Il segnale netto della ripresa dell’economia post Covid-19 arriva dall’indice Bloomberg Commodity Spot, che misura 23 contratti future su energia, metalli e agricoltura. Infatti ha raggiunto il massimo storico dal 2011 a inizio ottobre con un rialzo del 90% dai minimi di marzo 2020. La corsa di questo indice vuol dire una cosa sola: la ripresa della domanda di materie prime si scontra con i vincoli dell’offerta. Questo alimenta i timori della risalita dell’inflazione a livello globale.

Le materie prime legate all’energia, primo fra tutte il gas naturale, sono quelle che pesano di più sul rialzo con il petrolio che è tornato stabilmente sopra gli 80 dollari a barile. Una quotazione che non si vedeva dal 2014, dopo che l’OPEC ha deciso aumentare gradualmente l’offerta, nonostante la crisi del gas è destinata a stimolare la domanda di greggio per generare energia.

Il rally delle materie prime

Il rally delle materie prime ha fatto aumentare il costo di diversi beni: dalla benzina alle nuove costruzioni, dalla carne alle automobili. Questo scenario ha contribuito a spostare il dibattito sull’inflazione, da tempo osservata speciale, e ha portato le banche centrali a considerare di ridurre le massicce iniezioni di liquidità nell’economia.

Quanto durerà il rally? Per JP Morgan e Goldman Sachs le materie prime sono entrate un superciclo economico, ovvero una tendenza al rialzo a lungo termine. A spingere le quotazioni c’è la transizione energetica, che porta a massicci investimenti in nuove infrastrutture. Questo fa crescere la domanda di metalli per batterie, pannelli solari e turbine eoliche.

Petrolio, gas e metalli industriali. Sono queste le materie prime che stanno trainando il rally dei prezzi delle commodity. E, in particolare sulle materie prime legate all’energia, il rialzo è destinato a restare a lungo. Questo secondo l’analisi di Chris Iggo, responsabile degli investimenti della casa di gestione Axa Investment Managers, che guarda al gas naturale, ma anche all’impennata del 100% rispetto a un anno fa delle quotazioni del carbone.

IDEE DI INVESTIMENTO

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  • BGF Natural Resources Growth & Income Fund Classe E2 EUR è un azionario globale che investe globalmente almeno il 70% del patrimonio complessivo in titoli azionari (quali azioni) di società operanti prevalentemente nel settore delle risorse naturali quali, in via non esclusiva, società operanti nel settore minerario, energetico e agricolo. Rende il 31,8% da inizio anno (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2021). Partito nel 2011 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, l’America è il primo mercato e pesa il 44%.

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  • Aberdeen Standard Sicav I – World Resources Equity Fund Classe A Usd Acc è un azionario globale che investe globalmente in società di tutto il mondo operanti nel settore dell’estrazione, della produzione, della lavorazione e della commercializzazione di: prodotti chimici, materiali edili, metalli e altre materie prime, legname e prodotti cartacei, contenitori e imballi, oltre che in società attive nel settore delle risorse energetiche. Rende il 17,02% da inizio anno (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2021). Partito nel 2010 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, l’America è il primo mercato e pesa il 26%.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Prima come caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura, inoltre, la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

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