Da qualche settimana analisti e gestori sottolineano che un nuovo super ciclo per le commodities, ovvero le materie prime, sia cominciato e sia destinato a durare a lungo. La definizione “super ciclo commodities” si trova nelle analisi di J.P. Morgan, di Goldman Sachs e in un report di Schroders, che sottolinea come ci siano somiglianze strutturali tra l’attuale fase economica e ciò che è accaduto nei primi anni 2000, subito dopo la bolla Internet, quando le materie prime toccarono livelli da record. Venti anni fa è stata l’ultima volta che le materie prime si sono rese protagoniste di un rally così deciso. Oggi potrebbe accadere la stessa cosa, ma per ragioni diverse da quanto accadde allora.
A favore delle commodities giocano una conferma della ripresa economica, dell’inflazione e il sostegno delle banche centrali. Non a caso il petrolio è già salito del 30% da inizio anno (+53% da ottobre 2020), sono ripartite le quotazioni di rame (+26%) e di diversi materiali agricoli e anche le cosiddette materie prime rare – una trentina individuate nel 2020 tra cui il litio – che sono essenziali per il funzionamento di una vasta gamma di ecosistemi industriali, alcune delle quali, come il sodio, per dare una spinta all’economia sostenibile.
Secondo l’analisi di Schroders, l’impegno economico e fiscale preso dai governi di tutto il mondo per garantire la ripresa post pandemia, una razionalizzazione dell’offerta nel settore petrolifero e soprattutto l’aumento della domanda di materie prime da parte della Cina, sono i fattori che al momento hanno permesso alle materie prime di ottenere performance superiori agli indici azionari per la prima volta dopo così tanti anni.
IDEE DI INVESTIMENTO
La fine della pandemia è però il vero driver per le materie prime. Passata la crisi da COVID il mondo è destinato a ripartire e questo significa una ripresa dell’industria, dei consumi e una spinta alla transizione energetica e alla conversione economica verso regole sostenibili. La ripartenza dei settori ciclici è il primo segnale della ripresa che dà forza al super ciclo commodities e che, questa volta, riguarda solo marginalmente l’oro.
Di solito quando si parla di materie prime si pensa immediatamente al metallo giallo che però in questa fase non è favorito. Dopo un 2020 con un rialzo vicino al 20%, l’oro sta crescendo meno rispetto alle altre materie prime e il consensus degli analisti (Credit Suisse, J.P. Morgan, Goldman Sachs) ha rivisto al ribasso le stime di prezzo 2021 a 1.700 dollari l’oncia contro 2.000 di alcuni mesi fa.
Il tema oggi riguarda di più le cosiddette risorse naturali, di cui litio e sodio fanno parte, e delle energie alternative anche a uso industriale su cui si può investire puntando su un fondo azionario globale specializzato (Categoria Morningstar Azionari Settore Risorse Naturali)
La Top 5 dei fondi che investono in risorse naturali
Prodotto | Rendimento 3y | Rendimento 1y |
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Bgf World Mining Fund Eur Classe E2 | 15,21% | 115,13% |
Aberdeen Standard Sicav I - World Resources Equity Fund Classe A Usd Acc | 8,68% | 87,08% |
Pictet - Timber Classe R Eur | 8,37% | 94,76% |
Investec Global Natural Resources Usd Classe A Acc | 7,48% | 88,33% |
Vontobel Future Resources Classe B Eur | 6,72% | 110,83% |
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