario che per prime hanno creduto nel digitale erano già pronte a offrire alla clientela le soluzioni che in questo momento sono state anche le più richieste: per esempio, App semplici e veloci da usare sullo smartphone. Se le App rispondono alla richiesta di tempestività, in questa fase, anche la vicinanza di un consulente esperto ha fatto la differenza. Questo aspetto è rilevato dall’indagine di Capgemini secondo cui è aumentata la quota di coloro, anche se si tratta di una minoranza, che preferirebbe interagire con un assistente virtuale nel dialogo con la banca (dal 15 al 21% del campione).

La scoperta del canale digitale può portare, secondo Capgemini, a un trend di lungo termine post Covid-19 caratterizzato dalla migrazione di almeno un 30% della clientela dai canali tradizionali verso le bigtech e le fintech a causa dell’esperienza negativa avuta nella relazione con la propria banca principale in un periodo di assenza forzata dagli sportelli fisici.

La sfida per il settore fintech in questo scenario che cambia è ancora tutta da vincere. Questa conversione delle famiglie italiane verso il digitale è stata indotta dal virus e, quindi, dopo averli conquistati ora occorre fidelizzare questi nuovi clienti. Capgemini sottolinea questo aspetto come la vera sfida fintech adesso: la crisi Covid-19 ha alzato di molto le aspettative della clientela e di conseguenza le inefficienze ereditate dalla cornice operativa in cui opera la banca non possono più essere sopportate dal punto di vista della soddisfazione del cliente.

Solo le aziende che saranno in grado di utilizzare al meglio i dati dei clienti, dando un supporto tempestivo ed efficiente avranno vinto la sfida. Per farlo le aziende fintech devono comprendere che non è cambiato solo il modo di investire, ma è cambiata profondamente anche la mentalità con cui oggi si approccia un investimento:

  • Secondo la Mappa del Risparmio di Assogestioni relativa al terzo trimestre 2020 e pubblicata a novembre, c’è ancora nelle famiglie italiane una forte avversione alle perdite e al rischio che è dimostrata da una ripresa della raccolta del risparmio gestito molto indirizzata verso i prodotti obbligazionari (+6,8 miliardi), seguiti da azionari (+5,9 miliardi) e bilanciati (+1,1 miliardi).
  • L’industria del risparmio gestito che punta su una consulenza adeguata può cogliere l’occasione in questa fase di mercato di intercettare la grande massa di risparmi inerti che fanno capo in particolare alle famiglie cosiddette affluent. Secondo i calcoli dell’Associazione italiana private banking (AIPB), gli attuali 908 miliardi di euro di masse in gestione al private banking possono salire a 1.000 miliardi di euro entro il 2022, pari a un quarto della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane.

IDEE DI INVESTIMENTO

In questo scenario di mercato, impostare una corretta gestione del patrimonio è un esercizio più complesso rispetto al passato che richiede un alto grado di diversificazione e pazienza.

Ci sono diversi elementi che gli investitori devono tenere presente:

  • L’avversione al rischio si scontra con la ricerca di rendimento: costruire prodotti a basso rischio o puntare su un asset allocation a basso rischio è difficile visto il contesto di rendimenti sotto zero delle obbligazioni.
  • La ricerca di rendimento deve spingere a rischiare di più, dandosi un orizzonte d’investimento abbastanza ampio, di almeno 5 anni, costruendo un portafoglio robusto che sia in grado di sopportare la volatilità post pandemia.
  • Cambiare la mentalità di investimento non significa rischiare tutto e subito. Si possono prendere rischi a piccole dosi, puntando su uno strumento come il Piano di accumulo (PAC) che storicamente ha una funzione di difesa del portafoglio. Il PAC riduce drasticamente l’impatto sul portafoglio della volatilità dei mercati, cancellando le decisioni sbagliate in termini di market timing.
  • La distanza che impone il virus porta a instaurare nuovi rapporti di consulenza digitale. In questo senso, le piattaforme di robo advisory o le soluzioni con portafogli modello non sono più una moda, servono a pianificare e a gestire e hanno impostato nel corso della pandemia una relazione forte con i clienti.

Online SIM ha da poco rinnovato la sua proposta per investire con i portafogli modello. La piattaforma accompagna il cliente nella scelta del portafoglio più affine alle sue esigenze e ai suoi obiettivi. E poi è possibile abbinare quel portafoglio modello ad altre modalità di investimento come un dossier fondi per investire in autonomia, ma con tutto il supporto del team di esperti, oppure il robo advisor che propone soluzioni di investimento personalizzate in base al profilo di rischio del cliente.

RoboBox, la piattaforma di robo advisory di Online SIM, si è aggiudicata per il quarto anno consecutivo il Sigillo di Qualità dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza come “Migliori in Italia – N.1 Servizio ORO Robo Advisor” (Studio “Campioni del servizio”).

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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