Le storie battono la musica quando si tratta di piattaforme digitali.

Non stiamo parlando di numeri ma di potenziali ricavi che società come Spotify, Apple e Amazon pensano di poter realizzare sviluppando Podcast originali sul proprio canale. Qualche numero per capire quanto sta crescendo questo trend: secondo un’analisi di Bloomberg, nel 2018 su Spotify giravano circa 2.500 Podcast, oggi sulla stessa piattaforma ci sono 2 milioni di Podcast. L’aumento di questi contenuti non è figlio solo di una moda che, innegabilmente, esiste e ha attirato anche le aziende come nuova frontiera del branded content in chiave commerciale o meno.

La crescita esponenziale è prima di tutto degli investimenti che le piattaforme digitali dell’audio hanno fatto negli ultimi due anni: Spotify, per esempio, ha speso quasi 900 milioni di dollari per acquisire la società di produzione Gimlet Media e la società di tecnologia Anchor specializzate in podcast e investito milioni in diritti esclusivi per spettacoli di celebrità come Kim Kardashian e la star di TikTok Addison Rae. I due programmi più popolari sono The Joe Rogan Experience del comico Joe Rogan e The Michelle Obama Podcast, e ora Spotify si aspetta grandi numeri dai Podcast del principe Harry e di sua moglie Meghan Markle sperando di battere Apple che in America ha ancora il maggior numero di ascoltatori.

I contenuti originali in Podcast sono l’eldorado dei ricavi per le piattaforme di streaming perché con la musica il guadagno è risicato una volta pagati i diritti d’autore a cantanti, musicisti e case discografiche. Secondo i calcoli di Bloomberg, infatti, ogni 5 dollari incassati il guadagno è di 1,25 dollari una volta retrocessi i diritti d’autore, troppo poco per fare stare in piedi un modello di business nel lungo termine.

Per cercare di guadagnare di più, subito la quotazione in Borsa, Spotify ha tentato di introdurre un nuovo modello di ricavi, cercando di convincere gli artisti a mollare le case discografiche, caricando direttamente i propri contenuti e guadagnando di più, eliminando gli intermediari che sono un pezzo della filiera musicale. Questo tentativo non ha avuto molto successo perché le case discografiche hanno fatto pressione sui cantanti e sono veramente pochi gli artisti che possono farne a meno. Il fallimento di questo modello ha portato Spotify e le altre verso il podcasting che è l’unica maniera per fare ricavi una volta pagati gli artisti.

Spotify, secondo un’analisi di Bloomberg, ha già convertito più del 20% dei suoi 320 milioni di utenti totali, circa 70 milioni di persone in tutto il mondo, all’ascolto di podcast. Più grande è il pubblico, più facile è aumentare gli introiti pubblicitari secondo un modello di ricavi che si basa su annunci e canone degli abbonati. Il mercato dei Podcast resta comunque ancora una nicchia e vale in America 1 miliardo di dollari di vendite pubblicitarie, contro i 14 miliardi di dollari della radio.

Ma non c’è solo l’America e Spotify ha in Europa un bacino potenziale importante anche se qui i numeri sono più contenuti: secondo i dati di Statista, in Europa il valore degli investimenti pubblicitari nel formato podcast dovrebbe raggiungere i 207,2 milioni di euro nel 2023 (contro 38,6 milioni di euro del 2019). I concorrenti, ovviamente, non stanno a guardare: Apple Music sta finanziando serie originali e ha in programma un progetto di ampliamento della sua attività di podcasting. Amazon, che nell’ascolto audio di storie è il più grande rivale di Spotify, ha appena acquisito Wondery, un importante produttore di podcast, e ha in progetto di ampliare l’acquisto di programmi per la sua app musicale e il suo servizio di audiolibri, Audible.

IDEE DI INVESTIMENTO

La pandemia da Covid-19 ha accelerato il consumo online di contenuti non solo musicali.

Il megatrend delle piattaforme di streaming era già in atto ma ha avuto un’accelerazione e nel caso dei consumi tv, secondo una ricerca di Morgan Stanley, potrebbe far crescere gli utenti di streaming a pagamento a 575 milioni entro il 2022 (contro 187 milioni nel 2017). Il podcast è un’evoluzione della radio digitale con contenuti simili alla televisione e all’audiolibro, una nicchia che basa sulla pubblicità e l’abbonamento degli utenti i potenziali ricavi.

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La Top 5 dei fondi che investono in tecnologia

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Nella tabella i migliori fondi azionari globali che investono in tecnologia ordinati per rendimento a un anno. Dati in euro aggiornati a gennaio 2021. Fonte: Morningstar.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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