Dopo le banche SVB e Credit Suisse, il campanello d’allarme è suonato nel cuore dell’Europa e i fari sono puntati su Deutsche Bank. Il pensiero va a quanto accaduto nel 2008 e alle regole che furono messe allora per salvaguardare il sistema finanziario globale.

La storia sembra ripetersi oggi. Alcuni indizi: le autorità di regolamentazione hanno creato una nuova crisi cercando di combattere l’ultima e l’intervento statale salva il mercato. Forse le regole imposte dal 2008 non sono più valide? Il dibattito è aperto, ma ora l’obiettivo primario è la salvezza del sistema finanziario.

C’è una certezza: questa crisi delle banche non è uguale a quella del 2008

Vediamo perché:

  • Nel 2008 la crisi era tutta incentrata sulla qualità degli asset (i prestiti subprime e i derivati), oggi è una crisi di liquidità. Silicon Valley Bank (SVB), che ha chiuso il 10 marzo 2023, e soprattutto Credit Suisse Group AG, che ormai è di UBS, non avevano abbastanza liquidità per fare fronte ai riscatti dei depositanti.
  • Nel 2008, le tre grandi economie del mondo – Stati Uniti, Unione Europea e Cina – hanno agito insieme. Hanno preso il controllo del sistema finanziario e hanno fatto scelte comuni. Ora l’economia globale si sta scomponendo in blocchi regionali che si competono tra loro e si punta alla creazione di campioni nazionali, vedi UBS, e a guardare al proprio mercato.
  • Dal 2008 la palla è passata alle banche centrali che diventarono fondamentali per guidare il salvataggio del sistema finanziario. Oggi il loro ruolo è ancora più decisivo e la gestione di SVB e Credit Suisse ha visto le principali banche centrali lavorare insieme.

Deutsche Bank come entra in tutto questo?

La banca tedesca in questo momento di forte nervosismo sul settore delle obbligazioni bancarie subordinate, le cosiddette obbligazioni AT1, è finita nel mirino del mercato.

Cosa è accaduto:

  • Credit Suisse ha cancellato e non rimborserà 17 miliardi di obbligazioni AT1. Può farlo perché non hanno scadenza e possono essere annullate in caso di caso di difficoltà dell’emittente. Sono obbligazioni molto rischiose e come tali offrono un interesse più alto rispetto alle altre obbligazioni.
  • Fari puntati sulle obbligazioni subordinate di Deustche Bank. Gli operatori di mercato dopo il caso Credit Suisse hanno monitorato possibili focolai europei e hanno scoperto che due piccole banche tedesche avevano fatto la stessa cosa. Il faro si è così acceso sulla Germania e su Deutsche Bank nel timore che potesse percorrere la stessa strada cancellando le su obbligazioni subordinate, senza rimborsarle. Le azioni di Deutsche Bank crollano nella giornata di venerdì 24 marzo 2023.
  • Deutsche Bank rimborsa gli obbligazionisti. Per fermare il panico la banca tedesca decide di rimborsare in anticipo le obbligazioni AT2 con scadenza nel 2028 pari a un valore di 1,5 miliardi di dollari.
  • I vertici della Banca centrale europea (BCE) rassicurano i mercati. Scende in campo la BCE che definisce Deutsche Bank una banca molto redditizia, smorza le preoccupazioni e afferma che il sistema bancario Ue è forte e sicuro e ci sono tutte le strutture di controllo necessarie per vigilare.

IDEE DI INVESTIMENTO

Più della crisi bancaria oggi sul mercato ci sono crescenti timori di recessione, dopo un forte inizio d’anno. Secondo l’analisi di Amundi e BluBay Asset Management non ci sono grandi cambiamenti in termini di fondamentali rispetto alle settimane precedenti la crisi delle banche.

In questo scenario di incertezza e di rivalutazione delle prospettive economiche, ci sono alcune mosse giuste da fare.

  • Mantenere un atteggiamento di cautela negli investimenti con un approccio equilibrato, diversificando sui obbligazioni statali e sull’oro.
  • Restando sull’azionario a guidare è la qualità. Questo significa guardare a settori con una bassa leva finanziaria, utili affidabili e stabili e un bilancio solido.
  • I settori ciclici (banche, l’energia e i materiali di base) sono i più esposti alla congiuntura economica debole e resteranno sotto pressione fino a quando non si sarà fatta maggiore chiarezza.

In questo scenario è bene fare un check up di portafoglio.

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Per valutare il rischio di portafoglio e bilanciare nella maniera migliore gli asset su cui investire (azioni, obbligazioni, liquidità), scopri i vantaggi di un portafoglio modello ben equilibrato.

Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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