Nel momento in cui le grandi banche di investimento, come Goldman Sachs, hanno cominciato a lanciare segnali di un cambio deciso sui mercati che potrebbe portare a un periodo prolungato di bassi rendimenti tra titoli azionari e obbligazionari a causa della discesa del petrolio e di una frenata della domanda industriale e dei consumatori, a Wall Street si va a caccia di megatrend di lungo periodo su cui investire. E lo spazio è l’ultima frontiera.

Nel mezzo secolo trascorso da quando il primo uomo ha lasciato l’impronta sulla luna, l’esplorazione dello spazio è avvenuta, nella maggior parte dei casi, con missioni ad orbita terrestre e a bassa potenza con un obiettivo scientifico e spesso senza equipaggio. Ma ora qualcosa sta cambiando. La ragione? Sono in aumento i finanziamenti privati, i progressi tecnologici e il crescente interesse del settore pubblico stanno facendo dell’esplorazione spaziale un tema economico di primo piano tanto che, secondo i calcoli di Morgan Stanley Asset Management, l’industria dello spazio potrebbe generare entrate di circa 1.100 miliardi di dollari entro il 2040 contro i 350 miliardi attuali.

I privati finora guidano gli investimenti, ma in prima fila ci sono Paesi come la Russia e la Cina che hanno già dichiarato di voler aumentare le spese spaziali nei prossimi anni. Ma sono soprattutto la tecnologia e i Big Data in particolare, a dare la spinta a tutto il settore. Lo sviluppo dei missili riutilizzabili, per esempio, è un punto di svolta importante perché abbatte i costi di lancio, e a questo si aggiungono nuovi satelliti che possono essere lanciati come razzi dagli aerei ad un costo molto più basso, e con una reattività molto maggiore, rispetto a quelli messi in orbita da Terra. Già ad agosto 2028 la NASA ha messo in programma voli con equipaggio alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) su questi razzi di ultima generazione. I voli sono stati programmati per il 2019 e sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti volerebbero in missioni con equipaggio verso la ISS, dal momento che il programma navetta è stato ritirato nel 2011.

Il nuovo interesse americano verso la conquista dello spazio è favorito dal presidente Donald Trump che vuole creare un comando spaziale degli Stati Uniti mettendo insieme una Space Operations Force e un’Agenzia per lo sviluppo spaziale. Questo sviluppo potrebbe avvantaggiare il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, così come le industrie aerospaziali e della difesa, e aiutare a focalizzare e accelerare gli investimenti in tecnologie e capacità innovative. Intanto, il costo per lanciare un satellite è già sceso da 200 milioni a 60 milioni di dollari grazie ai missili riutilizzabili, e le stime ipotizzano che la spesa per un lancio possa calare fino a 5 milioni di dollari.

IDEE DI INVESTIMENTO

A breve termine lo spazio come tema di investimento avrà un impatto su una serie di settori al di fuori dei comparti aerospaziale e della difesa. In prima fila ci sono i settori information technology, hardware e le telecomunicazioni. Morgan Stanley stima che le opportunità più significative a breve e medio termine potrebbero derivare dall’accesso a Internet a banda larga via satellite che rappresenterà il 50% della crescita prevista dell’economia spaziale globale entro il 2040 e fino al 70% nello scenario più rialzista. Il lancio di satelliti che offrono servizi Internet a banda larga contribuirà a ridurre il costo dei dati in un momento in cui la domanda sta esplodendo. E qui l’industria spaziale si incontra con un altro megatrend di lungo periodo rappresentato dai veicoli autonomi il cui sviluppo è fortemente legato ai Big Data.

Per investire sui megatrend legati allo sviluppo delle nuove tecnologie, ci sono i fondi azionari specializzati (Categoria Morningstar Azionari Settore Tecnologie) che investono in maniera globale.

La Top 10 dei fondi che investono in tecnologia

ProdottoRendimento 3yRendimento YTD
Polar Capital Funds PLC - Polar Capital Global Technology Fund R Income18,76%12,92%
Jpm Us Technology D (acc) - Usd17,63%14,57%
Fidelity Global Technology Fund Classe E (acc)16,75%8,68%
DNB Fund Technology retail A16,58%13,79%
Janus Henderson Horizon Fund - Global Technology Fund16,42%11,92%
Parvest Disruptive Technology Privilege-Capitalisation16,31%18,05%
BGF World Technology Fund Classe E216,25%9,99%
T. Franklin Technology Fund Usd Classe A (acc)16,18%14,16%
UBS (Lux) Equity Fund - Tech Opportunity (USD) Q-acc14,79%6,08%
AB SICAV I International Technology Portfolio Classe A14,30%11,88%
Nella tabella, i migliori fondi azionari che investono nel settore tecnologia ordinati per rendimento a tre anni. Dati % in euro aggiornati a novembre 2018. Fonte: Mornigstar.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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