Dopo quasi 12 mesi di grande attesa, la Banca centrale americana (FED) ha cominciato il suo ciclo di tagli dei tassi il 18 settembre 2024. I tassi sono scesi di 50 punti base portando il costo del denaro tra 4,75% il 5,0%. La FED non tagliava i tassi dal 2020. Sui mercati l’impatto è minimo nel breve termine perché il taglio era atteso e già scontato. Gli occhi ora sono puntati sulla prossima riunione del 17-18 dicembre 2024 quando la FED dovrebbe confermare l’inizio di un ciclo di tagli che potrebbe arrivare fino al primo semestre 2025, ipotizzando un atterraggio morbido per l’economia americana secondo il consensus degli analisti di Bloomberg. Quanto sarà aggressiva l’azione della FED dipende da due variabili secondo MorganStanley:
- andamento dei prossimi dati economici su inflazione e occupazione;
- esito delle elezioni presidenziali americane di novembre 2024 con una vittoria di Donald Trump data quasi per certa dai sondaggi Usa e il mercato che giudica le scelte di politica economica di Trump ad alto rischio di una ripresa dell’inflazione.
La recessione sembra scongiurata
Il mercato scommette su un atterraggio morbido dell’economia americana e guarda con fiducia al taglio dei tassi. A dirlo sono i numeri. In particolare:
- Wall Street ci crede. L’indice S&P 500 viene scambiato 21 volte gli utili futuri e questo prefigura un percorso sano di crescita degli utili del 10% nel 2024 e del 15% nel 2025.
- I Titoli di Stato Usa premono sulla FED. Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a due anni è a 180 punti base, in linea con lo spread più ampio degli ultimi 40 anni. Questi numeri indicano ancora il rischio di una recessione e sono per la FED un segnale di fare in fretta con il taglio dei tassi e di agire in maniera decisa.
- Cosa dice la storia. Negli 11 cicli di taglio dei tassi da parte della FED dal 1973, otto sono stati associati a recessioni, solo tre non lo sono stati. In media, la performance nei 12 mesi successivi all’inizio di un ciclo di taglio dei tassi della FED è del 3,5%.
Come investire dopo il taglio della FED
L’avvio di un nuovo ciclo di politica monetaria ha delle conseguenze dirette su tutti gli asset di investimento. In particolare:
- Azioni. Secondo il consensus degli analisti di Bloomberg, lo stile value tende a sovraperformare il growth al primo taglio, ma nel lungo termine è il growth ad avere le chance migliori. I titoli difensivi tendono a sovraperformare i titoli ciclici, sia prima sia dopo il taglio. Anche i titoli large cap tendono a sovraperformare i titoli small cap, sia prima sia dopo il primo taglio dei tassi.
- Obbligazioni. I rendimenti obbligazionari sono ancora interessanti, ma con l’avvio del taglio dei tassi le opportunità di performance diminuiscono. L’indicazione è di puntare su obbligazioni di qualità che possono fornire stabilità ad un portafoglio ben diversificato.
- Valute. Il dollaro ha già incominciato a indebolirsi rispetto alle altre valute ed è tornato sui livelli di gennaio ’24. L’analisi tecnica indica una tendenza ribassista per la valuta americana.
- Materie prime. Questa asset class è favorita con il taglio dei tassi della FED anche grazie alla debolezza del dollaro. Una partita a sé la gioca l’oro, sui massimi da inizio anno, che si sta rivelando l’asset difensivo per eccellenza.
IDEE DI INVESTIMENTO
Rivedere il portafoglio, cercando di bilanciare al meglio gli asset nel lungo termine è la strategia di investimento più corretta in questa fase di mercato.
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Note
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