Nella ricerca di valore sul mercato azionario e obbligazionario, la prima grande distinzione davanti a cui si trova un investitore è quella tra titoli cosiddetti ciclici e quelli anticiclici, noti anche come difensivi. Si tratta di una suddivisione macroeconomica che è strettamente collegata all’andamento dell’economia e consente di classificare i settori di investimenti tra quelli che sono più influenzati dall’andamento del ciclo economico e quelli che, invece, seguono un andamento non così correlato alla crescita del PIL e le altre variabili classiche (produzione industriale, occupazione, salari, consumi).

La distinzione tra ciclici e anticiclici ha governato per anni la costruzione dei portafogli, ma chi si affaccia oggi sul mercato potrebbe trovarsi spiazzato perché i settori che un tempo erano difensivi per eccellenza oggi vacillano, così come i comparti che un tempo erano ciclici per definizione oggi hanno assunto un carattere difensivo. La ragione? L’innovazione tecnologica, la concorrenza globale, l’evoluzione delle abitudini dei consumatori e non ultima la pandemia da Covid-19 hanno modificato i confini dell’investimento difensivo.

Sono cambiate le coordinate del mercato ma non è cambiata la sostanza: i titoli difensivi possono mantenere una tenuta discreta anche durante una recessione. Leggi qui quanto sono cambiati e le previsioni di mercato.

I titoli difensivi ieri

La selezione dei titoli difensivi azionari oppure obbligazionari porta inevitabilmente a individuare i settori che risultano poco correlati con il ciclo economico e che quando l’economia rallenta, oppure entra in recessione, sono in grado di contenere le perdite. La ricerca di questi settori da inserire in portafoglio è ancora più importante in questa fase dove il ciclo è fortemente rallentato dalla pandemia ed è necessario attuare una gestione attiva.
Nella definizione classica sono settori difensivi i titoli che mostrano flussi di cassa stabili e hanno dividendi solidi.

Tra questi ci sono:

  • I beni di prima necessità (alimentari, bevande, tabacco e i prodotti per la cura della salute, come i farmaci e attrezzature mediche e per la casa) di cui non si può fare a meno anche nei momenti di crisi economica;
  • i servizi di pubblica utilità, ovvero le utilities come (trasporti, acqua, gas e elettricità);
  • l’energia (petrolio, compagnie minerarie);
  • servizi di telecomunicazione (compresi hardware e software).

I titoli difensivi oggi: cambiamenti

L’innovazione tecnologica che ha portato a un’evoluzione dei consumi e al cambiamento di diversi settori che una volta erano difensivi ha modificato i parametri di valutazione dei settori che proteggono il portafoglio. Cosa significa? I comparti e le aziende che avevano caratteristiche difensive in passato potrebbero non mantenerle in un futuro prossimo. Secondo una recente analisi di Capital Group oggi un titolo difensivo è tale se ha ricavi, margini e profitti discretamente stabili anche durante una recessione. Così un settore come la tecnologia fortemente legata a Internet che fino a ieri era considerata un rischio, oggi è invece una valida difesa di portafoglio. Allo stesso tempo, molti settori un tempo considerati difensivi – alimentari, tabacco e telecomunicazioni – sono stati destabilizzati dai progressi tecnologici a tal punto che hanno perso gran parte della loro stabilità.

Da questa considerazione emerge anche un altro fattore chiave per valutare oggi i settori da mettere in portafoglio: la suddivisione tra growth, ovvero titoli e settori orientati alla crescita di cui la tecnologia fa parte, e value che hanno una storia lunga di successo – un comparto classico è l’energia – con un indebitamento contenuto e un potenziale di crescita di fatturato e dividendi costante nel tempo. I titoli difensivi sono stati sempre associati al value, ma oggi molti settori growth difendono meglio dalle turbolenze di mercato.
Alla luce di questi cambiamenti, secondo un’analisi di Pimco, un investimento che può sembrare difensivo in un portafoglio azionario tradizionale potrebbe perdere questa valenza in un portafoglio obbligazionario. La ragione? I confini tra ciclico e difensivo sulle obbligazioni sono ancora più sfumati.

Investire in titoli difensivi: previsioni di mercato

Com’è cambiata la sfera dei titoli difensivi? Secondo il consensus dei gestori il settore più difensivo sul mercato oggi è la tecnologia e la pandemia da Covid-19 ha dato una spinta ulteriore al comparto. In seconda battuta ma non meno importante troviamo il settore healthcare che ha un ruolo centrale nella risoluzione della crisi da virus – ricerca di un vaccino, cure innovative –  ma è anche al centro di un megatrend di investimento che guarda all’invecchiamento della popolazione globale come driver di lungo termine. Secondo l’analisi di Carmignac, tra i sotto settori legati alla tecnologia in prima fila ci sono: e-commerce, pagamenti digitali e l’e-health.
Nella ricerca di un settore difensivo bisogna cambiare anche la prospettiva di valutazione. Per esempio, l’alimentare, un classico da difesa, oggi vacilla a causa del cambiamento dei gusti dei consumatori che si sono spostati verso cibi biologici e salutari, abbandonando prodotti confezionati e fast food. Il nuovo alimentare basato su cibi sani e un grande utilizzo della tecnologia è, in prospettiva, una buona difesa.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per loro natura, i ciclici hanno un rischio di mercato maggiore, mentre i settori difensivi hanno un rischio più basso e risultati più regolari nel lungo termine. Ma come abbiamo visto oggi i confini sono molto labili sul fronte azionario e ancora di più su quello obbligazionario.

Nella costruzione di una corretta asset allocation per giocare in difesa la valutazione del proprio rischio di portafoglio è la prima mossa giusta da fare. E lo è ancora di più oggi visto che in generale il profilo rischio/rendimento è asimmetrico: i rischi saranno maggiori e i rendimenti attesi più bassi.

  • Per mettere in atto strategie per proteggere il portafoglio in caso di un peggioramento della situazione e di effettuare delle prese di beneficio laddove gli investitori abbiano conseguito i guadagni che si erano prefissati, un ottimo strumento è il Piano di accumulo (PAC) che offre la diversificazione del rischio grazie a una gestione professionale.
  • Per misurare quanto si sta giocando in difesa è bene in queste fasi di mercato fare un check-up per investire con portafogli modello e correggere, dove è necessario, i pesi e attuare una gestione attiva.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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