L’adozione di politiche più stringenti sui cambiamenti climatici in tutto il mondo potrebbe alterare la redditività delle aziende in molti settori, secondo uno studio di Morgan Stanley. In particolare, cinque settori – servizi finanziari, materie prime, petrolio e gas, servizi pubblici e automobili – sono i più colpiti e per gli investitori gestire questo rischio cambiamento può creare opportunità.

La ragione? I governi di tutto il mondo stanno affrontando il cambiamento climatico mettendo in atto una serie di nuove politiche dettano anche i tempi del cambiamento. Gli investitori di lungo periodo ne devono tenere conto perché i mercati finanziari stanno già valutando gli effetti che queste decisioni hanno su alcuni settori dell’economia.

Vediamo quali sono le decisioni politiche più significative per i mercati finanziari in tema di ambiente:

  • L’Unione europea con il piano Green Deal lanciato a gennaio 2020 mira a raggiungere la neutralità alle emissioni di carbonio (CO2) entro il 2050 e prevede un aumento degli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 (dall’attuale 40% fino a un minimo del 50% e un massimo del 55%), spingendo su investimenti pubblici e privati per clima e ambiente: 260 miliardi di euro l’anno. Nel Green Deal europeo è previsto anche un piano di aggiornamento della legislazione sul clima dal 2021 per tutelare i settori più esposti alla transizione, dell’industria europea dalla concorrenza di Paesi terzi che hanno criteri meno stringenti sul clima.
  • Gli Stati Uniti in attesa delle elezioni presidenziali che, COVID-19 permettendo, si svolgeranno a novembre 2020, hanno messo in pausa o ridotto le proprie risposte normative ambientali, ma ciò potrebbe cambiare se il nuovo presidente sarà un Democratico. In questo caso potrebbe riprendere forza il Green New Deal caro al presidente Obama, proposto da alcuni democratici del Congresso, che punta a raggiungere emissioni di gas serra zero entro il 2030.

Secondo l’analisi di Morgan Stanley, va fatta una valutazione attenta nella selezione dei settori da mettere in portafoglio per gestire al meglio il rischio di queste decisioni politiche, identificando quelle aree in cui il cambiamento influisce sui prezzi di mercato. Cinque settori, in particolare – servizi finanziari, miniere, petrolio e gas, servizi pubblici e automobili – sono i più colpiti dal rischio climatico, anche considerando che la pandemia COVID-19 accelera gli investimenti ESG e un’economia più sostenibile, ma rappresentano anche un’opportunità di investimento sul cambiamento in atto.

  1. Servizi finanziari: diventano uno stimolo alla transizione
    In quanto fornitori di capitali, gli istituti finanziari possono contribuire a stimolare la transizione dell’economia globale dall’energia tradizionale a combustibili fossili a produttori sostenibili a basse emissioni. La decarbonizzazione può rappresentare un’opportunità economica significativa in questa transizione, che rappresenta investimenti per 50 mila miliardi di dollari nei prossimi 30 anni. Il finanziamento di attività verdi o legate all’energia solare, eolica e geotermica è diventata una priorità.
  2. Metalli e miniere: cambiano le materie prime dell’energia
    Dal carbonio al litio e al cobalto. Il mercato dei metalli deve guardare a nuove fonti di guadagno. Il Green Deal dell’UE, per esempio, porterà verso l’adozione di veicoli elettrici e energie rinnovabili, e potrebbe comportare un aumento stimato del 67% della domanda di litio e un aumento dell’82% di cobalto. L’industria dei metalli deve però trasformarsi guardando a una nuova economia a basse emissioni di carbonio.
  3. Petrolio e gas: il must è diversificare in green economy
    Ciò che sta accadendo in queste settimane al prezzo del petrolio è già una visione futura del mercato: troppa offerta e poca domanda. Le grandi compagnie petrolifere e del gas hanno l’opportunità di guidare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, dal momento che gli investimenti rinnovabili rappresentano attualmente meno dell’1% delle loro spese in conto capitale. Come? Per esempio acquisendo startup che caricano veicoli elettrici. La diversificazione sulla green economy è un must per le aziende del settore.
  4. Utilities: il vantaggio della decarbonizzazione
    La decarbonizzazione della produzione di energia è alla base del raggiungimento di emissioni nette zero. Le utilities che offrono energia rinnovabile hanno un vantaggio competitivo rispetto alle altre perché, secondo i calcoli di Morgan Stanley, entro il 2050 le energie rinnovabili diventeranno più economiche dei combustibili fossili. Il settore delle utilities per finanziare la trasformazione verde è diventato il maggior emittente di green bond, un segmento che nel 2020 supererà i 400 miliardi di dollari.
  5. Auto: aumenta l’offerta di veicoli elettrici
    Le case automobilistiche hanno già cominciato a rivedere la propria offerta aggiungendo i veicoli elettrici in quantità crescenti. COVID -19 ha rallentato il percorso e molte aziende automobilistiche, a causa dello stop prolungato alle produzioni, potrebbero non raggiungere obiettivi di abbattimento delle emissioni di Co2 in vigore a partire dal 2020 in Europa. I produttori di automobili che non saranno in grado di raggiungere economie di scala nella produzione di veicoli elettrici saranno perdenti. L’aumento della domanda di veicoli elettrici andrà a beneficio dei produttori di batterie al litio.

IDEE DI INVESTIMENTO

La tecnologia avrà un ruolo importante nella rivoluzione verde. Secondo i dati WIPO, i brevetti riguardanti la tecnologia ambientale si sono triplicati a livello globale tra il 2010 e il 2015. Le tecnologie green di successo – come i contatori intelligenti o l’impianti di riciclaggio high tech – trovano facilmente accettazione da parte delle imprese, dei consumatori e dei governi.

«Gli investimenti focalizzati sull’ambiente possono inoltre avere caratteristiche difensive» ha detto Luciano Diana, Senior Investment Manager, Pictet Asset Management. «Naturalmente, questo segmento include settori tradizionalmente considerati difensivi, come le utility e la gestione dell’acqua. Queste posizioni difensive dovrebbero attenuare la volatilità dei mercati e fornire flussi di liquidità continuativi, soprattutto nei periodi di debolezza della crescita economica globale».

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Nella tabella, i migliori fondi azionari large cap che investono in maniera globale sui titoli a grande capitalizzazione secondo uno stile value ordinati in base al rating di sostenibilità in ordine alfabetico. Dati rendimento annualizzati in euro aggiornati al 27 aprile 2020. Fonte: Morningstar Direct.

I migliori fondi azionari large cap a stile growth con il sustainability rating più alto

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BMO Responsible Global Equity A Acc EURHigh0,44%---
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Fonditalia Millennials Equity RHigh3,41%---
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MFS Meridian Global Concntr N1 USDHigh-2,09%3,38%
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Morgan Stanley Global Brands Fund Classe C EUR AccHigh5,75%8,62%
MS INVF Global Brands Eq Inc CRHigh3,94%6,17%
NN (L) Smart Connectivity Classe X EurHigh1,62%8,33%
Robeco Global Consumer Trends Eqs M2 €High8,94%---
Robeco MegaTrends D EURHigh0,04%7,36%
Schroder ISF Global Sustainable Growth Classe A USD AccHigh3,84%8,63%
Seilern World Growth GBP U RHigh5,29%12,18%
SLI GS II Global Equity Impact D EUR AccHigh1,73%---
Threadneedle (lux) Global Focus Classe DuHigh11,66%11,60%
Nella tabella, i migliori fondi azionari large cap che investono in maniera globale sui titoli a grande capitalizzazione secondo uno stile growth ordinati in base al rating di sostenibilità in ordine alfabetico. Dati rendimento annualizzati in euro aggiornati al 27 aprile 2020. Fonte: Morningstar Direct.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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