Per Jack Dorsey, amministratore delegato di Twitter, i suoi dipendenti possono lavorare da casa per sempre anche dopo che le autorità sanitarie consentiranno ai lavoratori di tornare nei loro uffici quando il pericolo dell’epidemia di Covid-19 si sarà attenuato. La decisione del manager che non riaprirà i suoi 35 uffici nel mondo prima di settembre, segue le direttive che altre due Big Tech americane hanno dato ai loro dipendenti: Google e Facebook lasceranno i lavoratori a casa fino alla fine del 2020.

Le compagnie tecnologiche stanno facendo da apripista allo smart working come nuova concezione del lavoro che è un trend sociale con un impatto diretto anche su trasporti e organizzazione delle città. Si tratta di una vera e propria rivoluzione industriale che presuppone una riorganizzazione del lavoro aziendale, ma anche della vita sociale anche dopo che le luci sulla pandemia si saranno spente.

Il lavoro da remoto è diventato normale e accettabile anche per quelle aziende che, in passato, guardavano i dipendenti rimasti a casa davanti al pc con sospetto. I ritmi sono cambiati: le video chiamate hanno preso il posto di una riunione normale, le case sono diventate uffici e la vita familiare ha preso nuovi ritmi.

La nuova normalità del lavoro farà scomparire gli uffici? Secondo un’analisi dell’Economist ciò non accadrà, ma è molto difficile che la vita lavorativa torni all’era pre Covid-19. Per più di un secolo i lavoratori si sono infilati in treni e autobus affollati, sono stati in coda in macchina per entrare in ufficio e tornare, cinque giorni alla settimana. Negli ultimi due mesi non hanno dovuto spostarsi e hanno riguadagnato il valore del tempo lavorato e vissuto. I datori di lavoro, da parte loro, hanno capito che possono diminuire i costi fissi di trasferte e uffici (pulizia, illuminazione, stampanti, catering e sicurezza) ottenendo lo stesso risultato.

Cosa accadrà adesso? Secondo l’analisi dell’Economist una delle conseguenze potrebbe essere la scomparsa della settimana lavorativa di cinque giorni. Anche prima della pandemia molti lavoratori erano abituati a rispondere alle telefonate o alle email nel fine settimana, con lo smart working la barriera tra casa e vita lavorativa è definitivamente crollata. La giornata lavorativa dalle 9 alle 17 sembra un concetto remoto adesso. In futuro i dipendenti potranno lavorare e fare delle pause quando lo desiderano, con la video chiamata aziendale come unico punto di contatto con l’ufficio. Il rovescio della medaglia, tuttavia, è che il ritmo della vita è stato interrotto e sono necessarie nuove routine.

L’home working avrà un impatto anche sulle grandi città che fino a prima del virus sembravano inarrestabili. Alcune persone potrebbero decidere di vivere in piccole città dove i costi delle case sono più bassi e non serve più spostarsi al lavoro. Luoghi come New York, Londra, Parigi e Milano hanno perso il loro fascino con il Covid-19 mentre la vita suburbana con case dai grandi giardini ha acquistato punti. Il virus ha attaccato il cuore della vita in città piena di ristoranti, teatri e servizi. E come per molte altre cose, il destino delle città dipenderà dallo sviluppo di cure e vaccini e da come sapranno cambiare forma per creare un nuovo vivere sociale e ospitare cittadini diversi rispetto al passato.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’home working pone due temi strettamente legati ai criteri ESG dell’investimento sostenibile:

  • da un lato c’è una tema di governance (G) che porta le aziende a ripensare il loro rapporto con i dipendenti;
  • dall’altro c’è un tema sociale (S) che vede nella riorganizzazione delle città anche un possibile aumento della polarizzazione e del divario tra ricchi e poveri.

Secondo l’analisi di Columbia Threadneedle Investments, lo smart working è uno dei trend del post Coronavirus che guideranno l’economia e sarà sempre più diffuso. Consentire il lavoro da casa è diventato un obbligo per le aziende e potrebbe trasformarsi in una modalità di lavoro più accettabile. Questo potrebbe stimolare gli investimenti nel cloud, accelerando l’abbandono delle tradizionali infrastrutture informatiche.

Gli investimenti sostenibili sono la chiave per la ripresa dell’economia post Covid-19 grazie a due trend già in atto:

  • Il rilancio dell’agenda “green” che vede un aumento degli investimenti in energia rinnovabile, infrastrutture per i veicoli elettrici e così via e spinge il lancio di green bond verdi che ha incrementato anche l’offerta di fondi specializzati in green e social bond.
  • L’ascesa del capitalismo morale con le aziende più attente al loro impatto sull’ambiente e sui consumatori, sulla società, sui dipendenti e sulla catena del valore.

Scopri i nuovi portafogli modello specializzati in ESG per investire in modo sostenibile sui trend di lungo termine post Coronavirus.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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