Al G20 di Amburgo i leader dell’Unione europea e il Giappone hanno approvato un accordo preliminare di libero scambio importante dal punto di vista simbolico, perché rafforza i legami commerciali per alcune categorie merceologiche, in particolare beni agricoli (export da EU) e autoveicoli (export da Giappone). Per l’Europa è ipotizzabile un azzeramento dei dazi su alcolici, pasta e formaggi a pasta dura come Parmigiano provenienti dall’Ue, riconoscimento di 205 Dop e Igp europee di cui 44 italiane tra vini, formaggi, frutta e prosciutti. In questo modo, entro 15 anni l’Europa diventerà il principale partner del Giappone per gli scambi agroalimentari.

L’accordo ha sicuramente un valore economico e commerciale molto forte, non fa sorridere solo gli agricoltori Ue ma tutto il settore agroalimentare, e prevede anche un impegno specifico sugli accordi di Parigi per salvaguardare il clima e l’ambiente. Il valore dell’accordo bilaterale “il più importante mai raggiunto dall’Unione Europea” si sottolinea nell’annuncio, è chiaramente anche politico con l’Unione europea, Germania in testa, che si fa promotrice di una nuova forma di globalizzazione sempre fondata sul libero scambio che va contro il protezionismo dell’America di Donald Trump.

Del resto, nel nuovo scacchiere commerciale globale che si sta disegnando dopo l’arrivo di Trump alla presidenza americana, l’accordo tra Ue e Giappone è solo una delle mosse possibili. Il primo partner commerciale asiatico dell’Europa, infatti, non è il Paese del Sol Levante ma è la Cina con cui la trattativa per un’intesa su nuove basi va avanti dal 2013. E dopo questo accordo con il Giappone e le dichiarazioni da parte del governo di Pechino di voler sempre di più diventare economia di libero scambio, il raggiungimento di un accordo potrebbe subire un’accelerazione.

 

IDEE DI INVESTIMENTO

Dopo l’accordo commerciale con l’Unione europea il caso d’investimento di fondo sul Giappone resta valido per una serie di fattori. La prima, secondo Fabrizio Santin, Portfolio Manager di Pictet Asset Management, è che le valutazioni delle azioni giapponesi sono a sconto. «Questo rappresenta ovviamente un punto a favore, tuttavia vi sono altri elementi incoraggianti: il miglioramento dei dati sui prestiti, (+3,3% y/y dato più forte dal 2008) è particolarmente positivo, perché segnala un accelerazione nei consumi delle famiglie e investimenti delle imprese», ha detto il gestore di Pictet. «Questo elemento è incoraggiante soprattutto nel lungo termine, dato che rappresenta un tassello fondamentale per far crescere le aspettative d’inflazione. Ulteriore elemento a favore giunge dal posizionamento da parte degli investitori esteri che continua a essere moderato».
Anche per Paul Chesson, Head of Japanese Equities di Invesco Henley, nonostante la prudenza circa le prospettive del mercato azionario giapponese nel lungo termine, ci sono molti titoli con una forte crescita degli utili ancora non adeguatamente rispecchiata nelle quotazioni azionarie. Un’attenzione particolare in questa fase deve essere dedicata alla scelta della valuta con cui si investe. Ci sono prodotti sul mercato con cambio aperto, e un’esposizione diretta allo Yen, oppure coperto, ovvero senza rischio valutario. «Dati i livelli attuali prossimi ai 130 dello Yen contro euro, sui massimi dal 2015, ci sembra interessante mantenere il cambio aperto, soprattutto per la protezione fornita dallo Yen in caso di episodi di correzione dei mercati azionari», ha detto Santin.

I migliori fondi azionari Giappone (Categoria Morningstar: Azionari Giappone Large Cap) per rendimento da inizio anno:

  • Comgest Growth Japan EUR H Dis rende il 9,79% da gennaio a liglio 2017. Il fondo gestito da Richard Kaye investe il 100% del portafoglio in Giappone, il 31% su beni industriali.
    Comgest Growth Japan EUR H Dis rende il 9,79% da gennaio a luglio 2017. Fonte: Morningstar.
    Comgest Growth Japan EUR H Dis rende il 9,79% da gennaio a luglio 2017. Fonte: Morningstar.

     

  • Pictet – Japanese Equity Opportunities Classe HR EUR rende il 9,37% da gennaio a luglio 2017 (+41,60% da liglio 2016 a luglio 2017). Il fondo è gestito da Takeshi Suzuki che investe il 100% in azioni giapponesi. Il primo settore in portafoglio è la tecnologia (23,6%) seguito dai beni industriali (18,9%).
    Pictet - Japanese Equity Opportunities Classe HR EUR rende il 9,37% da gennaio a luglio 2017 (+41,60% da luglio 2016 a luglio 2017). Fonte: Morningstar.
    Pictet – Japanese Equity Opportunities Classe HR EUR rende il 9,37% da gennaio a luglio 2017 (+41,60% da luglio 2016 a luglio 2017). Fonte: Morningstar.

     

  • Invesco Funds – Invesco Japanese Equity Dividend Growth Fund C Annual Distribution USD rende il 6,75% da gennaio a luglio 2017. Il fondo è partito a dicembre 2016 ed è gestito da Fumichika Tanemoto e investe in maniera prevalente su azioni quotate o domiciliate in Giappone.
    Invesco Funds - Invesco Japanese Equity Dividend Growth Fund C Annual Distribution USD rende il 6,75% da gennaio a luglio 2017. Fonte: Morningstar.it
    Invesco Funds – Invesco Japanese Equity Dividend Growth Fund C Annual Distribution USD rende il 6,75% da gennaio a luglio 2017. Fonte: Morningstar.it

     

Il resto della gamma prodotti è disponibile sul sito Online SIM.

 

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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