Un numero crescente di investitori istituzionali sta incorporando impact investing, ovvero investimenti a impatto che sposano una causa giusta per il bene sociale, nella gestione dei portafogli dei fondi comuni. E un numero crescente di investitori privati è alla ricerca di questi prodotti che riescano a soddisfare principi etici. Ma come costruire una strategia a impatto e come scegliere un prodotto davvero a impatto? A queste domande è difficile rispondere perché, di fatto, non esiste una disciplina comune su come gestire gli investimenti per l’impatto e i sistemi necessari a supportarlo.

Molti investitori istituzionali stanno adottando gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e altri obiettivi ampiamente riconosciuti come quelli ambientali elaborati a COP21 come punto di riferimento per illustrare la relazione tra i loro investimenti e gli obiettivi di impatto. Trovare un terreno comune che regoli l’impact investing è la sfida che è stata raccolta dall’International finance corporation (IFC) società di World bank che dopo aver lanciato a fine 2018 una consultazione tra i principali stakeholder esterni – gestori patrimoniali, proprietari di attività e associazioni di settore – ha messo a punto nove principi operativi per la gestione impact investing che rientrano in cinque macrocategorie.

  • Si parte da quello che viene definito intento strategico in cui è importante che gli investitori compiano due azioni specifiche: definire l’obiettivo strategico dell’investimento – per esempio, migliorare l’ambiente – e gestire l’impatto strategico e i rendimenti finanziari a livello di portafoglio.
  • La seconda macrocategoria è stata definita origination e strutturazione e consiste in tre azioni chiave: stabilire quale può essere il contributo che può dare il gestore per raggiungere il risultato; definire un approccio sistematico e valutare gli effetti che può avere sull’obiettivo; monitorare attentamente i rischi di portafoglio.
  • La terza fase è la gestione del portafoglio pura che consiste nel monitorare i progressi di ciascun investimento che compone il portafoglio, valutandone la coerenza in relazione all’obiettivo.
  • La quarta fase è definita impatto in uscita e consiste in due fasi: valutare qual è stato l’effetto di lungo periodo sulle scelte di investimento; rivedere le proprie scelte e calibrare l’approccio di investimento in base agli errori commessi.
  • L’ultima fase è quella della verifica indipendente e prevede di divulgare pubblicamente l’allineamento con i principi e di fornire una verifica indipendente periodica del grado di allineamento ad essi.

Il lancio dei nove principi operativi è avvenuto ufficialmente ad aprile 2019 e sono oltre 60 gli investitori istituzionali – tra cui diverse società di gestione con masse in gestione di oltre 350 miliardi di dollari – che hanno deciso di fare propri questi principi nella gestione dei portafogli di investimento. La definizione di una linea comune operativa per gli investimenti a impatto dovrebbe aiutare anche gli investitori retail a scegliere prodotti del risparmio davvero a impatto.

Il mercato di questi prodotti è destinato, infatti, a diventare di massa se si guardano i numeri contenuti nel report dell’International Finance Corporation dal titolo Creating Impact – The promise of impact investing in cui si stima che il mercato degli investimenti a impatto è destinato a crescere fino a 26 mila miliardi di dollari, una cifra che supera di oltre 50 volte quella fatta dal Global Impact Investing Network (GIIN), punto di riferimento per le analisi di settore, che ipotizza una grandezza di 502 miliardi di dollari delle attività in gestione impact investing.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’offerta di prodotti impact investing sul mercato italiano sta crescendo in maniera costante. Sono diversi i fondi nati nel 2019 che vedono società come Robeco, Etica, Amundi e Pramerica in prima fila. L’obiettivo per tutti è sposare una causa giusta che abbia un impatto sociale.
Nella tabella in basso, i fondi a impatto che hanno una storia di gestione lunga presenti sul mercato italiano.

Impact investing: l'offerta di fondi sul mercato italiano

Prodotto CategoriaRendimento 3y
AXA World Funds - Global Green Bonds A Capitalisation EURObbligazionari Globali-0,16%
Fonditalia Ethical Investment RFlessibili-0,48%
Investimenti Sostenibili ABilanciato prudente globale0,04%
Mirova Europe Environmental Equity Fund classe R DisAzionari settore ecologia-3,13%
Mirova Europe Sustainable Equity classe R DisAzionari Europa Large Cap Growth2,08%
Mirova Global Green Bond Fund R/A (EUR)Obbligazionari Globali Europa0,05%
Pramerica Sicav Social 4 Future CBilanciato Prudente1,75%
Nella tabella, i fondi disponibili in Italia che adottano una strategia che mira a creare impatti sociali positivi e, al tempo stesso, rendimenti economici. I prodotti sono in ordine alfabetico. Fonte: elaborazione Online Sim Blog su dati Investireresponsabilmente.it e Morningstar. Dati aggiornati al 14 marzo 2019.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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