C’è un tocco di Italia nella prima telefonata in 5G che è partita dal Mobile World Congress (MWC) 2019 di Barcellona, ha attraversato il Mediterraneo ed è arrivata all’Aquila. La rete su cui è transitata la chiamata è stata fatta dall’azienda cinese Zte insieme con Wind Tre e Open Fiber e dimostra come l’Italia sia più avanti rispetto al resto d’Europa nella diffusione di questa nuova tecnologia mobile. La prova arriva dall’Osservatorio 5G della Commissione europea fatto in collaborazione con iDate Digiworld, aggiornato a dicembre 2018, che mostra come l’Italia sia in fase avanzata di sperimentazione della rete da parte di diversi gli operatori (Wind Tre, Vodafone e Telecom) nelle cinque città individuate di cui L’Aquila fa parte  – le altre sono Milano, Prato, Bari e Matera – in vista del debutto ufficiale del 5G made in Italy nel 2020.

In generale, però, secondo l’Osservatorio della Commissione europea, il Vecchio Continente è più indietro nella corsa al 5G rispetto all’America e, soprattutto, in confronto alla Cina. Nel Paese asiatico si fa tutto con il cellulare e il governo sta spingendo sulla costruzione dell’infrastruttura tecnologica con l’obiettivo di rendere operative le prime reti commerciali nel 2020 e di diventare il rifornitore 5G di riferimento a livello globale entro il 2025, secondo lo studio realizzato da Gsma Intelligence e China Academy of Information and Communications Technology (CAICT). Lo studio ipotizza che saranno operative 428 milioni di connessioni 5G entro il 2025 in Cina, quasi il 39% del miliardo e mezzo di connessioni globali attese per allora. Per i cinesi non è solo una corsa all’innovazione. La Rete serve anche per tenere sotto controllo le persone e WeChat, il più grande social del Paese, attraverso cui si può fare tutto, anche la spesa, è l’occhio puntato su tutte le azioni hi-tech dei cinesi.

La rete fissa perde la sfida con il mobile: come cambia il business

La finalità principale del 5G è rendere la rete mobile più veloce di quella fissa, in un ribaltamento di campo che è un’assoluta novità per le comunicazioni e, soprattutto, per il business delle imprese. Per questo arrivare primi e sviluppare la rete al meglio può dare un vantaggio competitivo non solo nel breve, ma anche nel lungo termine. E per questo Huawei – che insieme con Zte porta avanti la bandiera cinese della telefonia mobile – ha investito oltre 20 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo ed è ormai il leader mondiale del 5G. Per Donald Trump, in tempi di guerra commerciale, questa corsa della Cina è pericolosa e va combattuta. La ragione? Il 5G proprio grazie alla velocità della rete è destinato a diventare il propulsore principale del cosiddetto Internet of things (IOT) e quindi il regista e il controllore di tutte le nuove tecnologie che si stanno affermando grazie all’intelligenza artificiale per uso privato (auto a guida autonoma, domotica per esempio) e soprattutto per uso pubblico e aziendale (gestione traffico, rifiuti, droni e sicurezza).

I dazi tecnologici, al momento, sembrano non essere più nei pensieri di Trump che attraverso Twitter ha lanciato un messaggio proprio a Huawei affermando di voler competere e non bloccare il concorrente nello sviluppo del 5G. Un’apertura che è arrivata in pieno svolgimento di MWC a Barcellona e all’indomani dell’incontro rinviato tra Trump e presidente cinese Xi Jinping che è atteso in Florida in primavera. Sul fronte americano, intanto, a combattere la guerra del 5G ci sono le milizie della Silicon Valley dove si concentra la potenza di fuoco tecnologica a stelle e strisce. A combatterla Apple e soprattutto Cisco System che si candida a portabandiera hi-tech americana. Secondo un report di Visual Networking Index riportato dal Sole24Ore, nel 2022 in America ci saranno 12 miliardi di prodotti elettronici con connessioni IoT, contro appena 422 milioni connessioni 5G. Appare evidente che Trump se vuole competere, deve correre. La guerra del 5G è appena cominciata.

IDEE DI INVESTIMENTO

La sfida del 5G si combatte sul fronte politico economico tra Cina, Usa ed Europa e si combatte a terra anche tra gli operatori della telefonia. Secondo il rapporto annuale di Gsma, l’associazione che riunisce 750 operatori mobili nel mondo, presentato al MWC di Barcellona, la rete 5G darà all’economia globale una spinta pari a 2.200 miliardi di dollari. Nel 2018 le tecnologie e i servizi mobile hanno rappresentato in valore il 4,6% del PIL mondiale – pari a circa 3.900 miliardi di dollari – che dovrebbe salire al 4,8% entro 2023  – pari a 4.800 miliardi di dollari. Secondo il report Gsma, il 15% di connessioni mobili globali saranno in 5G entro il 2025, di cui la metà in America e un 30% in Cina ed Europa. La crescita maggiore si avrà nel segmento IOT globale che è destinato a quadruplicare le entrate entro il 2025 fino a 1.100 miliardi di dollari.

Per investire sulla sfida del 5G la scelta migliore è un fondo azionario specializzato in tecnologia (Categoria Morningstar: Azionari Settore Tecnologia) che investe a livello globale.

La Top ten dei fondi che investono in tecnologia

ProdottoRendimento 1yRendimento 3y
Jpm Us Technology D (acc) - Usd29,16%34,23%
AXA World Funds - Framlington Digital Economy A Capitalisation USD27,20%---
T. Franklin Technology Fund Usd Classe A (acc)18,62%29,01%
Parvest Disruptive Technology Privilege-Capitalisation24,85%26,48%
Bgf World Technology Fund Usd Classe E224,08%32,10%
GAM Star Fund plc - GAM Star Technology Class C USD Accumulation23,50%26,57%
Polar Capital Funds PLC - Polar Capital Global Technology Fund Income22,94%33,09%
Allianz Global Investors Fund - Allianz Global Artificial Intelligence IT EUR21,83%---
Fidelity Global Technology Fund Classe A Euro (acc)21,54%27,32%
PrivilEdge - Fidelity Technology (USD) NA21,17%---
Nella tabella, i migliori fondi azionari specializzati in tecnologia ordinati per rendimento a un anno. Dati in euro aggiornati a febbraio 2019. Fonte Morningstar.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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