Il 28 luglio 2023 è il Plastic overshoot day. Scopri cosa significa, perché è una data importante per la sostenibilità del Pianeta e cosa si sta facendo per contenere la diffusione di plastica.

Cos’è il Plastic Overshoot Day

Il Plastic Overshoot Day indica il giorno in cui il 60% delle persone sulla Terra vive in luoghi dove la produzione di plastica supera la capacità di gestirli, creando un danno ambientale. Questa giornata è stata istituita dalla società di ricerca e consulenza svizzera EA Environmental Network per sensibilizzare le coscienze con dati puntuali. Vediamo alcuni punti chiave:

  • Ogni anno la data cambia. Non c’è una data fissa per il giorno della plastica. Ogni anno cambia ma, in generale, la ricorrenza a livello globale è intorno al primo semestre dell’anno e arriva sempre prima.
  • Ogni Stato ha il proprio Plastic Overshoot Day. Per ogni Paese c’è una data diversa in cui la quantità di rifiuti di plastica generati supera la capacità del Paese di gestirli. Tra gli Stati virtuosi c’è la Norvegia, tra i più problematici ci sono India, Indonesia, Bangladesh, Tailandia, Filippine dove il giorno della plastica è stato il 6 gennaio 2023.

Cos'è il Plastic Overshoot Day

Perché è importante gestire la plastica

L’analisi dei numeri dell’inquinamento globale provocato dalla plastica danno l’idea del perché sia necessario gestire il problema. Vediamo i numeri chiave secondo il report 2023 di EA Environmental Network.

  • Il 40% della popolazione mondiale già oggi mondiale vive in un luogo in cui la produzione di rifiuti di plastica ha già superato la capacità del sistema locale di gestione dei rifiuti.
  • Solo nel 2023 finiranno in natura 68.642.999 tonnellate di plastica a causa dello squilibrio tra i volumi di plastica consumati e la capacità di gestire la plastica a fine vita.
  • Solo nel 2023 saranno generati 943.925 tonnellate di rifiuti di plastica.
  • Circa il 43% dei rifiuti di plastica globali generati nel 2023 sarà mal gestito.
  • La cattiva gestione dei rifiuti di plastica porterà ulteriori 68.642.999 tonnellate di plastica nei nostri ecosistemi.

Questi numeri mettono in evidenza le due questioni principali al centro della crisi della plastica: da una parte c’è la produzione e l’uso sempre maggiore di plastica; dall’altra la mancanza di adeguate infrastrutture per la gestione dei rifiuti. Su questo secondo tema si gioca tutta la partita del futuro del Pianeta.

Come contenere la diffusione di plastica

Affrontare il problema della produzione di plastica è importante, ma è cruciale concentrarsi sul miglioramento delle pratiche di gestione dei rifiuti (raccolta, trasporto, trattamento, smaltimento) e in generale spingere sull’economia circolare. Gli attuali sistemi sono inadeguati per gestire il volume dei rifiuti prodotti.

Vediamo cosa si potrebbe fare per il Pianeta:

  • Aumentare il riciclo. Secondo i dati di Ellen MacArthur Foundation solo il 9% della plastica viene riciclata e la maggior parte finisce in inceneritori, discariche, discariche illegali o nell’ambiente, causando impatti significativi sull’ambiente e sulla salute umana. Scopri perché riciclare la plastica è una missione complicata e quali sono i vantaggi per il Pianeta.
  • Investire sui rifiuti. La risoluzione di questo problema costa. Secondo la Banca mondiale, i costi globali previsti per la gestione dei rifiuti solidi dovrebbero superare 375 miliardi di dollari entro il 2025.
  • Azioni congiunte di governi e aziende. Un ruolo di primo piano nella lotta alla plastica lo hanno certamente i governi che dovrebbero stanziare risorse da investire nelle infrastrutture per la gestione dei rifiuti, assicurando che siano in atto sistemi adeguati per gestire efficacemente i rifiuti di plastica. Anche le imprese hanno una responsabilità significativa nell’affrontare la crisi della plastica
  • Cambiare i consumi. È fondamentale adottare abitudini di consumo responsabili, optando per prodotti con imballaggi in plastica minimi e cercando attivamente alternative alla plastica monouso. Oltre a smaltire correttamente i nostri rifiuti di plastica per sostenere gli sforzi di riciclaggio
  • Un trattato globale per plastica. Da oltre un anno l’ONU sta lavorando alla stesura del cosiddetto Plastic Treaty che nasce all’interno di UN Environment Programme (UNEP) a cui a marzo 2022 hanno aderito 175 Paesi. Il negoziati andranno avanti almeno fino al 2024 quando potremmo avere regole valide a livello globale per la gestione della plastica.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per investire con un’ottica di lungo termine sui megatrend dell’economia circolare che abbraccia tanti settori della sostenibilità e delle materie prime ci sono fondi azionari tematici. Ecco i migliori fondi a livello globale presenti sulla piattaforma di Online SIM.

  • Robeco Capital Growth Funds Circular Economy Equities Classe D EUR Acc è un fondo azionario globale che investe in aziende che riducano il consumo complessivo di risorse limitate e prevengano la perdita di biodiversità. Partito nel 2020, rende il 9,70% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a luglio 2023). Investe in aziende che promuovono modelli di business efficienti sotto il profilo delle risorse per quanto riguarda la produzione e il consumo di beni, in linea con i principi dell’economia circolare. I beni industriali sono il primo settore in portafoglio con il 41%, in tecnologia investe il 20%. Il mercato Usa è vale il 62,3%.

Robeco Capital Growth Funds Circular Economy Equities Classe D EUR Acc

  • Candriam Sustainable – Equity Circular Economy Classe C Usd è un azionario globale che investe in aziende che forniscono soluzioni per una transizione verso un’economia circolare per affrontare le principali sfide sostenibili, sulla base di una gestione discrezionale. Il fondo è partito nel 2020 e seleziona le aziende in base anche all’analisi proprietaria dei criteri ESG. Rende il 6,03% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a luglio 2023). Beni industriali e beni di consumo pesano per il 40% sul portafoglio, il 18% è investito in tecnologia. Il mercato Usa è vale il 65%.

Candriam Sustainable - Equity Circular Economy Classe C Usd

  • BlackRock Global Funds – Circular Economy Fund Classe E2 USD è un azionario globale che investe almeno l’80% del patrimonio totale in titoli azionari di società a livello globale che beneficiano o contribuiscono al progresso dell’economia circolare. Partito nel 2019, rende il 5,97% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a luglio 2023). Investe il 52% del portafoglio in beni industriali e beni di consumo. Il mercato Usa vale il 49%.

BlackRock Global Funds - Circular Economy Fund Classe E2 USD

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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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