Non c’è dubbio che l’economia globale stia andando abbastanza bene, anche se a velocità diverse nei diversi Paesi e regioni. E non c’è dubbio, anche, che la fine del ciclo economico in corso sia vicina. Non c’è una data esatta, un “quando” ben definito, nemmeno per i grandi gestori di portafoglio che, se non concordano sulle tempistiche, sono tutti d’accordo sulla dinamica migliore per investire adesso: prendersi i giusti rischi, facendo particolare attenzione alla liquidità di portafoglio. Secondo l’analisi di JP Morgan Asset Management, Natixis Investment Managers, Axa Investment Managers e Raiffeisen Asset Management non ci sono solo incertezze e incognite nel futuro degli investimenti e questo è il momento delle decisioni.

Per gli investitori, questo momento di cambiamento economico è, invece, spiazzante. Lo evidenzia bene il sondaggio Income Barometer Survey 2018, da cui emerge come è ancora alta la percentuale di europei che non acquista prodotti di investimento. Ed è proprio l’Italia a guidare la classifica degli scettici con l’87% degli intervistati che non sa dove orientare le proprie scelte, seguita dal Regno Unito (82%) e dalla Germania (79%). La ragione è semplice: la maggioranza degli investitori non conosce le dinamiche di investimento e in una fase di ciclo economico non ben definito, la confusione si trasforma presto in timore di fare scelte sbagliate e in paura di perdere il proprio capitale.

Una buona guida su come investire adesso si trova proprio negli outlook dei gestori che concordano sulla fine vicina del ciclo economico, ma anche sulla solidità della crescita globale ancora in atto. Lo si vede dall’andamento dell’economia americana (+4,2% il PIL nel secondo trimestre e un’attesa al 4% per il terzo trimestre), dalla tenuta di Europa e Giappone e dalla corsa, anche se rallentata dalla Cina, delle economie emergenti. Quanto durerà? Per i gestori più ottimisti almeno 18 mesi, quindi fino al 2020, per i pessimisti non più di un semestre con un rallentamento evidente a partire dall’estate del 2019.

IDEE DI INVESTIMENTO

Ecco una piccola guida per orientarsi sui segnali da monitorare in questa fase di mercato secondo gli outlook di Jp Morgan Asset Management, Natixis Investment Managers, Axa Investment Managers e Raiffeisen Asset Management.

  1. La politica delle banche centrali è il primo fattore determinante del ciclo macroeconomico. La Banca Centrale Americana (FED) è orientata a continuare il rialzo dei tassi per tenere sotto controllo inflazione e occupazione. Al momento, dopo quasi 3 anni di aumenti dei tassi, le azioni americane non ne hanno risentito e il ciclo al rialzo continua, ma la volatilità è in aumento. In Europa, la BCE inizierà ad aumentare i tassi nella seconda metà del 2019, mentre la Banca del Giappone non alzerà i tassi in tempi brevi. Le azioni europee sono abbastanza a buon mercato e i titoli finanziari sono probabilmente gli asset più economici del pianeta, ma anche in questo caso, per trarre profitto occorre un orizzonte di investimento di lungo termine.
  2. Il secondo fattore da considerare è la guerra commerciale tra Usa e Cina che è in grado di danneggiare le due grandi economie. Il risultato di questo conflitto in atto porta la Cina a migliorare la catena del valore e produrre beni a più alto valore aggiunto. Il piano Made in China 2025, che spinge sulla tecnologia con l’obiettivo di acquisire una posizione dominante a livello globale in 40 settori industriali tra cui i semiconduttori, le reti 5G, il biotech, il mobile computing, l’intelligenza artificiale e la robotica, è un passo importante. Trump ha risposto con il suo “Make America Great Again”, che prevede che gli Stati Uniti riportino molti degli stessi prodotti e servizi tecnologici in America. Questa sfida Usa-Cina sulla tecnologia può infiammare il settore.
  3. Il terzo fattore, il più difficile da monitorare, è la Brexit. La complessità della politica britannica sta facendo navigare a vista i grandi gestori di portafoglio con una certezza: tutti gli scenari sono negativi per il Regno Unito, l’Unione Europea e l’economia globale, variano solo per la loro gravità. E al momento la probabilità che si raggiunga un accordo in grado di preservare in gran parte le relazioni economiche Regno Unito e UE è relativamente bassa. Una scelta giusta potrebbe evitare la recessione per un periodo più lungo, mentre scelte sbagliate potrebbero causare una recessione globale molto prima. E, in ogni caso, il prolungarsi delle trattative potrebbe essere un’occasione per le azioni europee.

 

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Note
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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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