Ad un mese dalle elezioni europee, la competitività industriale e finanziaria sono al centro del dibattito in Europa. Secondo il settimanale The Economist, nei Paesi UE cresce la consapevolezza della vulnerabilità dell’industria europea. Oltre che del ruolo marginale del Vecchio Continente nella rivoluzione tecnologica in atto rispetto alla vivacità cinese e americana.

Solo per fare un esempio, il valore di mercato dei Magnifici 7 (Alphabet , capogruppo di Google, Amazon, Apple, Meta, che detiene Facebook e Instagram, Nvidia, Microsoft e Tesla), i giganti tecnologici americani, è quasi uguale a quello della capitalizzazione di mercato azionaria combinata dei 27 membri dell’UE .

Come recuperare terreno? L’unificazione dei mercati finanziari e l’alleanza concreta degli Stati membri su settori strategici (per esempio, tecnologia ed energia) sono i temi sul tappeto. Vediamo cosa potrebbe accadere dopo le elezioni europee di giugno.

Unione Europea: appello agli investimenti privati

Per recuperare terreno l’Europa deve diventare un luogo attraente in cui investire e innovare. Ciò richiede ingenti quantità di capitale e un sistema finanziario ben oliato. Bisogna canalizzare i risparmi verso promettenti opportunità di investimento in tutto il continente. Il problema è che la finanza europea resta inefficiente e vincolata dai confini nazionali. Portare avanti le riforme bancarie e del mercato dei capitali è quindi ora più importante che mai. In particolare:

  • La strada che l’Europa vuole percorrere è quella dell’unificazione dei mercati finanziari. Un obiettivo a lungo termine, a cui si ispira ad arrivare a piccoli passi, e che secondo Bruxelles potrebbe fruttare 470 miliardi in più da utilizzare per investimenti.
  • Investimenti privati in aggiunta ai pubblici. L’obiettivo è mobilitare più investimenti privati in UE per non fare solo affidamento su quelli pubblici. Questo per non dover più ricorrere a strumenti di debito comune per finanziare progetti validi per tutti i Paesi membri come, per esempio, il Recovery fund.
  • In Europa ci sono 27 mercati finanziari. Al momento il mercato unico non comprende il settore finanziario. Ci sono 27 distinti mercati finanziari, con 27 organi supervisori e regole differenti. Questo è un deterrente per i risparmi di cittadini e imprese che spesso trovano più facile investire in America rispetto all’UE.

Cos’è l’Unione Europea del risparmio e degli investimenti

Il tema dell’unificazione dei mercati finanziari non nasce oggi. La prima proposta risale al 2015, ma da allora non si sono fatti grossi passi avanti. La ragione? Le normative che toccano questioni come le insolvenze bancarie, il fisco e la comunicazione ai mercati devono essere armonizzate in modo che un investitore non trovi alcuna differenza tra un titolo quotato in Italia o in Grecia.

Al Consiglio europeo di aprile 2024 il tema è stato affrontato nuovamente. È stato presentato il Rapporto sul “Futuro del mercato unico” commissionato dal Consiglio UE all’ex premier Enrico Letta che ha lavorato in coordinamento con Mario Draghi. Vediamo i dati del rapporto e quali possono essere le prossime tappe.

  • In Europa persi 300 miliardi di investimenti all’anno. Può essere la strada giusta per mobilitare gli investimenti privati in Europa. Un mercato di capitali frammentato costa all’Europa circa 300 miliardi di investimenti mancati all’anno che si dirigono verso il mercato americano, secondo il rapporto di Enrico Letta. Questo denaro è necessario al Vecchio continente che dovrà investire più di 620 miliardi di euro all’anno nei prossimi anni per la transizione sostenibile e digitale.
    L’idea dell’Unione del Risparmio e degli Investimenti. Un mercato unico dei capitali a cui tutti i cittadini europei possono avere facilmente accesso può non solo attrarre investimenti, ma anche aumentare la cultura finanziaria sbloccando i risparmi fermi sul conto corrente: quasi un terzo dei 35mila miliardi di euro di risparmi degli europei. Secondo i calcoli della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, un mercato finanziario europeo integrato potrebbe generare circa 470 miliardi di euro all’anno che le imprese europee avrebbero a disposizione per investimenti.
  • Manca una linea comune. Al termine del dibattito al Consiglio UE non è emersa una linea comune e gli Stati membri sono divisi tra chi ritiene che l’unione debba essere guidata dalle banche con la supervisione delle regole della Banca centrale europea (BCE) e chi invece pensa serva una supervisione centralizzata. Il dibattito si riaprirà dopo le elezioni di giugno km la strada per un mercato finanziario unico europeo sembra essere ancora molto lunga.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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