Sono passati solo sette anni dal lancio del primo smartphone di Xiaomi, l’azienda con sede a Pechino che ha lanciato la sfida a Samsung e Apple sugli smartphone, ha annunciato l’apertura del primo store in Italia, a Milano e vende device digitali e abbigliamento sportivo in 60 paesi. Nel futuro prossimo della società non c’è solo la conquista di nuovi mercati: nel mirino del fondatore Lei Jun ci sono Russia, Indonesia e il sogno americano, che potrebbe realizzarsi con lo sbarco prima a Wall Street grazie a una Initial public offering (Ipo) da 50 miliardi di dollari, la più grande quotazione al mondo nel settore tecnologico, quasi il doppio di che nel 2015 è entrata al Nasdaq con una valore di 25 miliardi di dollari.

Xiaomi è diventata la più preziosa società tecnologica del mondo grazie ai prezzi competitivi dei suoi smartphone e alle campagne via social media e, secondo gli analisti di CB Insight, il produttore cinese di telefonini è il terzo più grande unicorno dietro a Didi Chuxing, l’impresa di trasporti cinese che fornisce veicoli e taxi da chiamare in Cina con applicazioni via telefono cellulare; e Uber, regina del trasporto pubblico in sharing. Gli unicorni, ovvero le aziende innovative che secondo il consensus di mercato hanno raggiunto una capitalizzazione possibile di almeno un miliardo di dollari, sono di solito molto rare. Il 2018 sembra essere il loro anno con una serie di quotazioni attese che potrebbero sostenere il settore tecnologia dopo una crescita del 30% messa a segno dall’indice Nasdaq nel 2017.

Secondo l’analisi di MarketWacht ci sarebbero almeno 8 unicorni tecnologici pronti a quotarsi in America. Tra questi, oltre a Xiaomi, i più attesi sono sono Spotify, l’archivio discografico digitale di musica in streaming che ha seppellito l’idea di Napster, e Dropbox che ha fatto della condivisione e archiviazione di dati in cloud la sua forza, e la start up biotech 23andMe specializzata in analisi e test genetici con sede a Mountain View, proprio vicino a Google. Per la svedese Spotify, nonostante un fatturato in crescita del 40% a circa 5 miliardi di dollari nel 2017 e oltre 60 milioni di abbonati nel mondo, c’è un problema di costi che deriva dai diritti sui brani dovuti alle case discografiche e pesa sul conto che restano in rosso.

Sony, in particolare, è la bestia nera per Spotify soprattutto dopo che si è alleata con Facebook per distribuire musica in streaming. La concorrenza di Mark Zuckerberg fa paura agli svedesi e per questo alcuni azionisti di Spotify vorrebbero andare in Borsa nel 2018 è per vendere le azioni, non per raccogliere denaro dal mercato. La motivazione di Spotify è agli antipodi rispetto a quella dei cinesi di Xiaomi che puntano a raccogliere almeno 5 miliardi di dollari per finanziare la crescita e rispetti anche a quella degli americani di Dropbox, che hanno già depositato la domanda di quotazione forti di una valutazione da 10 miliardi di dollari e oltre 500 milioni di utenti registrati. La Ipo di Dropbox potrebbe arrivare entro il primo semestre 2018 e sarebbe la quotazione tecnologica più attraente dopo Snapchat, sempre che Xiaomi non faccia prima.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il trend della tecnologia è stato uno dei driver del mercato e dei rendimenti dei fondi nel 2017  con la robotica e la il settore salute legato alla tecnologia che hanno spinto l’interesse verso il settore. Il numero di Ipo in America è salito del 50% nel 2017 con ben 160 matricole della tecnologia secondo l’analisi di Renaissance Capital, con oltre 35 miliardi di denaro raccolto sul mercato, il doppio rispetto al 2016. Uno studio di Pwc ha definito il 2017 un anno irripetibile e ha messo in evidenza come il rendimento delle aziende tecnologiche che si sono quotate è stato in media del 26%. «Tra i temi che possono dare la spinta nel 2018 ci sono le auto a guida autonoma, big data, software, sicurezza informatica e in generale le applicazioni dell’intelligenza artificiale», ha detto Paul Wick, gestore del fondo Threadneedle (Lux) Global Technology presso Columbia Threadneedle Investments.

Per puntare sulla tecnologia ecco i fondi azionari (categoria Morningstar: Azionari Tecnologia) campioni di rendimento nel 2017.

I fondi azionari tecnologia campioni di rendimento nel 2017

ProdottoPerformance 2017Performance 3y
BGF World Technology A234,65%19,61%
Polar Capital Global Technology32,49%21,62%
CS (Lux) Global Robotics Equity Classe BH Eur Acc31,68%---
UBS (Lux) EF Gbl Multi Tech (USD) Q29,88%18,74%
JPM US Technology A (dist) USD29,84%18,35%
T. Rowe Price Global Tech Eq A USD29,18%---
AB SICAV I International Tech I Acc27,92%17,27%
AXAWF Fram Robotech G Cap USD27,76%---
JPM Europe Dynamic Techs Fd A (dist) EUR27,34%18,74%
Henderson Global Technology Fund27,25%17,20%
Pictet - Robotics P USD24,24%---
JHCF Global Technology A USD Acc24,24%17,51%
Vitruvius Growth Opportunities B USD24,65%15,77%
T. Franklin Technology Fund Usd Classe A (acc)24,52%17,43%
Pictet-Digital P USD22,49%17,65%
Nella tabella, i migliori fondi azionari tecnologia ordinati rendimento da gennaio a dicembre 2017. Fonte: Morningstar Direct. Dati % in euro. Il rendimento a tre anni è annualizzato.

 

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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