Libri, film, studi accademici. In tanti hanno provato a dare un senso ai gusti dei Millennials nati tra il 1980 e il 2000. Perché questa è la prima generazione digitale, Y nell’ordine alfabetico della sociologia, ad essere diventata adulta e in America e nel 2015, secondo un’analisi del Pew Research Center, ha superato per numerosità quella dei loro genitori o nonni, i cosiddetti Baby Boomers, nati tra il 1946 e il 1964.

Non è solo sociologia o statistica. Capire il modo di lavorare, o non lavorare per lunghi periodi, il loro stile di vita, i loro bisogni comincia ad avere un impatto economico rilevante per gli analisti di Goldman Sachs. Secondo lo studio della banca d’affari americana dal titolo Millennials – Coming of Age, questa è una delle più grandi generazioni della storia e nei prossimi 5 anni si affaccerà sul mercato con una capacità di spesa in grado di rimodellare l’economia. La ragione? Le loro esperienze uniche cambieranno il modo di comprare e vendere, costringendo le aziende a esaminare il modo in cui fare affari per i decenni a venire e orienteranno il business verso lo sviluppo di nuovi settori.

Quali sono le nuove frontiere dei giovani che nel 2016 hanno tra i 15 e i 36 anni si può scorgere già negli appellativi che i tanti studi per definirli hanno coniato: si va da Echo Boomer, per delineare una propensione di questa generazione verso tutto ciò che è sano ed ecologicamente compatibile, a Next o Net Generation, che è la formula più ovvia per dire che se una cosa non sta in Rete per i Millennials fa fatica ad esistere. E poi c’è il lavoro, vero tallone d’Achille, perché non c’è o non lo vogliono fare, fra stage sottopagati, stipendi ridotti rispetto al passato, a cui si affianca una buona propensione verso l’imprenditoria con start up ovviamente digitali, per creare qualcosa che non c’è e rimpiazzi i metodi di nonni e genitori, e che non deve durare per sempre, basta che funzioni per il tempo che serve, poi ne arriverà un’altra.

Tutt’altra storia rispetto ai Baby Boomers, che oggi hanno tra i 50 e i 70 anni, hanno pensato solo alla carriera rimanendo aggrappati alla certezze che, in fondo, erano anche dei loro genitori e sono già da tempo un tema forte di investimento per i gestori (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim). Poi è arrivato il digitale. E i Millennials che sono un trend glolabe perché sono pronti a cambiare le carte sulla tavola dell’economia, in primo luogo in America dove il sorpasso tra vecchia e nuova generazione è già avvenuto, almeno in termini numerici. Cosa significa? Che dovremo aspettarci degli effetti diretti come un aumento esponenziale delle nuove imprese guidate dal digitale, che reindirizza le abitudini di acquisto di prodotti e servizi.

Poi ci sono gli effetti indiretti, ma altrettanto importanti, come l’espansione di quartieri cittadini, magari dimenticati, che però riflettono le abitudini della generazione digitale. Questo significa riqualificazione di intere aree urbane che godono di un’adeguata infrastruttura tecnologica.
Tali tendenze, in America, hanno già creato nuove industrie e migliaia di nuove imprese, e il settore degli investimenti ne ha già preso nota puntando gli occhi su settori storici di portafoglio legati ai beni di consumo che stanno mutando come hotel, cibo, abitazioni, fitness e abbigliamento.

Un esempio su tutti è l’alimentazione. I Millennials vogliono cibi sani, possibilmente locali e biologici, da consumare con lentezza in compagnia. I nativi digitali sono cresciuti nella stagione del junk-food, ma hanno anche imparato a informarsi sui danni dell’alimentazione sbagliata. E le preferenze per il cibo naturale, in base a uno studio di Sanford Bernstein, crescono in proporzione all’attivismo sui social media.
Così stiamo assistendo a un netto spostamento verso cibi più sani come frutta e verdura fresca, muesli, miele e insalate e alla discesa di Mc Donald’s che si è vista costretta a inserire piatti gourmet con ingredienti sani nel suo menù.

Un dato è certo: entro il 2025 oltre il 25% della popolazione degli Stati Uniti sarà fatta da Millennials che saranno al loro picco massimo di guadagno, secondo un’analisi di Ubs Wealth Management dal titolo The Millennials Rising. Secondo la società di gestione svizzera, le aziende farebbero bene ad allineare i loro modelli di business alle esigenze e preferenze di consumo di questa generazione, con un impatto forte sul wellness e le società di servizi. E con una grossa differenza rispetto alla generazione precedente: il brand non conta più come una volta nella decisione di acquisto e il possesso di un bene non è così rilevante. Non a caso, dopo digitale, la seconda parola che guida l’economia dei Millennials è sharing, condivisione: dall’auto, alla casa, ai viaggi, tutto può essere “sharato” a basso costo, è sufficiente avere un device – tablet, smartphone e pc – e una connessione wi-fi.

IDEE DI INVESTIMENTO

I comportamenti dei Millennials orientano le aziende verso nuovi business e ispirano i portafogli dei gestori. Come nativi digitali che sono cresciuti con TV via cavo, telefonia mobile e Internet, usano la tecnologia per risparmiare tempo in quasi ogni aspetto della loro vita. Ecco tre punti chiave che stanno orientando le loro scelte e influenzeranno l’economia:

  • Cambia la vendita di beni e servizi: il retail deve fare i conti con le App. La ragione? Questa generazione passa più del 60% del tempo su internet negli Stati Uniti attraverso smartphone e tablet, secondo la società di analisi ComScore. Quasi il 60% dei Millennials utilizza dispositivi mobili per controllare le recensioni degli utenti e confrontare i prezzi dei negozi, quasi il doppio rispetto alle altre generazioni.
  • Meglio puntare su un settore. Inseguire i gusti dei Millennials è un compito arduo. Secondo Goldman Sachs gli investitori devono concentrarsi su un segmento definito e non sparare nel mucchio dei consumi. La mamme Millennials, per esempio, avranno il maggiore impatto economico a breve termine: già oggi le mamme spendono circa 886 miliardi di euro per la crescita dei loro figli e grande parte di questa massa critica è destinata a spostarsi sul digitale e ad andre incontro allo stile di vita attivo dei Millennials. Un esempio? Questo modo di vivere ha generato una nuova categoria di passeggini premium, tra cui UPPAbaby, Bugaboo, e Baby Jogger e poi sono nate fotocamere e interfoni per neonati e scalda biberon e abiti hi tech per la scuola materna.
  • Eco compatibile è meglio anche a tavola. L’ambiente, l’energia verde, il cibo sano e una forma di uguaglianza sociale ed economica sono i temi che preoccupano di più i Millennials in tutto il mondo, secondo un sondaggio del World Economic Forum condotto su un campione di 1.000 giovani tra i 20 e i 30 attivi nella Global Shapers Community. Per questo sono scettici sulle azioni del governo e dei media e, secondo il sondaggio, hanno un unico vero eroe: il Ceo di Tesla, Elon Musk (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Articolo precedente

Elezioni Usa: Clinton, Trump, Cruz, Rubio. Su chi investe il Big Money

Articolo successivo

Ciclone Cina: per Soros è come il 2008, ma i gestori frenano. Cosa fare adesso

Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

Link ai social:

Nessun commento

Lascia un commento

Ho preso visione dell'informativa