Almeno due figli per donna: ecco cosa è necessario per garantire una popolazione stabile di generazione in generazione. Negli anni ’60 de secolo scorso, il tasso di fertilità era di cinque nascite per donna; nel 2017 il tasso è sceso a 2,43 per donna ed è molto vicino alla soglia critica. Le dinamiche relative alla popolazione sono uno dei fattori determinanti che influenzano le economie e, secondo l’OCSE, nessun Paese al mondo è immune dal declino demografico. Alla base c’è il problema dell’infertilità, che non riguarda soltanto i Paesi sviluppati e non è legato solo a motivi biologici come spiega il Rapporto dell’Unfpa The power of choice, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. Il rapporto spiega che alla base del calo della natalità c’è un cambiamento epocale legato al miglioramento delle condizioni economiche, all’ingresso delle donne nel mondo del lavoro e a un diffuso uso di metodi contraccettivi.

Meno bambini e più anziani è la fotografia del mondo che ci attende da qui al 2050, almeno in Occidente dove il fenomeno del calo delle nascite è stato definito “inverno demografico”. L’altra faccia della medaglia, secondo il report, sono i Paesi che compensano questo calo: oggi in 43 Stati nel mondo con almeno un milione di abitanti resiste un tasso di natalità di 4 o più bambini a donna. Per gestire questo cambiamento i governi nazionali dovranno pensare in modo creativo ai modi di gestire la popolazione, attraverso benefit statali e nuove politiche di welfare, regole per la pianificazione familiare o protezioni contro la discriminazione, per trovare la strada giusta verso una crescita economica sostenibile con sempre meno lavoratori e imprenditori nati in patria e sempre di più economia basate sui flussi migratori delle persone.

Per fare qualche esempio concreto, negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, che storicamente sono attraenti per i flussi migratori, l’allentamento delle politiche sull’immigrazione potrebbe compensare bassi tassi di natalità. Le soluzioni della politica per la gestione delle dinamiche demografiche della popolazione sono diventate negli anni sempre più creative: si va dal generoso assegno di congedo materno dei Paesi scandinavi fino alla politica del figlio unico recentemente annullata in Cina, ovvero due modi di affrontare la questione ciascuno relativamente efficace nel raggiungimento del suo obiettivo. La ragione? La crescita della popolazione è un fattore di cui tenere conto per stimare il Prodotto interno lordo (PIL) di un Paese e, in alcuni casi, una fertilità troppo elevata potrebbe rappresentare un freno al PIL, a causa di costi sociali più elevati. Ma, in generale, più nati significa più lavoratori per costruire case e produrre beni, più consumatori per comprare cose e stimolare l’innovazione e più cittadini per pagare le tasse e attrarre il commercio.

IDEE DI INVESTIMENTO

La popolazione mondiale dovrebbe aggiungere oltre 11 miliardi di persone entro il 2100, secondo le stime ONU. Il calo dei tassi di fertilità e l’invecchiamento della popolazione – nel 2020, secondo l’OMS la popolazione over 60 sarà di quasi 2 miliardi di persone – significheranno serie sfide che si faranno sentire di più in alcuni luoghi rispetto ad altri. Per fare qualche esempio concreto, pensiamo al Giappone ma anche ad altri Paesi in cui l’andamento demografico è simile, come l’Italia. In questi Paesi il calo demografico e l’aumento delle persone anziane impongono una riforma del sistema sanitario, previdenziale e del mondo del lavoro. «Gli investitori dovrebbero anche considerare il modo in cui le aziende affrontano l’impatto negativo sulla produttività esercitato dalla contrazione della popolazione in età lavorativa. Sarà essenziale a tal riguardo potenziare gli investimenti in tecnologie che migliorano la produttività, con la creazione di grandi opportunità per le imprese tecnologiche e manifatturiere» ha detto Alessandro Aspesi, Country Head Italia di Columbia Threadneedle Investments. «Le aziende dovranno trovare il modo di fidelizzare i lavoratori anziani per evitare di perdere le loro competenze ed esperienze, magari attraverso prassi lavorative più flessibili che meglio si adattino alle priorità di vita nella terza età. L’esame delle politiche volte a trattenere in azienda tali talenti potrebbe diventare parte dell’analisi ambientale, sociale e di governance (ESG)». Sta diventando un caso demografico anche la Cina dove nel 2018, per la prima volta da 70 anni questa a parte, non è aumentata la popolazione. La politica del figlio unico, abbandonata nel 2015, e il miglioramento delle condizioni economiche hanno modificato le abitudini sociali dei giovani cinesi che puntano a diventare ricchi in fretta invece di fare figli. Anche la Cina si sta lentamente occidentalizzando e, secondo il rapporto Global Demographics realizzato da Complete Intelligence mette in evidenza che nel 2023 la popolazione cinese inizierà a diminuire e sarà anche più vecchia: entro il 2028 ci sarà una riduzione del 17% dei bambini.

Per investire sui trend demografici della popolazione, esistono fondi specializzati che investono a livello globale:

  • Punta molto sulla demografia anche Schroder ISF Global Sustainable Growth Classe A USD Acc (che in passato era denominato Schroder Global Demographic Opportunities Classe A Eur Hedged), un azionario internazionale large cap, gestito da Charles Somers e Katherine Davidson (+28,05%% da gennaio a novembre 2019, mentre il rendimento a 3 anni è del 14,80% secondo dati Morningstar) che ha allargato il suo universo di investimento considerando la demografia come dei fattori della crescita sostenibile. I gestori puntano sull’America come primo mercato e sui settori tecnologia e beni industriali.
  • Candriam Equities L Global Demography Class C EUR Cap, un azionario internazionale gestito da Johan Van Der Biest e Rudi Van den Eynde (+25,22% da gennaio a novembre 2019, mentre il rendimento a 3 anni è dell’11,16% secondo dati Morningstar)) che investono in tecnologia e salute come primi settori e danno un peso preponderante al mercato azionario americano.
  • Fidelity Global Demographics Fund – E-ACC-Euro (Hedged) un azionario internazionale gestito da Aneta Wynimko ed è uno dei primi fondi specializzati sulle dinamiche demografiche il più longevo è il fondo azionario globale (+18,55% da gennaio a novembre 2019, mentre il rendimento a 3 anni è del 10,64% secondo dati Morningstar) che punta sui settori salute, beni di consumo e sugli effetti dell’aumento dell’aspettativa di vita delle popolazioni che invecchiano, oltre che della creazione di ricchezza nei mercati emergenti.

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Note

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Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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