La rivoluzione tecnologica del premier indiano Narendra Modi è cominciata in banca ed è arrivata in città, con le megalopoli indiane che si stanno trasformando in moderne smart cities alimentando il mercato delle costruzioni: secondo i dati di Smart Cities India 2018, l’esposizione che ormai da quattro anni si svolge a Nuova Dehli, l’India entro il 2020 sarà il terzo più grande mercato di costruzioni al mondo, aggiungendo 11,5 milioni di case ogni anno al numero di abitazioni già esistenti. La blockchain, ovvero il processo che mette insieme le risorse digitali e informatiche di più soggetti, collegandoli insieme, sta rivoluzionando i trasporti e le comunicazioni in India ed è diventata il modello di business prevalente per le imprese. Tanto che, secondo un’analisi di PwC, il 56% delle imprese indiane è intenzionata a far entrare la blockchain come parte integrante del proprio core business.
Il fascino della digitalizzazione integrata è andato ben oltre il settore dei servizi finanziari ed è parte integrante della nuova rivoluzione tecnologica dell’India. La prossima frontiera riguarda il mercato immobiliare e il catasto dei terreni con il programma denominato Digital India Land (DILRMP). Si tratta di un un libro mastro per digitalizzare i documenti catastali esistenti e stabilire il precedente per le transazioni future e fa parte di un più ampio progetto di e-governance voluto da governo di Modi.
E si tratta, soprattutto, di una rivoluzione economica che può far crescere il segmento della classe media del Paese: i titoli di possesso della terra in India, al momento, non garantiscono al proprietario diritti completi, le transazioni immobiliari sono fatte su carta e conservate in registri che possono essere facilmente manomessi, per questo le controversie in materia di proprietà sono molto frequenti (rappresentano il 66% di tutte le cause civili del Paese con una riduzione stimata dello 0,5% sul PIL).
Il viaggio dell’India verso la digitalizzazione è cominciato dalla metà degli anni ’90 con il programma Digital India che ha l’obiettivo di trasformare l’intero ecosistema dei servizi pubblici attraverso l’uso della tecnologia e trasformare l’India in un’economia digitale. Un grosso passo in avanti è stato fatto nel 2016, quando il governo dello stato sud-orientale dell’Andhra Pradesh ha varato iniziativa FinTech Valley Vizag con l’obiettivo di costruire Visakhapatnam, o Vizag, in un ecosistema fintech di livello mondiale che ha attratto a fine 2017 già 900 milioni di dollari di investimenti e ha creato 5.500 posti di lavoro. L’obiettivo è ambizioso: creare 500.000 posti di lavoro entro il 2020, e al momento non sembra raggiungibile. L’Andhra Pradesh è diventato il primo Stato in India ad adottare blockchain per il governo che adesso ha impresso un’accelerazione al programma di e-governance che dovrebbe essere allargato entro la fine del 2019. E il recente lancio della Blockchain Foundation of India (BFI) ribadisce la convinzione che blockchain sia qui per rimanere. BFI mira a promuovere iniziative blockchain in India, costruire una comunità e promuovere startup e promuovere economie di scala.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha elogiato il potenziale disruptive della blockchain per l’economia indiana. La grande promessa della blockchain è di rivoluzionare la trasparenza in Rete nello stesso modo in cui Internet ha travolto i canoni della comunicazione. E, soprattutto, potrebbe portare trasparenza in un’economia dove, secondo dati del settimanale Forbes, oltre l’80% degli indiani lavora in maniera “informale”, i rapporti sono basati più sulla fiducia interpersonale che sui contratti formali, con un alto tasso di frodi e il tasso di corruzione è del 69% che fa dell’India il paese più corrotto in Asia nel 2017. La rivoluzione digitale indiana ha portato a un vero e proprio boom del settore fintech secondo What’s Driving India’s Fintech Boom? e ha riportato l’India alla posizione 60 del Global Innovation Index che conta le 140 nazioni più tecnologiche del mondo dopo uno scivolone alla posizione 81 nel 2015.
Per investire sulla rivoluzione blockchain in India la scelta migliore è puntare su un fondo azionario emergente che abbia dato un peso maggiore in portafoglio all’India (Categoria Morningstar: Azionari Paesi Emergenti).
I migliori fondi azionari mercati emergenti che hanno puntato sull'India
Prodotto | Peso % India in portafoglio | Rendimento 1y | Rendimento 3 y |
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Fideuram MS Equity New World | 30,67% | 14,50% | 7,03% |
BNY Mellon Global Em Mkts USD W Inc | 29,13% | 24,15% | 6,91% |
Stewart Investors Glbl EM Ldrs B Acc GBP | 28,62% | 11,02% | 4,56% |
Raiffeisen Azionario Eurasia (r) | 24,93% | 15,91% | 5,68% |
F&C BMO Responsible Global Em Mkts Eq A | 24,81% | 24,86% | 8,10% |
F&C Global Emerging Markets A EUR Inc | 20,56% | 17,67% | 4,18% |
AXAWF Fram Emerging Markets A Cap GBP | 20,24% | 19,00% | 6,93% |
BMO LGM Glbl EmMkts Gr and Inc B USD Acc | 19,38% | 19,63% | 5,86% |
Vontobel Emerging Markets Equity B | 18,86% | 17,02% | 3,96% |
NEF Emerging Market Equity R Acc | 18,82% | 17,25% | 3,97% |
Nordea 1 - Emerging Markets Focus Equity Fund Classe E EUR | 18,18% | 27,00% | 8,84% |
JOHCM Global Emerging Mkts Opps EUR A | 18,09% | 18,07% | 6,69% |
Janus Henderson Em Mkts Ldrs A USD Acc | 17,73% | 15,70% | 5,89% |
Jpm Emerging Markets Equity D (acc) -usd | 16,65% | 26,66% | 8,97% |
MS INVF Emerging Leaders Equity A | 16,41% | 8,77% | 3,71% |
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Note
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