La dinamica dei tassi è il tema centrale del mercato 2023. Siamo arrivati al punto in cui la Banca centrale americana (FED) dopo aver portato a luglio i tassi al livello più alto degli ultimi 22 anni, potrebbe invertire la rotta e accarezzare l’idea di tagliare nel corso del 2024. In Europa la situazione è ancora in divenire. La Banca centrale europea (BCE), dopo il nono rialzo consecutivo a luglio, e la Bank of England (BOE) potrebbero aumentare i tassi ancora due volte prima della fine del 2023 e non c’è visibilità sul 2024.

In questo scenario, c’è un’unica banca centrale che a livello globale non ha ancora preso la direzione del rialzo dei tassi. Si tratta della Bank of Japan (BOJ). L’incertezza sulla politica monetaria del Giappone è un grande trend strutturale del 2023 e offre occasioni di investimento sull’azionario.

Vediamo perché secondo le analisi di RCB BlueBay, Pictet Asset Management, AcomeA SGR e Schroders.

Bank of Japan e tassi

  • Inflazione sotto controllo. La BOJ ha istituito il controllo della curva dei rendimenti per stimolare i prestiti, la crescita e l’inflazione. La manovra risale al 2016 e si basa sull’acquisto di tutti i titoli di Stato giapponesi necessari a limitare i rendimenti ad un determinato livello per raggiungere il proprio obiettivo di mantenere l’inflazione stabile.
  • Cambio al vertice BOJ. Il mercato aveva scommesso che con l’arrivo del nuovo governatore della BOJ, Kazuo Ueda, qualcosa sarebbe cambiato. Ma nella riunione di giugno 2023 i tassi sono rimasti fermi al -0,1%.
  • Titoli di Stato depressi. La linea politica della BOJ non cambia: continueranno a consentire ai rendimenti dei titoli di stato a 10 anni di essere scambiati in un intervallo compreso tra lo -0,5% e lo 0,5%.
  • Azioni mai così in alto. Le azioni giapponesi hanno corso molto nel 2023. I principali indici azionari, il Topix e il Nikkei 225, hanno entrambi raggiunto i livelli più alti dal 1989. Entrambi gli indici a un anno sono cresciti di circa il 20%.
  • Yen debole. I guadagni per le azioni giapponesi hanno superato gli altri mercati sviluppati, anche se lo yen debole ha ridotto in parte i guadagni per gli investitori esteri.

Giappone: la riforma Kishida spinge ancora le azioni

Dopo 30 anni di inflazione bassa alternata a periodi di deflazione, il ritorno di una lieve inflazione è molto gradito in Giappone. La ragione? Un’inflazione moderata dà alle aziende la fiducia necessaria per investire per il futuro e stimola anche i consumatori a spendere. In questo contesto il programma di rilancio dell’economia giapponese del primo ministro giapponese Fumio Kishida sta prendendo forma e potrebbe spingere ulteriormente il mercato azionario.

In particolare:

  • Riforma fiscale. Il governo Kishida sta introducendo un nuovo regime di esenzione fiscale per gli investimenti. L’obiettivo è velocizzare il passaggio dal risparmio all’investimento, aumentare il valore a lungo termine della sfera aziendale giapponese e ridistribuire la ricchezza.
  • Nuovo capitalismo. Il primo ministro giapponese vuole affermare un nuovo capitalismo spingendo su una cultura dell’azionariato che dia slancio all’impegno della Borsa di Tokyo nel migliorare la corporate governance e i rendimenti degli azionisti.
  • Azioni: rendimenti e prezzi interessanti. La Borsa giapponese è vista come il nuovo Nasdaq da parte dei gestori di portafoglio. Le attese sono per un rendimento annuo delle azioni giapponesi superiore al 10% nei prossimi 5 anni, in sovraperformance rispetto alle azioni statunitensi e quasi alla pari con i rendimenti delle azioni emergenti in dollari, ma con una volatilità molto inferiore.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il Giappone è un’occasione di diversificazione di lungo termine soprattutto sul mercato azionario. I tassi resteranno negativi e questo può aiutare l’economia con una crescita attesa intorno all’1,5% e accelerare la crescita degli utili societari. Prima di diversificare il portafoglio di investimento sul mercato giapponese bisogna valutare attentamente la propria asset allocation in base al proprio grado di rischio e obiettivo.

Una buona strada è utilizzare i portafogli modello di Online SIM che contengono diverse asset class e sono sviluppati sulla base di metodologie quantitative. Per saperne di più consulta la Guida per utilizzare i portafogli modello.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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