Sono stati il prodotto più innovativo degli ultimi 5 anni e ora i Piani Individuali di Risparmio a lungo termine (PIR) – introdotti dalla legge di bilancio 2017 e potenziati con il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2020 – fanno un passo in più per sostenere l’economia reale.

Accanto ai PIR ordinari che investono in PMI quotate prevalentemente sul segmento AIM di Borsa italiana, adesso sono operativi anche i PIR alternativi che possono investire in PMI non quotate e che hanno riscosso successo presso i risparmiatori italiani, imponendosi come una forza di crescita del sistema imprenditoriale del Paese e come una fonte di finanziamento alternativa al canale bancario per lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI) quotate. Il via libera a questi nuovi PIR è arrivato con il Decreto Rilancio. Scopri perché e come sono particolarmente vantaggiosi nella gestione di titoli illiquidi.

PIR alternativi: cosa dice il Decreto Rilancio

Il Decreto Rilancio approvato dal Governo e già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ha accolto le richieste di Assogestioni, l’associazione che racchiude le imprese del settore del risparmio gestito, per facilitare la ripresa del sistema delle imprese italiane dopo il Covid-19.

Lo strumento attraverso cui i risparmiatori possono finanziare la ripresa delle aziende italiane è il Piano di risparmio a lungo termine (PIR) che è stato potenziato con nuovi PIR a beneficio di Pmi non quotate sul Ftse Mib e Ftse Mid. Si tratta di un PIR complementare al PIR ordinario, votato agli investimenti in strumenti non quotati, scambiati sui cosiddetti mercati privati. I PIR alternativi sono rivolti soprattutto alla clientela più patrimonializzata perché l’oggetto dell’investimento è tipicamente illiquido, richiede tempi lunghi di investimento e si caratterizza per un alto livello di rischiosità.

Vediamo in dettaglio cosa dice il Decreto Rilancio all’articolo 136 “Incentivi per gli investimenti nell’economia reale”:

  1. All’articolo 13-bis del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157, dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti commi:
  2. «2-bis. Per i piani di risparmio a lungo termine che, per almeno i due terzi dell’anno solare di durata del piano, investano almeno il 70% del valore complessivo, direttamente o indirettamente, in strumenti finanziari, anche non negoziati in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione, emessi o stipulati con imprese residenti nel territorio dello Stato ai sensi dell’articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, o in Stati membri dell’Unione europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo con stabile organizzazione nel territorio dello Stato, diverse da quelle inserite negli indici FTSE MIB e FTSE Mid Cap della Borsa Italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati, in prestiti erogati alle predette imprese nonché in crediti delle medesime imprese, il vincolo di cui all’articolo 1, comma 103, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, è elevato al 20%.
  3. 2-ter. Nel caso di investimenti qualificati di cui all’articolo 1, comma 104, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, i vincoli di investimento di cui ai commi 2 e 2-bis:
    1. devono essere raggiunti entro la data specificata nel regolamento o nei documenti costitutivi dell’organismo di investimento collettivo del risparmio;
    2. cessano di essere applicati quando l’organismo di investimento inizia a vendere le attività, in modo da rimborsare le quote o le azioni degli investitori;
    3. sono temporaneamente sospesi quando l’organismo di investimento raccoglie capitale aggiuntivo o riduce il suo capitale esistente, purché tale sospensione non sia superiore a 12 mesi.
  4. All’articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232, sono apportate le seguenti modificazioni:
    1. il comma 101, ultimo periodo, è sostituito dai seguenti: «Per i piani di risparmio a lungo termine di cui all’articolo 13-bis, comma 2-bis, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157, gli investitori possono destinare somme o valori per un importo non superiore a 150.000 euro all’anno e a 1.500.000 euro complessivi. Ai soggetti di cui ai commi 88 e 92 non si applicano i limiti di cui al presente comma.»;
    2. il comma 112 è sostituito dal seguente: «112. Ciascuna persona fisica di cui al comma 100 può essere titolare di un solo piano di risparmio a lungo termine costituito ai sensi del comma 101, e di un solo piano di risparmio costituito ai sensi del comma 2-bis dell’articolo 13-bis del decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157; ciascun piano di risparmio a lungo termine non può avere più di un titolare. L’intermediario o l’impresa di assicurazioni presso il quale sono costituiti i piani, all’atto dell’incarico acquisisce dal titolare un’autocertificazione con la quale lo stesso dichiara di non essere titolare di un altro piano di risparmio a lungo termine costituito ai sensi del comma 101, o di un altro piano costituito ai sensi del predetto art. 13-bis, comma 2-bis, del decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157.».
  5. L’articolo 36-bis del decreto legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, è abrogato.
  6. Alle minori entrate derivanti dal presente articolo valutati in 10,7 milioni di euro per l’anno 2020, 55,2 milioni di euro per l’anno 2021, 93,3 milioni di euro per l’anno 2022, 137,8 milioni di euro per l’anno 2023, 188,8 milioni di euro per l’anno 2024, 240,2 milioni di euro per l’anno 2025, 291,7 milioni di euro per l’anno 2026, 343,2 milioni di euro per l’anno 2027, 394,7 milioni di euro per l’anno 2028, 446,2 milioni di euro per l’anno 2029, 450,5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2030, si provvede ai sensi dell’articolo 265.

Perché investire titoli illiquidi in PIR alternativi

Aiutare il rilancio del sistema economico italiano dopo la pandemia da coronavirus è la prima ragione per investire in PIR alternativi. Secondo l’analisi di Assogestioni con i PIR alternativi si ottiene anche un altro obiettivo importante: ottenere rendimenti potenzialmente meglio diversificati e superiori a quelli ormai bassissimi degli investimenti monetari e a breve termine, compressi verso lo zero dall’azione delle banche centrali.
Il primo obiettivo dei PIR alternativi è in ogni caso accentuare il ruolo del risparmio gestito come risorsa finanziaria collettiva. La prova è che questi strumenti investono anche in titoli illiquidi in modo da stimolare il tessuto imprenditoriale italiano delle imprese di piccole dimensioni.

Di seguito le caratteristiche dei PIR alternativi:

  • La soglia minima di investimento è di 150 mila euro ogni anno fino al raggiungimento di un tetto massimo di 1,5 milioni di euro.
  • Ci sono dei vincoli di investimento stringenti: investono almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari emessi da imprese con stabile organizzazione in Italia diverse da quelle inserite negli indici FTSE MIB e FTSE Italia Mid Cap, nonché in crediti delle medesime imprese e in prestiti a esse erogati. Il limite alla concentrazione degli investimenti in strumenti finanziari emessi dalla stessa impresa o da altra impresa appartenente al medesimo gruppo è previsto al 20% rispetto al 10% dei Pir ordinari.
  • Possono assumere qualunque forma ma dato che l’oggetto di investimento è illiquido si prestano a essere realizzati soprattutto tramite l’utilizzo di strumenti per i quali non ci siano i problemi di liquidità tipici dei fondi aperti: Eltif, fondi di private equity, fondi di private debt.
  • In particolare la formula degli Eltif, ovvero European long term investment fund, lanciati nel 2015 in Europa come fondi che permettono di investire sulle piccole imprese con un’ottica di medio e lungo periodo, sembra quella preferita dai gestori. Gli Eltif sono stati recepiti nei regolamenti dei singoli Paesi Ue nel 2018.

Rischi, tempi e vantaggi dell’investimento di azioni illiquide nei PIR alternativi

La rischiosità dei PIR alternativi è più alta rispetto a un PIR ordinario. Per questa ragione i PIR alternativi, sono adatti a una clientela private banking e hanno soglie di investimento più elevate e differenti vincoli di investimento rispetto ai PIR tradizionali.
I PIR alternativi offrono gli stessi vantaggi fiscali dei PIR tradizionali: l’incentivo dell’esenzione fiscale sui rendimenti finanziari a patto che il risparmiatore si impegni a mantenere gli investimenti per almeno cinque anni. La formula dei PIR alternativi non è quindi molto diversa da quelli ordinari. La vera differenza la fa l’oggetto d’investimento: i titoli illiquidi. In pratica, i PIR alternativi aprono le porte ai clienti italiani del privati banking all’investimento sui mercati privati che in Europa conta già un buon numero di prodotti attivi.
Secondo l’analisi di Assogestioni, investire in prodotti finanziari illiquidi offre alcuni vantaggi per i gestori che possono generare rendimenti più alti e avere i portafogli più diversificati. Rimangono alcune criticità a causa della natura illiquida degli investimenti che compongono questi prodotti e che sono più forti ogni volta che la volatilità aumenta.

Dopo la conferenza online di Assogestioni “Pir e fondi alternativi per far ripartire l’Italia nella Fase 3” è stato realizzato da Focus Risparmio un Dossier PIR completo con tutte le ultime novità che potete scaricare qui.

IDEE DI INVESTIMENTO

In attesa dell’arrivo dei nuovi PIR alternativi sul mercato italiano, l’offerta di PIR ordinari disponibili è molto ampia e offre rendimenti di tutto rispetto. Nella tabella in basso, l’elaborazione di Fida evidenzia i i migliori PIR ordinari.

I migliori PIR ordinari venturi in Italia

ProdottoCategoria FidaPerformance 3yVolatilità 3yPerformance 5y
Arca Economia Reale Equity Italia Eur Classe PAzionari Italia - Mid & Small Cap4,41%19,63%39,12%
New Millennium Augustum Italian Diversified Bond Classe A AccObbligazionari Area Euro - Corporate e Governativi3,95%8,75%10,12%
Soprarno Ritorno Assoluto Classe ARitorno Assoluto Europa-1,39%5,34%6,80%
Zenit Mc Obbligazionario Classe RDiversificati Euro Difensivi-1,66%6,13%1,53%
Fondersel P.M.I.Azionari Italia - Mid & Small Cap-1,94%17,89%9,68%
Investimenti Azionari Italia Classe AAzionari Italia - Mid & Small Cap-3,35%19,13%3,80%
Arca Azioni ItaliaAzionari Italia - Mid & Small Cap Value-5,56%19,57%-2,50%
Schroder Italian Equity Classe AAzionari Italia - Mid & Small Cap-6,53%20,40%-2,78%
Schroder Italian Equity Classe BAzionari Italia - Mid & Small Cap-8,19%20,39%-5,64%
Schroder Italian Equity Classe A1Azionari Italia - Mid & Small Cap-8,61%20,39%-6,35%
Fidelity Italy Fund classe AAzionari Italia - Mid & Small Cap Value-9,78%19,63%-10,84%
FF - Italy Fund - A - EURAzionari Italia - Mid & Small Cap Value-9,79%19,65%-10,85%
Acomea Italia A1Azionari Italia - Mid & Small Cap-11,28%21,38%-14,91%
Fidelity Italy Fund E AccAzionari Italia - Mid & Small Cap Value-11,79%19,63%-14,13%
Zenit Mc Pianeta Italia Classe RAzionari Italia - Mid & Small Cap-11,96%17,41%-9,64%
Zenit Multistrategy Sicav Stock-picking Classe RAzionari Italia - Mid & Small Cap-20,34%18,41%-22,23%
Nella tabella, i migliori PIR ordinari venduti in Italia ordinati per rendimento a 3 anni. Dati in euro aggiornati a giugno 2020. Fonte: Fida.

Sulla piattaforma Online SIM è possibile sottoscrivere i fondi PIR e aprire un conto dedicato.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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