Negli ultimi anni le small e mid cap hanno attraversato una fase prolungata di sottoperformance, penalizzate da tassi in rialzo, credito più rigido e un mercato che ha privilegiato i colossi tecnologici. Ma il 2026 potrebbe segnare un’inversione di tendenza. Secondo le analisi di UBS e Aberdeen Investments, vari elementi macroeconomici e di mercato stanno creando le condizioni per un cambio di regime nella seconda metà dell’anno. La combinazione tra valutazioni depresse e ripresa ciclica prepara infatti il terreno a un possibile rebound del segmento. Di seguito una sintesi dei fattori chiave e delle opportunità individuate.

I punti di forza delle small cap

  • Sensibilità ai cicli economici
    Le small cap tendono a reagire più rapidamente alle fasi di ripartenza economica. UBS sottolinea che il 2026 dovrebbe beneficiare di un miglioramento per le piccole e media imprese (PMI) globali e di condizioni finanziarie più accomodanti: un contesto ideale per settori domestici, industriali e tecnologici di dimensione ridotta.
  • Valutazioni ai minimi storici
    Il divario tra small cap e large cap ha raggiunto livelli estremi, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo UBS, la cosiddetta “large valuation divergence” è tra le più ampie degli ultimi decenni. Storicamente, gap simili hanno anticipato periodi di forte recupero relativo.
  • Beneficio dalla discesa dei tassi
    Le piccole e medie aziende sono più sensibili al costo del capitale. L’atteso percorso di tagli da parte della Federal Reserve e la normalizzazione dei tassi da parte della BCE riduce la pressione sui margini e migliora la capacità di investimento, favorendo le realtà più dinamiche.
  • Ampiezza dell’universo investibile
    Aberdeen Investments ricorda che in Europa esistono oltre 1000 società small e mid cap in 16 Paesi: un ecosistema diversificato che premia la ricerca attiva e permette di individuare nicchie ad alto potenziale.

I punti di debolezza delle small cap

  • Dipendenza dal credito
    Le small cap sono strutturalmente più vulnerabili a periodi di debole crescita del credito. UBS avverte che, se il miglioramento delle condizioni finanziarie dovesse tardare, il segmento potrebbe rimanere sotto pressione.
  • Maggior volatilità rispetto alle large cap
    Le fasi di rallentamento economico tendono a colpire con più forza le imprese piccole, spesso concentrate su mercati locali e settori ciclici.
  • Concorrenza dei flussi verso i big dell’IA
    L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale ha attirato ingenti flussi verso pochi colossi tecnologici. Se questa tendenza proseguirà senza pausa, una parte del potenziale di recupero delle small cap, potrebbe restare inespresso.
  • Ambienti di mercato complessi
    Aberdeen Investments evidenzia che nell’ultimo anno hanno sovraperformato titoli ciclici di qualità inferiore, rendendo più difficile per le aziende solide e di qualità emergere nel breve periodo.

Come integrarle nell’asset allocation

  1. Ingresso graduale

    Il primo semestre 2026 può rappresentare una fase di accumulo, mentre il secondo semestre potrebbe offrire le condizioni migliori: tassi più bassi, credito in miglioramento e ripresa ciclica.

  2. Focus sulla qualità

    Privilegiare imprese con bilanci robusti, cash flow stabili e posizioni competitive sostenibili. Aberdeen conferma che, nel lungo periodo, le small cap di alta qualità hanno sovraperformato in modo costante.

  3. Diversificazione geografica

  • USA: valutazioni molto scontate e potenziale di riallineamento elevato.
  • Europa: maggior ciclicità, governance solida e crescita più regolare nel lungo periodo.
  1. Gestione attiva

    L’ampia dispersione delle performance tra le singole small cap rende l’approccio attivo particolarmente efficace.

IDEE DI INVESTIMENTO

Le small e mid cap entrano nel 2026 con un divario valutativo tra i più ampi della storia rispetto alle large cap. Questo, unito alla prospettiva di tassi più bassi e a un possibile miglioramento della crescita globale, crea le condizioni per un rimbalzo ciclico. UBS evidenzia che la sottoperformance degli ultimi anni è stata guidata soprattutto da fattori macro e non da un deterioramento strutturale dei fondamentali. Aberdeen Investments conferma che, nel lungo periodo, la qualità tende a emergere e premia gli investitori pazienti. Il 2026 potrebbe dunque rappresentare un punto di svolta per un segmento spesso trascurato ma ricco di potenziale. L’approccio ideale? Selettività, diversificazione e un orizzonte d’investimento orientato al medio-lungo periodo.

Approcci di investimento da considerare

Chi desidera esporsi alle small e mid cap può valutare diverse strategie, tra cui:

  • soluzioni orientate allo stile value, focalizzate su valutazioni convenienti;
  • approcci quality, che selezionano società con solidi fondamentali;
  • esposizioni globali, utili per bilanciare mercati ciclici e mercati più stabili;
  • strategie factor-based per attenuare la volatilità e migliorare il profilo rischio/rendimento.

Questi approcci permettono di costruire un’esposizione diversificata, coerente con il quadro macro atteso per il 2026. La scelta migliore è orientarsi su fondi azionari small e mid cap che investono a livello globale. Scopri cosa sono le small cap e possibilità di investimento e i migliori fondi presenti sulla piattaforma di Online SIM:

  • Nordea 1 – Global Small Cap Fund Classe BP EUR Acc investe in azioni e in titoli collegati ad azioni di tutto il mondo aventi una capitalizzazione di mercato al momento dell’acquisto compresa tra 200 milioni e 10 miliardi di dollari o che sono inclusi nell’indice di riferimento. Rende il 7,82% a tre anni (+7,20% il rendimento a 10 anni secondo dati Morningstar aggiornati a dicembre 2025). Beni industriali e consumi sono i primi settori in portafoglio, il 50% è investito in America.
  • Aberdeen Standard Sicav I – World Smaller Companies Fund Classe A Eur Acc investe in maniera globale su società che sono valutate al di sotto dei 5 miliardi di dollari all’epoca dell’investimento. Rende il 4,97% a tre anni (+8,29% il rendimento a 10 anni secondo dati Morningstar aggiornati a dicembre 2025). Beni industriali e tecnologia sono i primi settori in portafoglio, il 41% è investito in America.
  • Threadneedle (lux) Global Smaller Companies Fund Classe Ae investe in società di dimensioni minori, il fondo seleziona principalmente azioni di società comprese nell’indice MSCI World Smaller Companies Index. Rende il 2,28% a tre anni (+7,43% il rendimento a 10 anni secondo dati Morningstar aggiornati a dicembre 2025). Beni industriali e tecnologia sono i settori più pesanti in portafoglio, oltre il 59% è investito in America.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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