Più azioni e meno obbligazioni. Più Occidente e meno emergenti con un occhio ben puntato su Cina e petrolio. Il 2016 per i mercati azionari non sarà troppo diverso dall’anno che si è appena chiuso (leggi qui il bilancio 2015 di Online Sim). La ragione? Secondo quanto riportano i principali outlook 2016 delle case di investimento mondiali consultati da Online Sim, le variabili in campo e i punti critici che hanno governato le azioni e gli investimenti sui mercati dei money manager non sono cambiate.

Ecco i tre punti chiave che sono il denominatore comune e la base delle linee guida per investire nel 2016.

1) NELLA SFIDA DEL RENDIMENTI VINCONO LE AZIONI DI EUROPA E GIAPPONE

Le azioni sono l’asset preferito dei gestori anche per il 2016. La ragione è data in larga misura dalla politica monetaria delle banche centrali che deprime i rendimenti delle obbligazioni statali e costringe chi vuole restare sui bond ad alzare l’asticella del rischio.

Ma quali sono i mercati preferiti? Secondo l’analisi di NN Investement Partners , il prossimo anno sarà contrassegnato da un’accelerazione delle divergenze tra i mercati finanziari a livello mondiale. Per i money manager olandesi, resta il giudizio positivo sulle Borse di Europa e Giappone che sono destinate a fare meglio degli Stati Uniti. Sulla stessa linea anche il team multiasset di Schroders: “manteniamo un giudizio positivo poiché i nostri indicatori ciclici mostrano segnali di miglioramento, inducendoci a ritenere meno probabile un grave rallentamento economico. Continuiamo a preferire il Giappone e l’Europa (escluso UK) a Stati Uniti e Regno Unito e manteniamo una view negativa sui mercati emergenti”.

Il calo di interesse verso la Borsa americana è dovuto alla politica monetaria della Fed, mentre la politica della Bce orienta i gestori verso l’Europa e il Giappone. La preferenza verso le azioni del Sol Levante è il dinamismo dei prezzi e un’ottima tenuta delle revisioni delle stime sugli utili, secondo l’analisi di Schroders.

2) IL DIVIDENDO FA LA DIFFERENZA NELLA SCELTA DEI TITOLI E DEL SETTORE

Non basta però dire Europa e Giappone per chiudere la partita sulle azioni da preferire nel 2016. Per i money manager a fare la differenza saranno i settori e i titoli a più alto potenziale di fatturato e dividendo. La pensano così Gilles Guibout, Head del Team di Investimento Equity Europa ed Eurozona, Framlington Equities di Axa Investment Managers: “Non modifichiamo sostanzialmente il nostro posizionamento. Continuiamo a privilegiare le società con un vero potenziale di crescita del fatturato e/o degli utili, che sono gli unici elementi ad assicurare una vera capacità di generare risultati, di distribuire dividendi, e di portare ad un abbassamento dei multipli a valori più naturali” ha detto Guibot.

Come nel 2015 la politica di Quantitative Easing della Bce e il basso costo sia del petrolio sia dell’euro costituiranno solidi fattori di sostegno tanto più che il mercato punta ancora su una crescita degli utili a due cifre in Europa. Per La Financiere de l’Echiquier, ci sono opportunità da cogliere nei settori, come le costruzioni, che traggono oggi vantaggio da una ripresa del ciclo. Ma non solo. L’attesa c’è anche per i settori dei beni di consumo e tecnologia che hanno già fatto bene nel 2015.

3) LA VOLATILITÀ RESTA, LA CINA FA ANCORA PAURA E GLI EMERGENTI ZOPPICANO

Nell’analisi 2016 fatta da Philippe Ithurbide, Global Head of Research, Strategy and Analysis di Amundi, si conferma che siamo entrati in una nuova fase di maggiore volatilità. “Se tra il 2008 e il 2014, le banche centrali attraverso le loro azioni hanno pesato, da ora in poi, esse (Fed, BCE e PBoC) causeranno una nuova ondata di quella stessa volatilità” scrive il gestore. “Questo è senza dubbio un movimento duraturo, e anche se non cambia radicalmente le carte in gioco, sta comunque alterando i profili di rischio”.

La variabile da tenere d’occhio è la Cina che da agosto del 2015 è diventata la vera mina dei mercati. Secondo l’analisi di Amundi non ci sarà un crollo, ma rimane l’incertezza che secondo NN Investment Partners porta di sicuro al rallentamento dell crescita del Paese asiatico e al rischio di possibili fallimenti societari. Come dire che la Cina fa ancora paura anche se si cerca di tenerla sotto controllo.

Restano ancora zoppicanti i mercati emergenti che non sono stati aiutati dal rialzo dei tassi Fed. “Il processo di correzione è in corso su questi mercati anche se in modo strutturato, tuttavia le differenze tra i paesi sono significative, determinate dalle differenze di crescita della leva finanziaria, della capacità di adeguamento/attuazione delle riforme e della sensibilità alla domanda della Cina” ha detto Maarten-Jan Bakkum, Senior Strategist per i Mercati Emergenti presso NN Investment Partners.

“Riteniamo che la riduzione della leva finanziaria stia avendo ripercussioni più negative soprattutto in Brasile, Turchia, Malesia e Tailandia.” Eppure, dopo aver sottoperformano  rispetto ai mercati sviluppati per gran parte degli ultimi tre anni, le valutazioni sui mercati emergenti cominciano ad essere nuovamente interessanti. E secondo l’analisi di Natixis Global Asset Management, il contesto è ancora incerto, ma probabilmente nel corso del 2016, i mercati emergenti riacquisteranno parte del loro vecchio lustro.

IDEE DI INVESTIMENTO

Dai punti chiave dell’analisi 2016 fatta dalle principali case di investimento presenti sulla piattaforma Online Sim ecco quali sono i fondi che meglio rispondono alle indicazioni di portafoglio.
La crescita nei paesi avanzati sarà più forte rispetto a quella nei mercati emergenti, non ci sarà nessun crollo in Cina, la stretta monetaria negli Stati Uniti sarà moderata e i tassi di interesse in Europa e in Giappone rimarranno bassi. Questo scenario favorisce le azioni europee. E tra le azioni europee meglio privilegiare settori che sono favoriti dalla ripresa del ciclo come le costruzioni, i beni di consumo e la tecnologia e le azioni con un buon dividendo. I fondi azionari Europa ad alta crescita (categoria Mornigstar: Azioni Europa Large Cap Growth) sono in questo caso la scelta più giusta. Ecco i migliori tre di categoria.

Il secondo mercato su cui investire è il Giappone. Per trovare i migliori fondi per investire sulla Borsa di Tokyo, leggi qui l’analisi di Online Sim che spiega l’opportunità di investire nel Paese anche se è tecnicamente in recessione.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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1 Commento

  1. Roberto Maria
    30 Dicembre 2015 a 16:59 — Rispondi

    Salve!
    L’esperienza ci insegna che quando Wall Street prende il raffreddore, le borse europee pigliano l’influenza, se non la polmonite.
    Non sarà così anche questa volta?!
    Grazie a chi mi risponderà!
    Roberto Maria

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