Il consumo globale di energia è cresciuto rapidamente nell’ultimo secolo, guidato da una popolazione in espansione e da una crescente prosperità. La domanda è aumentata praticamente per tutte le fonti: carbone, petrolio, gas naturale, energia nucleare e fonti rinnovabili. Allo stesso tempo, l’aumento del consumo di combustibili fossili è la principale causa del cambiamento climatico globale e crea altre importanti sfide ambientali. Per affrontare queste sfide, il sistema energetico globale sta affrontando una transizione verso l’energia pulita. Secondo il Global Energy Outlook 2020: Energy Transition or Energy Addition? a cura di Resources for the future la pandemia da Covid-19 ha accelerato alcuni processi verso la transizione energetica e traccia lo scenario del comparto in questa fase.
In particolare, sono 5 i punti chiave del settore energia:
- In un’economia globale fortemente scossa da Covid-19, la domanda a breve temine per i combustibili fossili è in calo, mentre si stima che le energie rinnovabili crescano leggermente. L’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) stima che la domanda di energia primaria nel 2020 potrebbe diminuire per petrolio (–9%), carbone (–8%), gas naturale (–5%) e nucleare (–2%), mentre le fonti rinnovabili dovrebbero crescere dell’1%.
- I viaggi e le attività produttive sono stati ridotti per frenare la diffusione di Covid-19, per questo nel 2020 il ridotto consumo di energia fossile ridurrà le emissioni di CO2. L’IEA stima che quest’anno le emissioni potrebbero diminuire dell’8% circa, tornando ai livelli del 2010. Tuttavia, in assenza di cambiamenti sostanziali nelle politiche pubbliche per affrontare i cambiamenti climatici, un ritorno alla crescita economica probabilmente significa un ritorno alla crescita delle emissioni.
- Gli obiettivi dell’accordo di Parigi non saranno raggiunti senza nuove sostanziali politiche e un’ampia diffusione di tecnologie a basse, zero e potenzialmente negative emissioni. Dal 1998 al 2018, le emissioni globali di CO2 legate all’energia sono aumentate del 48%. Nel corso dei prossimi 20 anni, la maggior parte degli scenari climatici ambiziosi suggerisce che le emissioni dovranno ridursi all’incirca allo stesso ritmo per allinearsi agli obiettivi climatici internazionali.
- Le forti differenze nel consumo di combustibili fossili segnano il divario energetico tra Oriente globale (Asia-Pacifico, Africa e Medio Oriente) e Occidente globale (Americhe, Europa ed Eurasia). Oltre al gas naturale, la domanda di combustibili fossili dovrebbe diminuire in Occidente in tutti gli scenari dal 2018 al 2040; al contrario, a Oriente, la domanda di carbone, petrolio, gas naturale e altri combustibili fossili cresce nella maggior parte degli scenari, ma inizia a diminuire in scenari climatici ambiziosi.
- La diminuzione dei costi delle fonti rinnovabili aiuta: dal 2009, il costo livellato dell’energia solare fotovoltaica (FV) è diminuito di quasi il 90%. Nel corso del tempo, la produzione globale di elettricità solare è cresciuta di oltre dieci volte. Ma questo potrebbe essere solo l’inizio. L’energia solare è cresciuta dal fornire meno dello 0,01% dell’elettricità mondiale nel 2008 a oltre il 2% nel 2018. Entro il 2040, diversi scenari prevedono che l’energia solare fornirà oltre il 20% dell’elettricità mondiale.
IDEE DI INVESTIMENTO
Nel primo semestre 2020 il comparto energetico è stato il peggiore sia sui listini americani (-33%) sia in Europa (-26,5%). Il lato positivo è che ora i titoli del settore sono scambiati a prezzi vantaggiosi con uno sconto che, secondo i calcoli di Morningstar, è vicino al 30%. Il settore rappresenta dunque un buon affare nel lungo termine a patto di saper scegliere la giusta direzione che, secondo le analisi di Goldman Sachs e Jp Morgan non può che essere quella dell’energia alternativa, soprattutto post Covid-19.
Per gli analisti di Goldman Sachs, la transizione verso l’energia rinnovabile dai combustibili tradizionali creerà un’opportunità di investimento di oltre 16 mila miliardi di dollari da qui al 2030 e trainerà anche il settore delle infrastrutture. Tanto che, per la prima volta nella storia nel 2021 la spesa per le energie rinnovabili supererà quella su petrolio e gas arrivando a pesare il 25% sul totale della spesa energetica globale (era il 15% nel 2015).
La ricaduta sul settore delle infrastrutture porterà a investimenti annuali pari a oltre 1.500 miliardi di dollari. La condizione per cui questo scenario si realizzi, però, dipende dal coraggio che avranno i singoli governi a dare una spinta verde alle loro politiche energetiche e anche da quanto si svilupperanno le collaborazioni pubblico-privato.
Gli analisti di Jp Morgan nel Decimo Paper annuale sul mercato dell’energia firmato da Michael Cembalest sottolineano come il Covid-19 abbia ridotto temporaneamente le emissioni globali di CO2 portandole ai livelli del 2006 ma questo non è sufficiente perché per la decarbonizzazione del Pianeta c’è bisogno di energia pulita. Quando e in che modo le transizioni di energia rinnovabile potrebbero comportare riduzioni più permanenti di CO2? La risposta di Jp Morgan è che molto c’è ancora da fare e le risposte devono arrivare soprattutto dal sistema industriale con un processo di decarbonizzazione dei settori chiave – per esempio, l’acciaio – e lo stop alla deforestazione e l’avvio di processi di rimboschimento.
La top 5 dei fondi che investono in energie alternative
Prodotto | Rendimento 1y | Rendimento 3y |
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Pictet - Clean Energy Classe R Eur | 20,24% | 8,55% |
Pictet - Clean Energy Classe R Usd | 20,16% | 8,51% |
BGF New Energy Classe A2 USD Acc | 20,15% | 8,46% |
>Robecosam Smart Energy Fund-eur Classe B | 19,99% | 13,22% |
Bgf New Energy Fund Usd Classe E2 | 19,56% | 7,94% |
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Note
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