Il secondo semestre del 2025 si apre con i mercati internazionali in bilico tra tensioni geopolitiche e segnali di rallentamento economico. La riapertura delle contrattazioni dopo un fine settimana segnato da attacchi reciproci tra Iran e Israele ha visto gli investitori muoversi con cautela, evitando prese di posizione estreme. In particolare:
- Le azioni cinesi hanno mostrato volatilità, i futures europei hanno registrato leggere flessioni, mentre oro e dollaro sono rimasti pressoché stabili.
- Sul fronte energetico, il Brent ha registrato un’impennata del 5,5% nelle prime ore di contrattazione, salvo poi ridimensionare i guadagni: un chiaro segnale della prudenza dei mercati di fronte al rischio che il conflitto in Medio Oriente possa ampliarsi e compromettere la catena di approvvigionamento del petrolio, con conseguenze dirette sull’inflazione globale.
Nonostante il contesto teso, i mercati non sembrano ancora in modalità avversione al rischio. I rendimenti dei Treasury USA e dei titoli sovrani asiatici sono aumentati, mentre indici come il Nikkei 225 giapponese (+1,1%) e il Kospi coreano mostrano segni di ottimismo. Anche lo shekel israeliano ha recuperato oltre l’1% rispetto al dollaro.
Lo scenario resta comunque incerto: oltre alla crisi geopolitica, i mercati devono affrontare le decisioni chiave delle banche centrali – tra cui Fed e Bank of Japan – e i riflettori puntati sul vertice G7.
Il rallentamento della crescita globale nel secondo semestre 2025
A complicare ulteriormente il quadro ci pensa l’ultima analisi dell’OECD, che prevede per il 2025 una crescita del Prodotto interno lordo (PIL) mondiale in rallentamento al 2,9%, in calo rispetto al 3,3% stimato per il 2024. Il rallentamento sarà diffuso e dovuto in gran parte all’intensificarsi delle tensioni commerciali – in particolare legate ai dazi statunitensi – e a una crescente instabilità geopolitica.
Le banche centrali si trovano ora a dover calibrare attentamente la politica monetaria per bilanciare l’inflazione, ancora elevata in alcune aree, con il rischio di un’economia in rallentamento. Allo stesso tempo, le politiche fiscali sono chiamate a rispondere alla pressione derivante da maggiori spese per difesa, transizione energetica e invecchiamento demografico.
Secondo l’OECD, per sostenere la crescita sarà essenziale attuare riforme strutturali volte a migliorare la produttività, rafforzare la competitività e favorire l’innovazione nei mercati sviluppati.
Le conseguenze per gli investitori
Nel secondo semestre 2025, gli investitori si trovano a dover ripensare le proprie strategie rispetto a inizio anno. Ecco cosa dicono i principali gestori globali sulle prospettive per i diversi asset:
Mercato azionario
Secondo Goldman Sachs, la diversificazione geografica sarà la chiave nel secondo semestre. Le opportunità migliori si troveranno nei mercati emergenti asiatici e nelle aziende esposte a megatrend come digitalizzazione e transizione energetica.
Anche M&G Investments sottolinea che l’aumento della volatilità richiede una selezione attenta dei settori: bene tecnologia, sanità e difesa. Le valutazioni più contenute in Europa offrono potenziali punti d’ingresso, ma con un approccio selettivo.
Obbligazionario
Dopo un 2024 caratterizzato da rialzi dei tassi, il comparto obbligazionario potrebbe offrire nuovamente valore. ING prevede una graduale normalizzazione della curva dei rendimenti. In questo contesto, i fondi obbligazionari a breve-medio termine e quelli focalizzati su debito corporate investment grade potrebbero tornare appetibili. Attenzione però al rischio duration, che resta elevato in un contesto ancora instabile.
Valute
Il dollaro USA resta forte grazie alla sua funzione di bene rifugio, ma secondo Morgan Stanley potremmo assistere a una sua moderata svalutazione nella seconda parte dell’anno, specie se la Fed inizierà a tagliare i tassi. L’euro potrebbe beneficiarne marginalmente, mentre le valute emergenti resteranno sotto pressione per via del contesto geopolitico e dell’instabilità nei flussi di capitale.
Materie prime
Il petrolio continuerà a essere influenzato dagli sviluppi in Medio Oriente. M&G consiglia di monitorare strettamente le quotazioni e di considerare fondi settoriali legati all’energia solo con un’ottica tattica.
L’oro, vicino ai massimi storici, resta un asset difensivo chiave contro l’inflazione e l’instabilità, ma potrebbe subire prese di profitto in caso di miglioramento del sentiment globale.
5 consigli pratici per investire nel secondo semestre
- Diversificare globalmente
Non concentrarsi su un’unica area geografica: Europa, USA ed emergenti offrono opportunità complementari. - Attenzione alla duration
Nell’obbligazionario, preferire fondi a breve e medio termine per gestire il rischio tassi. - Focus tematici selettivi
Investire su trend strutturali come transizione green, sicurezza e digitalizzazione. - Non trascurare la liquidità
Avere una quota di portafoglio liquida permette di cogliere eventuali correzioni o opportunità di mercato. - Affidarsi a gestori attivi
In un contesto incerto, i fondi a gestione attiva possono meglio adattarsi ai cambiamenti di scenario e selezionare asset di qualità.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il secondo semestre del 2025 si annuncia come un periodo sfidante ma ricco di opportunità. L’incertezza geopolitica e il rallentamento della crescita impongono prudenza, ma anche attenzione ai segnali positivi. In un contesto così complesso, un approccio diversificato e ben ponderato, supportato da gestori professionisti, resta la chiave per navigare con successo i mercati.
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Note
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