Prima la Luna poi Marte. La prima missione spaziale affidata dalla Nasa, l’agenzia spaziale americana, a un privato con il lancio di Space exploration technologies, ovvero SpaceX, dell’imprenditore visionario Elon Musk verso la Luna segna una svolta nella strategia spaziale americana e l’inizio di una nuova era secondo gli analisti di Morgan Stanley che prevedono l’inizio di una vera economia spaziale. Per Musk che ha fondato Space X nel 2002 è l’inizio di un sogno che si avvera: il suo obiettivo è da sempre rivoluzionare la tecnologia dei viaggi nello spazio fino a rendere possibile la vita degli uomini su altri pianeti, su Marte in particolare. Per la Nasa si tratta del primo lancio del nuovo programma Commercial Crew che ha portato l’agenzia spaziale a esternalizzare gran parte dei costi ribaltandoli sui privati per riprendere a volare nello spazio. Il Commercial Crew costa, infatti, circa 30 miliardi di dollari in meno rispetto a Constellation, il precedente programma voluto da Barack Obama che si era poi fermato a causa dei costi troppi elevati.

Per le aziende che, da sempre, hanno puntato sull’economia dello spazio si tratta di una svolta epocale. La prova è che mentre il 30 maggio 2020 il veicolo Space X con a bordo gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley atterrava alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per la missione denominata Demo-2 che durerà più di 100 giorni, le azioni di Virgin Galactic dell’altro imprenditore visionario, Richard Branson, sono Salite di quasi il 10% e guadagnano circa il 60% da gennaio 2020. Lo stesso andamento hanno ottenuto le azioni di Tesla che fa capo a Elon Musk che sono state le prime a sovraperformare con un balzo di oltre il 4% in un solo mese. La borsa, come sempre, anticipa una tendenza dato che Virgin Galactic non genera ancora profitti significativi e da febbraio ha ripreso a raccogliere denaro dagli investitori per futuri voli spaziali. Non c’è dubbio però che la prima missione privata nello spazio apre le porte a una nuova economia dove tutti, non solo le imprese coinvolte direttamente possono guadagnare dato che un secondo volo della navicella Space X nell’ambito del programma Nasa è già previsto nell’estate del 2021.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’avvio delle missioni spaziale private finanziate dal programma Nasa riapre le porte con forza al turismo spaziale dove a giocarsi la partita oltre a Space X e Virgin Galactic c’è anche Blue Origin, la compagnia missilistica di Jeff Bezos. Tanto c’è già una prima missione che fa gola a tutti: portare la prima donna sulla Luna entro il 2024. Il progetto è finanziato dalla Nasa con quasi 1 miliardi di dollari e vede in corsa SpaceX, Blue Origin e Dynetics. Il programma che prende il nome di Artemis, sorella di Apollo, e prevede l’allunaggio degli astronauti tra quattro anni con l’obiettivo di costruire un insediamento stabile sul Pianeta. Si tratta del primo passo verso il secondo obiettivo che è il sogno di Musk: mettere un piede su Marte. Per questo Musk ha già costruito il razzo Starship, ma per ora le missioni su Marte saranno fatte solo con robot, la prima a partire a luglio 2020 con il progetto Mars 2020 della Nasa, Hope degli Emirati Arabi e Tianwen 1 della Cina.
Secondo i calcoli di Morgan Stanley Research, la space economy vale già 350 miliardi di dollari e ha un potenziale di crescita esponenziale da qui al 2040: tra 1.100 e 1.700 miliardi di dollari. Ed è una grossa occasione di investimento nel lungo termine con diverse sfaccettature e alcuni driver importanti tra cui:

  • la sicurezza alimentare grazie ai satelliti che monitorano l’agricoltura e la pesca per migliorare la tracciabilità dei prodotti e a supportare modelli predittivi per l’approvvigionamento di cibo in tutto il mondo;
  • i Big data con il lancio in orbita costellazioni di satelliti che possono facilitare l’accesso al Web alle persone che oggi non sono in Rete perché vivono in regioni in cui l’installazione di un’infrastruttura di accesso a Internet tradizionale è antieconomica o irrealizzabile come l’Africa.

Per investire sulla space economy ci sono fondi azionari specializzati in tecnologia che dedicano parte del portafoglio a questo trend (Categoria Morningstar Azionari Settore Tecnologia).

La Top 5 dei fondi che investono in tecnologia

ProdottoRendimento YTDRendimento 1y
BGF World Technology Fund Classe E217,03%30,76%
Jpm Us Technology D (acc) - Usd16,07%25,38%
Franklin Technology Fund A (acc) EUR14,59%24,14%
Polar Capital Funds PLC - Polar Capital Global Technology Fund Income EUR12,93%25,23%
Janus Henderson Horizon Fund - Global Technology Fund9,73%25,86%
Nella tabella, i migliori fondi azionari che investono in maniera globale sulla tecnologia ordinati per rendimento da gennaio 2020. Dati in euro aggiornati a maggio 2020. Fonte: Morningstar.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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