C’è il desiderio conquistare i grandi investitori dietro alla spinta “green” delle grandi compagnie petrolifere globali. La ragione è semplice. Da un lato ci sono i gestori e i grandi possessori di azioni e altri prodotti finanziati che, secondo il rapporto Great Expectations: ESG – what’s next for asset owners and managers firmato da Bnp Paribas Securities Services, sono ponti a raddoppiare entro il 2019 gli investimenti in società compatibili con l’ambiente e rispettose delle esigenze sociali; dall’altro ci sono le Big Oil che vogliono conquistarsi la patente di società rispettose dei criteri environmental, social e governance (ESG).

Recuperare l’handicap reputazionale e conquistare i grandi investitori istituzionali (banche, fondi d’investimento, compagnie d’assicurazione) che effettuano investimenti in maniera sistematica è una strada lunga che, secondo un’analisi di Hermes Investment management, società di gestione specializzata anche nella consulenza agli investimenti sostenibili, che però è cominciata e nemmeno troppo in sordina stando alle storie della brasiliana Petrobras e della messicana Pemex, nella top ten dei colossi petroliferi globali. «Per gli investitori istituzionali le compagnie petrolifere sono una presenza significativa in portafoglio, in quanto sono i più grandi emittenti di debito nel mercato globale ad alto rendimento», hanno scritto Audra Stundziaite, Senior Credit Analyst, e Jaime Gornsztejn, Associate Director, Hermes EOS, società di Hermes Investment Management. «A loro volta le grandi aziende di petrolio brasiliane e messicane, dipendono fortemente dal mercato del credito per finanziarsi».

Il gioco, quindi, è a due vie. Sullo sfondo c’è anche la discesa del prezzo del petrolio che viaggia ormai stabilmente sotto i 50 dollari al barile e la decarbonizzazione dei portafogli  decisa da almeno un paio di anni dai grandi gestori oltre che la costruzione di prodotti del risparmio secondo criteri ESG. Secondo lo studio di Bnp Paribas Securities Services, già adesso quasi l’80% dei grandi investitori (banche, fondi comuni, assicurazioni) ha avviato programmi dedicati agli investimenti sostenibili e ben il 77% detiene o gestisce asset ESG. E questi numeri sono destinati a crescere del 50% nei prossimi due anni.

La sfida è adottare nuovi metodi per raccogliere e analizzare i dati, sviluppando anche nuove tecnologie, dando un voto a questi prodotti. Per questa ragione il segmento dei rating ESG è stato molto vivace nel corso dell’ultimo anno con grandi operazioni ed alleanze: l’ultima in ordine di tempo è l’acquisizione da parte di Morningstar del 40% di Sustainalytics e in precedenza c’erano state le operazione le operazioni ISS-IW Financial e S&P-Trucost. Nel portafoglio ESG, infatti, coesistono decisioni contraddittorie con investimenti in energie rinnovabili, che rappresentano sicuramente una scelta virtuosa, e Big Oil alla luce della svolta sostenibile delle società del petrolio.

IDEE DI INVESTIMENTO

La svolta sostenibile delle compagnie petrolifere, secondo l’analisi di Hermes Investment management, è dovuta alla consapevolezza che riguarda misure finanziarie, operative, di corporate governance, ambientali e di sostenibilità. Ed è quello che piace sempre di più a banche, fondi pensione e compagnie di assicurazione secondo Il report Global Impact Investing Network (GIIN) che monitora il settore del social impact investing e ha certificato che gli asset in gestione nel 2016 sono arrivati a 114 miliardi di dollari (erano 77,4 miliardi di dollari nel 2015). La scelta di prodotti del risparmio social impact investing, ovvero che investono contemporaneamente in società che seguono criteri di Corporate social responsibility (CSR) e costruiscono il portafoglio secondo criteri Environmental, social and governance (ESG), ovvero ha a cuore aspetti ambientali, sociali e di governance, è ancora limitata sul mercato italiano. Ecco quali sono:

Impact investing: quali sono i fondi sul mercato italiano

ProdottoCategoriaRendimento YTD
AXA World Funds Planet BondsObbligazionari Globali0,13%
Fonditalia Ethical InvestmentBilanciati Prudenti Globali0,47%
Investimenti SostenibiliBilanciati Prudenti Globali-1,54%
Mirova Europe Environmental Equity Fund classe R DisAzionari settore
ecologia
8,46%
Mirova Europe Sustainable Equity classe R DisAzionari Europa Large Cap7,11%
Mirova Global Transition Energy Equity Fund classe R Euro AccAzionari settore ecologia4,80%
UBI SICAV Social 4 Future C EUR IncBilanciati Prudenti Globali0,84%
Nella tabella, i fondi disponibili in Italia che adottano una strategia che mira a creare impatti sociali positivi e, al tempo stesso, rendimenti economici. I prodotti sono in ordine alfabetico. Fonte: elaborazione Online Sim Blog su dati Investireresponsabilmente.it e Morningstar. Dati aggiornati al 27 luglio 2017.

Per investire in fondi visita il sito Online SIM.

Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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