Con disinflazione ci si riferisce al fenomeno di riduzione dell’inflazione annua: scopri cosa significa e le differenze con la deflazione.

Cos’è la disinflazione

La disinflazione è il fenomeno economico in cui il tasso di inflazione diminuisce nel tempo, pur rimanendo positivo. In sostanza, i prezzi continuano ad aumentare, ma a un ritmo più lento rispetto a prima. Per esempio, l’inflazione in Italia nel 2023 è stata del 5,9%. Secondo le previsioni di Banca d’Italia, nel 2024 dovrebbe scendere all’1,1% e questo significa che si è verificata disinflazione: i prezzi continuano ad aumentare, ma solo dell’1,1% invece che del 5,9%.

In sintesi, la disinflazione è un rallentamento dell’inflazione e può indicare che l’economia sta tornando verso una stabilità dei prezzi, ma deve essere monitorata per evitare il rischio di cadere in una fase di deflazione.

Cos'è la disinflazione

Disinflazione e deflazione: le differenze

Disinflazione e deflazione sono due concetti economici distinti, anche se spesso confusi, perché entrambi riguardano i cambiamenti nel livello dei prezzi. Ecco le differenze principali:

  1. La disinflazione si riferisce a una riduzione del tasso di inflazione, cioè del ritmo con cui i prezzi aumentano. La deflazione invece indica una diminuzione effettiva dei prezzi, quindi un tasso di inflazione negativo.
  2. La disinflazione è generalmente il risultato di politiche economiche restrittive, come un aumento dei tassi d’interesse da parte della banca centrale per ridurre la domanda e contenere l’inflazione o la riduzione della spesa pubblica. La deflazione di solito deriva da una domanda di beni insufficiente, per esempio in periodi di recessione, da un eccesso di capacità produttiva, da un calo dei prezzi delle materie prime o da una crisi economica che porta a una riduzione della spesa da parte di imprese e consumatori.
  3. La disinflazione tende a essere meno pericolosa per la salute dell’economia perché rappresenta un rallentamento dell’inflazione senza effetti negativi e, spesso, è considerata un segnale positivo di stabilizzazione dei prezzi. La deflazione è generalmente considerata negativa per l’economia. Inoltre, la deflazione aumenta il peso reale del debito, rendendo più difficile per aziende e famiglie ripagare i prestiti.
  4. Con la disinflazione i prezzi aumentano lentamente favorendo i consumi, aumentando il potere di acquisto e profitti delle aziende. Con la deflazione i consumatori possono inizialmente beneficiare di prezzi più bassi, ma se la deflazione persiste, possono trovarsi in un’economia stagnante. Le imprese possono vedere ridursi i profitti, essere costrette a tagliare i costi.

Disinflazione e deflazione le differenze

Come procede la disinflazione in Europa

Nel 2024, l’Europa ha visto un netto calo dell’inflazione, avvicinandosi all’obiettivo della Banca Centrale Europea (BCE) del 2% dopo il picco del 10,6% registrato nel 2022. Questa disinflazione è stata guidata da una combinazione di fattori:

  • il calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime;
  • l’aumento delle scorte;
  • una politica monetaria restrittiva da parte della BCE.

A settembre 2024, l’inflazione nell’area euro si è ridotta all’1,8%, con una diminuzione significativa rispetto al 2,2% di agosto e, secondo le proiezioni Eurostat, dovrebbe risalire al 2% a ottobre 2024. Al calo hanno contribuito in maniera significativa i prezzi dei beni, mentre il settore dei servizi ha mostrato ancora pressioni inflazionistiche, soprattutto a causa della crescita salariale, mantenendo un’inflazione di circa il 4% nel settore dei servizi.

Nonostante l’inflazione complessiva si sia ridotta, la disinflazione nei servizi resta lenta, una tendenza visibile anche in altre economie avanzate. I dati della Banca Centrale Europea (BCE) suggeriscono che, nonostante le difficoltà, l’inflazione potrebbe stabilizzarsi attorno al 2% nei prossimi anni, anche se la fase finale della disinflazione potrebbe incontrare sfide significative, come il rischio di rallentamenti economici e tensioni sui mercati del lavoro e degli investimenti. La crescita economica europea per il 2024 è prevista attorno allo 0,8% nella zona euro e all’1% nell’UE.

Questi livelli riflettono l’impatto delle attuali politiche monetarie e delle dinamiche di consumo e investimento.

Rischi e opportunità della disinflazione

La disinflazione può creare un ambiente economico più stabile e prevedibile, ma deve essere attentamente monitorata per evitare rischi di stagnazione e pressione sui debiti. Vediamo in particolare quali sono i rischi e le opportunità secondo l’analisi della Commissione europea.

Rischi della disinflazione

  • Possibile stagnazione economica. Se la disinflazione si trasforma in deflazione, c’è il rischio che i consumatori posticipino gli acquisti in attesa di prezzi più bassi, riducendo la domanda. Questo comportamento può portare a una stagnazione economica, con effetti negativi su produzione e occupazione.
  • Aumento del costo reale del debito. In un contesto di bassa inflazione, il valore reale dei debiti aumenta, penalizzando imprese e famiglie indebitate. Ciò potrebbe portare a una riduzione della spesa e degli investimenti, con potenziali ricadute negative per l’intera economia.
  • Rischio di deflazione. La disinflazione può scivolare verso una deflazione, ovvero una fase in cui i prezzi scendono in modo generalizzato. La deflazione crea un circolo vizioso per l’economia, poiché le aziende tendono a ridurre la produzione e a tagliare posti di lavoro, e i consumatori rinviano ulteriormente gli acquisti. Questo rallentamento della domanda genera ulteriori pressioni al ribasso sui prezzi, accentuando il rischio di una crisi economica profonda.
  • Effetti negativi sugli utili aziendali. Con una crescita più moderata dei prezzi, le aziende potrebbero trovarsi in difficoltà a mantenere i margini di profitto. Se l’inflazione scende rapidamente mentre i costi di produzione restano stabili o aumentano (come i salari e i costi energetici), le imprese potrebbero vedere ridursi la redditività. Questo può portare a una contrazione dell’attività economica e a tagli occupazionali.

Opportunità della disinflazione

  • Stabilità dei prezzi. Un tasso di inflazione ridotto aiuta a mantenere il potere d’acquisto dei consumatori, rendendo i beni e i servizi più accessibili rispetto a un contesto di inflazione elevata.
  • Riduzione della pressione sui salari. Con un’inflazione contenuta, le richieste di aumenti salariali tendono a essere moderate, poiché i lavoratori non percepiscono più il rischio di un rapido aumento del costo della vita. Questo può ridurre le pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi, dove i salari sono una componente importante dei costi.
  • Condizioni favorevoli per le banche centrali. La disinflazione facilita il compito delle banche centrali nel raggiungere obiettivi di inflazione a medio termine (circa il 2%). In tal modo, le politiche monetarie possono tornare a un’impostazione meno restrittiva, favorendo la crescita economica e stimolando investimenti e credito.

Come investire in disinflazione

In un contesto di disinflazione, gli investitori devono rivedere le proprie strategie per adattarsi ad un rallentamento della crescita dei prezzi. Durante fasi di disinflazione, diversi asset possono offrire opportunità di investimento, specialmente considerando l’impatto del rallentamento dell’inflazione su mercati obbligazionari e azionari. Ecco alcune delle strategie di investimento secondo Allianz GI, Alliance Bernstein e AXA Investment Managers:

  • Obbligazioni a lunga scadenza e investment-grade. Con l’aspettativa che i tassi si stabilizzino, le obbligazioni con scadenze più lunghe possono risultare interessanti. In questo scenario, titoli di stato e corporate bond di alta qualità possono beneficiare dell’allentamento dei tassi e della disinflazione, in quanto sono meno vulnerabili all’inflazione elevata e possono offrire rendimenti stabili in uno scenario di rallentamento dei prezzi.
  • Settori difensivi e azioni con flussi di cassa stabili. Con la normalizzazione dell’inflazione sono da preferire le azioni nei settori difensivi, come utilities e beni di consumo. Questi settori tendono a fornire flussi di cassa costanti, indipendentemente dalle oscillazioni economiche, e sono quindi più resilienti in fasi di disinflazione.
  • Focus sui dividendi stabili. In periodi di disinflazione, i rendimenti dei dividendi diventano una componente importante del ritorno complessivo sugli investimenti. Settori come telecomunicazioni e utility, che offrono spesso dividendi elevati e stabili, sono attraenti in questo contesto.
  • Multi-asset e diversificazione geografica: Una strategia multi-asset che includa un mix di azioni e obbligazioni ben distribuite tra aree geografiche può contribuire a bilanciare i rischi. La parola d’ordine è diversificare e bilanciare il portafoglio di investimento.
  • Oro come protezione contro le incertezze. Anche in un contesto di disinflazione, l’oro e i beni rifugio restano popolari per diversificare il portafoglio e proteggersi da potenziali instabilità economiche. L’oro, in particolare, può risultare interessante se la disinflazione si avvicina alla deflazione, creando timori di recessione.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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