Le celebrazioni per il Capodanno cinese che celebra il nuovo anno lunare sono partite il 5 febbraio e si concluderanno il 19 febbraio con la tradizionale Festa delle Lanterne che, come la nostra Befana, tutte le feste si porta via. Per la Cina il nuovo anno comincia sempre in un giorno compreso compreso tra il 21 gennaio e il 20 febbraio e segue il calendario lunare tradizionale. Dopo un 2018 in frenata, per la Cina il 2019 è l’anno del maiale, il segno che è simbolo di ricchezza e prosperità e sembra essere di buon auspicio per una ripartenza del Paese dato che il maiale è un animale fondamentale, anche per l’economia del Paese. Per gli investitori questo è un buon momento per dare un nuovo sguardo alle prospettive di crescita dell’economia cinese e, per estensione, all’economia globale e ai mercati non statunitensi.

Si parte da un 2018 non brillante: nell’ultimo anno, l’indice dei principali titoli cinesi è sceso di oltre il 28% e questo di deve, in particolare, alle tensioni create dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il tasso di crescita annuale reale del Prodotto interno lordo (PIL) è del 6,6% nel 2018 che è un ottimo risultato se paragonato alle crescite asfittiche dei Paesi occidentali, ma per Pechino è il livello più basso mai toccato dal 1990 a oggi e, in particolate, la crescita nel quarto trimestre 2018 è stata “solo” del 6,4%, la più bassa dell’ultimo decennio.

Non c’è dubbio che una frenata della Cina ha conseguenze sull’economia globale in generale perché il Paese rappresenta quasi il 20% del PIL globale e il 27% della produzione manifatturiera mondiale, ma ci sono ragioni per essere ottimisti nel 2019.

Secondo un’analisi di Morgan Stanley Wealth Management, sono tre i motivi per cui la Cina potrebbe presto rimbalzare e diventare una storia interessante su cui puntare nel lungo termine:

  • Il governo ha avviato un piano per stimolare la crescita, che include misure che dovrebbero consentire alle banche di concedere maggiori prestiti, alle aziende risparmiare sulle tasse e a banche e governi locali di poter emettere più obbligazioni.
  • È probabile che le tensioni commerciali con gli Usa si affievoliscano. La scadenza di marzo è fondamentale, ma ci sono ragioni per essere ottimisti.
  • La politica della Banca centrale americana (FED) è diventata più accomodante, con uno stop al rialzo dei tassi per il momento, e questo ha indebolito il dollaro. Tutto ciò favorisce la Cina che a sua volta ha spazio di manovra per ridurre i tassi di interesse.

Eppure, il sentiment sulla Cina è ancora negativo e il Paese è considerato oggi più rischioso rispetto al passato. Secondo l’analisi di Martin Gilbert, Co-Chief Executive, Aberdeen Standard Investments, l’economia sta affrontando venti contrari nel breve termine, il quadro appare molto più positivo a lungo termine. «I policy maker stanno orientando l’economia cinese verso una maggior dipendenza dai consumi interni per stimolare una crescita autosufficiente» ha detto Gilbert. «La crescita della classe media può alimentare gli utili delle aziende locali per gli anni a venire. Il paese, dopo tutto, vanta circa 380 milioni di Millennals che guadagnano più di quanto abbiano fatto i loro genitori».

IDEE DI INVESTIMENTO

Lo scivolone dei prezzi delle azioni cinesi nel 2018 hanno portato le valutazioni a livelli molto più allettanti rispetto, per esempio, quelle degli Stati Uniti. «Il rallentamento degli utili ha già fatto il suo corso negli ultimi due trimestri ed è ormai assodato che la guerra commerciale e i relativi negoziati sono destinati a proseguire» ha detto Jin Xu Gestore di portafoglio azionario asiatico di Columbia Threadneedle Investments. «Sul fronte delle valutazioni, la Cina scambia a un P/E prospettico di circa 10 volte, quando nell’ultimo decennio la forbice del P/E si è attestata intorno a 9,5-14,54: il mercato cinese è dunque interessante da questo punto di vista».

Per un investitore che punta su una crescita a lungo termine questo è il momento di compiere una diversificazione sulla Cina che sta aprendo sempre di più i suoi mercati dei capitali agli investitori stranieri: FTSE, MSCI e S&P stanno aggiungendo sempre più azioni cinesi A-shares ai loro indici globali, per esempio, e questo contribuisce a una cultura di investimento di lungo termine, secondo l’analisi di Aberdeen Standard Investments. E questo vale anche il mercato obbligazionario dato che Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond Index si appresta ad aggiungere il debito denominato in Renminbi a partire da aprile 2019. S&P è inoltre appena diventata la prima agenzia di rating estera a ricevere l’autorizzazione ad assegnare un rating a emittenti ed emissioni onshore. L’introduzione di standard globali nel processo di determinazione del rischio di credito amplificherà le potenzialità del mercato a livello mondiale.

Per Patricia Schuetz, Senior Client Portfolio Manager di Pictet asset management, la Cina è un gioco di equlibrio per gli obbligazionisti: «Il mercato obbligazionario cinese è sempre più maturo, diversificato e internazionale, mentre il renminbi è indicato come la valuta di riserva del futuro», ha detto Schuetz. «Un ulteriore fattore di attrattiva del mercato è il fatto che le obbligazioni cinesi offrono rendimenti relativamente elevati e non particolarmente correlati con quelli delle altre classi di attivi».

Per diversificare una parte del portafoglio sul mercato cinese con un obiettivo di lungo termine si può scegliere la strada dei fondi azionari che puntano sulle A-shares e dei fondi obbligazionari che investono in obbligazioni denonimate in Renminbi emesse in Cina (onshore):

I migliori fondi azionari che investono sulle azioni classe A cinesi

ProdottoRendimento 1yRendimento YTD
Aberdeen Global - China A Share Equity Fund Classe A Acc USD-10,01%7,95%
MS INVF China A-shares C-11,28%6,30%
Schroder ISF China A A Acc USD-14,96%8,14%
Heptagon Harvest China A Shrs Eq C $ Acc-15,61%7,32%
MW TOPS China A Share UCITS E USD-17,23%8,98%
Nella tabella. i migliori fondi azionari che investono in Cina sulle cosiddette A-shares ordinati per rendimento a un anno. Fonte Morningstar Direct. Dati in euro disponibili a febbraio 2019.

I migliori fondi obbligazionari che investono in bond cinesi in Renminbi

ProdottoRendimento 1yRendimento YTD
Schroder ISF RMB Fixed Income A Acc EUR10,37%4,24%
CS (Lux) China RMB Credit Bond B USD9,13%2,79%
Parvest Bond RMB C C9,08%2,50%
Neuberger Berman China Onshore Bd USD I8,10%3,99%
Pictet-Chinese Local Currency Debt Classe R EUR Acc8,08%2,66%
Nella tabella, i fondi obbligazionari che investono in obbligazioni emesse in Renminbi ordinati per rendimento a un anno. Fonte: Morningstar Direct. Dati in euro aggiornati a febbraio 2019.

 

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

 

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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