La politica si muove secondo una logica di inclusione sociale. Dal salario minimo proposto dall’UE che sarà al vaglio degli Stati nei prossimi mesi fino al dividendo per i lavoratori proposto da Emmanuel Macron in Francia. L’inclusione sociale è il nuovo trend in Europa? Sulla carta certamente qualcosa si sta muovendo sulla strada della riduzione della povertà e delle disuguaglianze salariali. Il cammino però è ancora lungo.
Il primo punto a favore dell’inclusione è l’accordo raggiunto tra Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio europeo sulla proposta di direttiva su “un equo salario minimo”. Una novità assoluta? Non proprio. Una legge sul salario minimo c’è già in 21 dei 27 Paesi dell’Unione Europea. Tra questi non c’è l’Italia che non ha una legge come Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia.
Ma il passo fatto dall’UE è certamente importante perché vuole sanare le differenze tra i Paesi UE. Anche se questo non introdurrà un salario minimo uguale per tutti e non inciderà direttamente sulle leggi e sui contratti collettivi nazionali. Oggi il salario minimo più basso d’Europa è pari a 332 euro al mese della Bulgaria, quello massimo è del Lussemburgo con 2.256 euro al mese. Queste differenze saranno sanate? In teoria sì, se si guardano gli obiettivi minimi del documento della Commissione europea.
Lavoro e inclusione sociale: gli obiettivi
In particolare gli obiettivi minimi del documento della Commissione europea sono:
- Assicurare che i salari minimi siano adeguati in tutti i paesi europei.
- Per definire il livello adeguato di un salario minimo tutti i paesi UE dovranno adottare un sistema di governance con criteri definiti (per esempio, potere di acquisto, inflazione, distribuzione e crescita dei salari, produttività nazionale). Il punto di riferimento per stabilire il salario minimo è la soglia di povertà.
- La contrattazione collettiva resta un punto chiave per proteggere i lavoratori e le condizioni di lavoro.
In ogni caso, si tratta di un cambio di rotta significativo nelle politiche del lavoro europeo. Sulla strada di nuovi standard di reddito la Francia di Emmanuel Macron sta facendo un passo avanti ulteriore. Il presidente francese, appena riconfermato, intende riportare in auge la formula di partecipazione agli utili aziendali da parte dei lavoratori teorizzata da Charles De Gaulle.
Secondo Macron, le grandi aziende francesi possono distribuire un dividendo ai lavoratori sulla base dell’utile netto, del capitale sociale e degli stipendi medi della società. Per Macron è necessario ricostruire un contratto sociale tra lavoro e capitale e per questo si è impegnato a triplicare il tetto per i bonus esentasse fino a 6 mila euro.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il nodo dei salari minimi e di nuove forme di contratto è centrale nelle decisioni politiche. Secondo l’analisi di Bloomberg, negli ultimi 30 anni la retribuzione media dei lavoratori a livello globale è generalmente diminuita nelle economie avanzate. Cambiare le politiche del lavoro rientra nell’Obiettivo 10 dell’Agenda 2030 che mira a ridurre le disuguaglianze tra gli Stati e al loro interno attraverso la promozione dell’inclusione sociale, economica e politica di tutti i cittadini, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia e religione.
Per investire sull’inclusione sociale Online SIM ha selezionato portafogli modello offerti dalle migliori società di gestione e specialisti ESG al fine di includere i più recenti investimenti sostenibili:
- MainStreet Partners, esperti nella valutazione e fornitura di dati su fondi ESG. Obiettivo creare portafogli modello capaci di ottenere performance finanziarie ed ottimizzare risultati ambientali, sociali e di buon governo. Il portafoglio Uguaglianza di Genere investe in fondi azionari che privilegiano aziende con solidi fondamentali ed attente al tema della partecipazione femminile nella direzione aziendale.
- Natixis Investment Managers, pionieri degli investimenti sostenibili e specializzati in fondi ESG innovativi, ricercano le performance partendo dalla valorizzazione dell’impatto sociale ed ambientale positivo. Natixis ESG Dynamic Allocation è un portafoglio ESG flessibile costituito da due strategie con finalità differenti: la prima è di lungo periodo (“core”) e prevede l’investimento in fondi internazionali diversificati, la seconda invece è di breve periodo (“satellite”), più dinamica, che cerca di sfruttare in maniera tattica i trend del momento. L’utilizzo di strumenti innovativi come i green e i social bond e di strategie con un chiaro ed esplicito obiettivo di sostenibilità e di impatto in termini di raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
Scopri anche i fondi ESG disponibili sulla nostra piattaforma per investire sui trend di lungo termine della sostenibilità ambientale e sociale.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
Nessun commento