Nello scacchiere della crisi energetica il Giappone ha fatto una mossa che potrebbe imprimere un cambio di strategia a livello globale. Nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP) 27 il Giappone ha annunciato un cambio di nome della società statale a cui fanno capo le risorse naturali del Paese: si chiamerà “Organizzazione giapponese per i metalli e la sicurezza energetica”.

Può sembrare un banale cambio di nome, ma è un’importante indicazione di come la priorità per molte nazioni, in particolare in Asia, si stia spostando sulla sicurezza energetica. Ma non c’è solo questo. Il Giappone è stato designato alla presidenza del G7 nel 2023 e potrebbe imprimere un’accelerazione verso la sicurezza energetica a discapito delle politiche climatiche.

Le priorità della geopolitica dell’energia

I Paesi di tutto il mondo sono di fronte a diversi dilemmi energetici da gestire nel corso del 2023:

  • garantire approvvigionamenti energetici in sicurezza
  • contenere la spirale dei prezzi delle materie prime
  • proteggere l’ambiente

Se una delle priorità prende il sopravvento, storicamente, le altre due soffrono. In particolare:

  • È accaduto negli anni ‘70 e ‘80, dopo la prima e la seconda crisi petrolifera, quando il tema della sicurezza dell’approvvigionamento e ha prevalso sulla sostenibilità. Un esempio su tutti: nel 1979 i Paesi del G7 si impegnarono ad aumentare il più possibile l’uso di carbone per abbassare i costi energetici.
  • Con l’ascesa dei movimenti ambientalisti a partire dagli anni ‘90 e con i dati sempre più allarmanti sul riscaldamento globale, i temi della sostenibilità, della protezione dell’ambiente del cambiamento climatico sono diventati prioritari nell’ultimo decennio.
  • Oggi la crisi energetica sta spostando ancora l’asse delle priorità. La sicurezza e l’accessibilità delle catene di approvvigionamento sono in cima alla lista e l’ambiente non è più la priorità assoluta. Nella migliore delle ipotesi, è il primo tra pari. Nel peggiore dei casi, arriva secondo.

IDEE DI INVESTIMENTO

La transizione energetica in atto a livello globale è un megatrend di investimento legato a filo doppio con il cambiamento climatico. L’Obiettivo net zero entro 2030, ovvero la riduzione del consumo di combustibili fossili e di emissioni di gas, è comune a tutti i Paesi a livello globale. Oggi la sicurezza energetica sta scalando posizioni e potrebbe distrarre risorse e questa è una delle ragioni per cui a COP 27 non si sono fatti passi avanti importanti nella lotta contro il cambiamento climatico, ovvero la necessità di ridurre.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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