C’è un punto di riferimento a livello globale a cui tutti guardano per capire qual è lo stato di salute del Pianeta. Si chiama Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) istituito dalle Nazioni Unite (ONU) per valutare andamento, effetti e soluzioni della crisi climatica. L’ultimo report Ipcc (AR6) rilasciato il 20 marzo 2023 lancia un grido di allarme che non è mai stato così forte: il tempo per agire sta per scadere. Vediamo perché e quali sono i punti chiave di questo rapporto.

Clima: cosa misura il report IPCC

Il gruppo di lavoro sul clima parte da basi scientifiche per misurare l’andamento, gli impatti e le possibili azioni di mitigazione per governare i cambiamenti climatici. Le conclusioni del report forniscono indicazioni sintetiche e danno risposte e soluzioni a breve termine che sono una base su cui la politica e i governi a livello globale devono prendere decisioni.

In particolare, secondo l’ultimo report:

  • Agire entro il 2040. Non c’è più tempo è il leit motiv di IPCC che indica il 2040 come tempo massimo per invertire la tendenza. Oltre questo limite non ci sarà più la possibilità di agire in maniera efficace per contenere il riscaldamento del Pianeta entro 1,5 gradi centigradi. Non agire oggi significa far arrivare il riscaldamento del Pianeta a 3,2 gradi centigradi entro il 2100.
  • Tutto dipende dall’uomo. La principale causa del cambiamento climatico è di origine antropica, dipende dall’uomo e dalle sue attività. La prova è che il Pianeta ha una temperatura media di 1,1 gradi centigradi superiore rispetto all’era preindustriale.
  • Il danno dei combustili fossili. L’aumento delle emissioni di Co2 sono la conseguenza delle azioni umane. I settori più inquinanti sono: industria, energia, trasporti e città da cui proviene quasi l’80% delle emissioni globali, il restante 20% è causato da agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo.
  • Gli investimenti per clima sono ancora inadeguati. Il monito di IPCC è chiaro: le azioni di adattamento e mitigazione messe in campo finora dai governi sono insufficienti. Si investe ancora troppo in settori ad alto tasso di emissione e poco in proporzione nei settori che potrebbero ridurre l’impatto di Co2. Anche agendo subito, stando alle stime di produzione delle emissioni di gas serra, non sarà facile contenere un aumento della temperatura del Pianeta sotto i 2 gradi centigradi entro il 2030.

Climate change: quali sono le conseguenze e le soluzioni

Il report IPCC ci mette di fronte alla realtà: ci sono dei cambiamenti climatici a cui non possiamo più fare fronte. Uno di questo è l’aumento del livello dei mari che può salire fino 3 metri se il riscaldamento globale sarà contenuto a 1,5 gradi centigradi ma può raggiungere i 6 metri se si arriverà vicino ai i 2 gradi.

In particolare:

  • Gli Accordi di Parigi non bastano. Abbiamo il 50% delle possibilità di limitare il riscaldamento del Pianeta a 1,5 gradi centigradi se gli accordi di Parigi saranno rispettati.
  • Servono azioni a lungo termine. Senza nuovi accordi a lungo termine, aumenteranno i rischi di siccità, inondazioni ed eventi climatici estremi.
  • Preservare la biodiversità. Specie in estinzione e aumento delle specie aliene su territorio che non le hanno mai viste prima sono una conseguenza della perdita di biodiversità. La difesa di foreste, barriere coralline e regioni artiche deve essere un obiettivo primario.
  • Addio alle calotte glaciali. A questo ritmo i ghiacciai di Groenlandia e Antartide occidentale spariranno in modo irreversibile.
  • Azzerare le emissioni di Co2. Un Pianeta net zero è l’unica strada possibile. Le emissioni di Co2 devono essere l’obiettivo dei governi nei prossimi due anni. Secondo IPCC, anche le emissioni globali di metano devono ridursi del 34% entro il 2030.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’Obiettivo net zero entro 2030, ovvero la riduzione del consumo di combustibili fossili e di emissioni di gas, è comune a tutti i Paesi a livello globale.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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