Rinnova, non rinnova, rinnova, non rinnova… Il governo di Giorgia Meloni sembra voler sfogliare la margherita per prendere una posizione nei confronti sul proseguimento dell’alleanza con la Cina nel progetto Belt and Road Initiative (BRI), ribattezzata più semplicemente Via della Seta.

In particolare:

  • Italia unica alleata della Cina. L’Italia è l’unico paese del G7 ad aver siglato un memorandum con la Cina nel 2019 – al governo c’era Giuseppe Conte – e adesso deve decidere se rinnovare l’accordo oppure no. L’accordo si considera tacitamente rinnovato nel 2024.
  • L’obiettivo è commerciale. Il tema è spinoso e riguarda lo sviluppo di un’opera pubblica grandiosa che si sviluppa in 68 Paesi tra Asia, Europa e Africa orientale. L’obiettivo è facilitare il collegamento commerciale tra Ovest ed Est del mondo.
  • Le pressioni americane. Gli Stati Uniti sono fortemente contrari al progetto, soprattutto dopo l’inizio del conflitto in Ucraina e la mancanza di una presa di posizione netta della Cina nei confronti della Russia. Il programma di investimenti coinvolge direttamente il 65% della popolazione mondiale e oltre il 30% del Prodotto interno lordo (PIL) globale.
  • Pioggia di investimenti. Lo sviluppo della Via della Seta lanciata nel 2013 da Xi Jinping doveva generare oltre 26 mila miliardi di investimenti indirizzati prevalentemente sui trasporti (strade, ferrovie, porti), ma anche sulla logistica delle città.
  • La pandemia ha segnato uno stop. La BRI dopo la pandemia ha perso forza e dal 2020 in avanti gli investimenti stranieri sono diminuiti. Secondo un rapporto di Green Finance & Development Center (Gdfc), think tank legato alla Fudan University of China, solo in Africa gli investimento sono diminuiti del 65% nel 2022 rispetto al 2021.

Le iniziative oltre la Via della Seta

L’andamento a rilento della Via della Seta non ha fermato l’obiettivo di Xi Jinping: costruire un consenso internazionale e fare da ago della bilancia tra Oriente e Occidente. Per questo, la Cina ha lanciato altre due iniziative. Entrambe hanno l’obiettivo di accrescere il consenso intorno alla Cina come potenza mondiale.

In particolare:

  • Global Development Initiative (GDI) varata nel 2021 con cui la Cina intente affiancarsi all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nelle politiche di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030. A gennaio 2023 da questa iniziativa è nato il Group of Friends of Global Development Initiative che comprende 100 Paesi. La prima riunione è stata il 9 maggio e ha partecipato il Segretario Generale ONU, Antonio Guterres.
  • Global Security Initiative (GSI) lanciata ad aprile 2023 che si pone al centro del dibattito sulla sicurezza globale. L’obiettivo è promuovere accordi di sicurezza o per lo sviluppo economico.

La Cina come investimento

Il Prodotto interno lordo (PIL) cinese dovrebbe raggiungere nel 2022 17.800 miliardi di dollari, superando l’Unione Europea. Il PIL della Cina è ancora sei volte più basso rispetto a quello degli Stati Uniti. In questo primo semestre 2023 la Borsa cinese è stata molto volatile e ora si trova vicina ai minimi e in prossimità di un mercato Orso, avendo perso quasi il 20% del suo valore.

Eppure, secondo gli outlook 2023 delle principali case di investimento la Cina era considerata una opportunità di investimento per cercare rendimento grazie alla riapertura dell’economia post pandemia e alle manovre espansive della banca centrale e un’inflazione inesistente.

Secondo l’analisi di Federated Hermes, la correzione è un’occasione di ingresso per una serie di ragioni:

  • Liquidità. Il mercato azionario cinese è il secondo più liquido al mondo.
  • Valutazioni. Le valutazioni del mercato cinese sono vicine al minimo storico rispetto al resto del mondo.
  • Diversificazione. Sia i titoli cinesi value, sia quelli growth hanno prezzi molto interessanti rispetto a titoli di profilo simile di altri Paesi.
  • Capitalizzazione. Il mercato cinese delle A-share cinesi, con circa 7.500 titoli, è il secondo mercato azionario globale per capitalizzazione e fatturato. Le sue dimensioni e la sua influenza rendono un’allocazione specifica molto interessante.
  • Rischio e volatilità. Il mercato cinese è fortemente guidato dal sentiment e dal momentum, ed è dominato dagli investitori retail, il che può causare volatilità e inefficienze.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per investire sulle aziende coinvolte nel progetto della Via della Seta cinese sono nati dei fondi obbligazionari Asia e un unico fondo azionario emergente. Vediamo come è andata:

  • La prima a credere in questo progetto è stata Invesco che nel 2018 ha lanciato ha lanciato Invesco Belt and Road Debt Fund Classe A USD Inc (-3,99% a tre anni secondo dati Morningstar aggiornati a giugno 2023) un obbligazionario Asia che investe prevalentemente in corporate bond.
  • Nel 2019 è nato l’unico fondo azionario Paesi emergenti specializzato sulla Via della Seta. Si tratta Amundi Funds New Silk Road (+2,21% a tre anni secondo dati Morningstar aggiornati a giugno 2023). Investe in aziende che hanno sede o svolgono la maggior parte della propria attività d’impresa in Paesi emergenti e che traggono vantaggio direttamente o indirettamente dall’Iniziativa Belt and Road (BRI) e può investire in azioni cinesi classe A. Finanza, beni di consumo e tecnologia sono i settori più pesanti in portafoglio.
  • Nel 2020 è arrivato Aberdeen Standard Sicav I – CCBI Belt & Road Bond Fund Usd Classe A (+2,20% il rendimento da gennaio a giugno 2023 secondo dati Morningstar) un fondo obbligazionario Asia che investe prevalentemente in titoli governativi degli Stati coinvolti nel progetto.

Investire sul mercato azionario in Cina in questa fase è un’opportunità o un rischio troppo alto? Per avere un aiuto nella costruzione della tua asset allocation e diversificare in modo corretto e equilibrato puoi scegliere un portafoglio modello investito in fondi più vicino alle tue esigenze.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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