Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di mercati privati come nuova frontiera dell’investimento. Private equity, private credit, infrastrutture, real estate alternativo, sono parole che fino a poco tempo fa sembravano riservate agli investitori istituzionali. Oggi invece stanno entrando anche nel linguaggio del risparmiatore evoluto che investe nei fondi comuni. Nel 2026 questa tendenza è destinata a rafforzarsi: i mercati privati non sono più una nicchia, ma una componente che può aiutare a dare stabilità, diversificazione e nuove fonti di rendimento ai portafogli. Ma cosa vuol dire davvero investire nei mercati privati? E come si possono integrare in un portafoglio retail? In questa guida di Online SIM facciamo chiarezza in modo semplice e concreto.

Cosa sono i mercati privati spiegati in modo semplice

Quando si parla di mercati privati ci si riferisce a tutti quegli investimenti che non sono quotati in Borsa. Questo significa che sono meno liquidi, perché non possono essere comprati o venduti con la stessa facilità dei titoli tradizionali, ma allo stesso tempo offrono l’accesso a opportunità che sui mercati pubblici non esistono. All’interno di questo grande insieme rientrano diverse categorie.

  • Una di queste è il private equity, cioè l’investimento in aziende non quotate, spesso in piena fase di crescita. È proprio qui che nascono molte delle realtà più innovative e tecnologiche, comprese quelle legate all’intelligenza artificiale, che preferiscono svilupparsi nel privato prima di valutare un’eventuale quotazione.
  • C’è poi il private credit, ovvero il credito erogato direttamente alle imprese senza passare dalle banche. In un contesto economico più volatile e con istituti bancari sempre più prudenti, molte aziende trovano qui il capitale di cui hanno bisogno, creando allo stesso tempo nuove opportunità per gli investitori.
  • Un’altra area fondamentale è quella delle infrastrutture, che comprende asset reali come data center, reti energetiche, impianti rinnovabili, strutture logistiche e altri servizi critici. Si tratta di investimenti spesso sostenuti da contratti a lungo termine e caratterizzati da flussi di cassa più stabili.
  • Infine, nei mercati privati rientra anche il real estate alternativo, cioè tutte quelle forme di investimento immobiliare che vanno oltre gli immobili tradizionali. Parliamo, ad esempio, di residenziale in affitto, logistica, magazzini moderni, data center, strutture sanitarie e per le life sciences, oltre a segmenti emergenti come build-to-rent, self storage e studentati. Sono settori che non dipendono tanto dai cicli economici, quanto da tendenze strutturali come digitalizzazione, urbanizzazione e cambiamenti demografici.

Perché oggi si parla tanto di mercati privati?

Secondo l’analisi di BlackRock, l’attenzione crescente verso i mercati privati dipende da tre motivi molto concreti. In particolare:

  1. Le aziende si quotano sempre meno
    Rispetto agli anni ’90, il numero di società presenti in Borsa è nettamente diminuito. Sempre più aziende scelgono di rimanere private, preferendo finanziarsi al di fuori dei mercati pubblici. Questo spostamento fa sì che una parte rilevante dell’innovazione e della crescita economica avvenga lontano dagli occhi degli investitori tradizionali, rendendo i mercati privati un luogo sempre più interessante da osservare.
  2. L’accesso è diventato molto più semplice
    Grazie a nuove strutture come gli ELTIF 2.0 o i fondi evergreen, oggi anche gli investitori retail possono partecipare a strategie un tempo riservate a investitori istituzionali. Questi strumenti offrono finestre periodiche di ingresso e uscita, una minore complessità fiscale e barriere di capitale molto più contenute. In altre parole, il mondo dei mercati privati è diventato più accessibile e meno elitario.
  3. Offrono fonti di rendimento diverse

I mercati privati tendono a muoversi in modo meno sincronizzato con le Borse e le obbligazioni, aiutando la diversificazione complessiva.

La formula 50/30/20: il nuovo modo di costruire un portafoglio

Lo schema classico di investimento è da sempre stato quello del 60/40: 60% azioni e 40% obbligazioni. Negli ultimi anni è stato messo in discussione, ma questo schema si è quasi sempre dimostrato efficace. Scorpi qui come funziona la diversificazione 60/40. Oggi, secondo molte analisi internazionali, sta emergendo una nuova logica di costruzione del portafoglio: 50/30/20. Vediamo cosa significa:

50% Mercati azionari

La parte dinamica del portafoglio, quella che coglie la crescita economica globale. Qui rientrano i fondi azionari tradizionali, tematici o regionali.

30% Obbligazioni e strumenti a reddito fisso

Serve per stabilizzare il portafoglio, generare reddito e gestire i momenti di volatilità.

20% Mercati privati

Questa è la vera novità. Una quota che include private equity, private credit, infrastrutture e real estate alternativo. Perché inserirla?

  • offre potenziali extra-rendimenti legati al premio per illiquidità;
  • permette di accedere a settori difficili da intercettare tramite i mercati quotati (data center, rinnovabili, AI, infrastrutture critiche);
  • aiuta a diversificare in modo più profondo.

Non significa investire il 20% in un solo fondo privato, ma distribuire questa quota in diverse strategie, meglio se attraverso un fondo multi-asset o un ELTIF diversificato.

Come può un investitore retail inserire i mercati privati nel proprio portafoglio?

Un percorso semplice e graduale può aiutare anche gli investitori non professionali ad avvicinarsi a questo mondo in modo consapevole.

  1. Iniziare con prodotti multi-alternativi
    Un primo passo può essere rappresentato dai fondi multi-alternativi, che raccolgono diverse strategie private all’interno di un’unica soluzione. Questo approccio offre immediatamente un buon livello di diversificazione, riduce il rischio specifico legato ai singoli investimenti e permette di beneficiare della gestione professionale degli esperti del settore.
  2. Considerare gli ELTIF 2.0
    La nuova generazione di ELTIF è stata pensata proprio per il pubblico retail e rende l’accesso ai mercati privati molto più semplice rispetto al passato. Questi fondi prevedono finestre periodiche di sottoscrizione, permettono investimenti anche con importi contenuti e offrono portafogli ampiamente diversificati che includono private equity, private credit e real asset.
  3. Aggiungere gradualmente fondi tematici privati
    Una volta compiuti i primi passi, è possibile ampliare l’esposizione attraverso fondi tematici più specifici. Si può spaziare dai fondi di private credit a quelli infrastrutturali, fino ai veicoli immobiliari alternativi, così da raffinare nel tempo la diversificazione complessiva.
  4. Integrare tutto nel quadro del portafoglio
    L’obiettivo non è rimpiazzare completamente azioni o obbligazioni, ma costruire un portafoglio più solido, resiliente e meno dipendente dalle oscillazioni tipiche dei mercati pubblici. L’integrazione ragionata dei mercati privati può quindi contribuire a migliorare la stabilità complessiva dell’investimento nel lungo periodo.

Quali settori dei mercati privati meritano attenzione nel 2026?

Secondo l’analisi di Black Rock, nel 2026 le maggiori potenzialità si possono trovare in questi settori dei mercati privati.

  • Private credit. Il settore del private credit continua a crescere grazie a una combinazione di fattori favorevoli. Da un lato, le aziende manifestano una richiesta sempre maggiore di forme alternative di finanziamento; dall’altro, la volatilità del sistema bancario e i livelli elevati di inflazione rendono più attraenti gli strumenti indicizzati, favorendo così l’afflusso di capitali verso questo mercato.
  • Infrastrutture digitali ed energetiche. Anche le infrastrutture digitali ed energetiche stanno vivendo una forte espansione. Questo trend è alimentato dal boom dei data center, dall’avanzata dell’intelligenza artificiale, dalla necessità di accelerare la transizione energetica a livello globale e da una crescente attenzione verso la sicurezza energetica. Si tratta di settori considerati strategici e destinati a giocare un ruolo sempre più centrale nei prossimi anni.
  • Residenziale e logistica. Il comparto immobiliare residenziale è sostenuto da una domanda strutturalmente elevata, generata dalla carenza di milioni di abitazioni sia in Europa che negli Stati Uniti. Parallelamente, il continuo sviluppo dell’e-commerce mantiene alta la richiesta di magazzini moderni ed efficienti, favorendo così la crescita del settore logistico
  • Real estate nuovo. Nel mercato immobiliare “nuovo” si stanno affermando diversi ambiti di investimento particolarmente dinamici e innovativi. Tra questi rientrano i data center, le strutture sanitarie e dedicate alle life sciences, gli spazi di self storage, i complessi universitari e gli studentati, oltre ai progetti build-to-rent, ovvero immobili costruiti esclusivamente per essere affittati che sono sempre più richiesti nelle grandi città. Questi settori rappresentano le nuove frontiere dell’immobiliare, capaci di attrarre investitori alla ricerca di opportunità emergenti e diversificate-build-to-rent.

IDEE DI INVESTIMENTO

I mercati privati stanno diventando una componente sempre più importante nella costruzione di un portafoglio moderno. La formula 50/30/20 non è una ricetta fissa, ma un’indicazione di come gli investitori di oggi stiano combinando diversificazione, rendimento potenziale e stabilità. Per un investitore retail, grazie ai fondi comuni di nuova generazione, l’accesso è molto più semplice rispetto al passato. Alcune regole da seguire:

  • comprendere bene cosa sono i mercati privati,
  • inserirli nella giusta misura,
  • farlo attraverso strumenti gestiti e regolamentati,
  • mantenere una visione di lungo periodo.

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NOTE
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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