Basta leggere i risultati dell’ultima ricerca di Euromonitor International sui Top Global Consumer Trends 2019 per capire quanto cresce l’interesse da parte dei consumatori sulla provenienza e la composizione del cibo. Il consumatore consapevole, come viene definito dalla ricerca, è sempre a caccia della decisione giusta non solo in materia di cibo ma anche di prodotti di bellezza e di abbigliamento. E la scelta giusta coincide sempre più spesso con il rispetto verso gli altri essere umani, animali compresi, e ambiente. In particolare, il cosiddetto animal welfare, ovvero il benessere degli animali, ha rapidamente scalato la classifica delle decisioni consapevoli e sta diventando un tema di investimento di lungo periodo per i grandi gestori.

Quando si pensa al benessere degli animali e al cibo la prima associazione che nasce spontanea è quella con il veganismo, la pratica di astenersi dal consumo di prodotti animali per qualsiasi scopo, ma questa è solo una parte, forse la più estrema, dell’animal welfare che ha tante sfaccettature. I consumatori consapevoli non vogliono mangiare carne e prodotti lattiero-caseari, ma allo stesso tempo non indossano vestiti di pelle e pellicce e non usano prodotti di bellezza e cura della persona che abbiano alla base l’uso di derivati animali o, peggio, una sperimentazione su di essi.

Ma non solo. L’animal welfare concorre al macrotema ambiente perché le scelte dei consumatori consapevoli arrivano a considerare anche le pratiche agricole come l’uso di concimi e antibiotici per crescere gli animali.

Le aziende che hanno scelto di andare incontro alla domanda di questi consumatori hanno fatto una scelta etica e strategica di campo. Il gigante francese Danone, per esempio, ha acquisito la statunitense WhiteWave Foods, fornitore di latticini biologici e di sostituti vegetali del latte, per offrire prodotti freschi alla grande distribuzione; mentre le grandi catene di fast food, come KFC e Mc Donald’s, hanno introdotto da tempo menù vegani.

Nell’ambito della bellezza, in prima fila c’è The Body Shop che nel 2018 ha raccolto 8 milioni di firme a sostegno della campagna cruelty-free contro i test sugli animali, e ha supportato la proposta del Parlamento europeo votata a maggio 2018 che chiede un divieto globale per i test cosmetici sugli animali e mira a una convenzione ONU contro queste sperimentazioni. Sul fronte abbigliamento e cura della persona, è l’inglese ASOS – che distribuisce oltre 800 marchi in 220 Paesi nel mondo – l’ultima azienda ad aver fatto una scelta di campo decisiva: da gennaio 2019 sul suo sito è vietata la vendita di qualsiasi prodotto realizzato con piume e piumino, mohair, seta, cashmere, ossa, denti o conchiglie.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il cruelty free, il veganismo e il benessere degli animali sono entrati nei portafogli dei grandi investitori che seguono criteri ESG (Environmental, social, governance) e nel mondo si sono moltiplicate le iniziative che sono diventate punto di riferimento per chi vuole saperne di più. Una fra tutte è Fairr, Farm Animal Investment Risk & Return, nata a Londra all’interno della Jeremy Coller Foundation, e raggruppa investitori che hanno scelto l’animal welfare come chiave per le loro scelte di portafoglio ESG.

Un altro punto di riferimento è BBFAW, Business Benchmark on Farm Animal Welfare, che ha costruito un indice su cui misurare le strategie di animal welfare delle aziende del settore food. Ma è la dichiarazione Investor statement on farm animal welfare sottoscritta da oltre venti case di gestione nel 2016 – tra queste Robeco, Schroders, Standard Life Investments, Bnp Paribas Investment Partners – a definire come all’interno delle scelte di portafoglio ESG l’animal welfare sia ormai un tema chiave.

Nella tabella elaborata da Morningstar usando il Morningstar Sustainability Rating –  che valuta la sostenibilità delle società nel portafoglio dei fondi con il supporto di Sustainalytics – per Online SIM sono presenti i fondi azionari globali che tengono conto dell’animal welfare come criterio di investimento esponendosi al minimo sui test di sperimentazione.

La Top 10 dei fondi azionari attenti al benessere degli animali

ProdottoEsposizione %
Test Animali
Rendimento 3yRendimento 1y
Consultinvest Global C5,79%7,44%-5,38%
SSGA State Street MultiFac Glb ESG Eq I6,85%10,05%7,28%
SLI GS II Global Equity Impact D EUR Acc8,52%---0,99%
Etica Azionario Classe R12,52%6,96%3,78%
HSBC GIF Global Equity Climate Change12,80%8,32%4,05%
LO Funds Global Rspnb Eq USD MA13,48%---7,50%
Eurizon Azionario Internazionale Etico13,74%9,59%7,85%
Wells Fargo (Lux) WF Glb FcsEq I USD Acc14,06%----0,53%
Euromobiliare Flessibile Azionario A14,40%4,15%-2,60%
DWS Invest Qi LowVol World EUR LD14,51%5,31%8,15%
Nella tabella, i fondi azionari globali a stile blend ordinati secondo la minore esposizione di portafoglio ai test sugli animali. Fonte: Morningstar Direct. Rating di sostenibilità al 31 dicembre 2018. Rendimenti in euro disponibili al 22 febbraio 2019. I rendimenti a tre anni sono annualizzati.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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