Storicamente, la salute delle donne è sempre stata in secondo piano rispetto a quella degli uomini in particolare nella sperimentazione di cure e farmaci. Qualcosa però sta cambiando. Il settore del FemTech, ovvero la salute di genere aiutata dall’innovazione tecnologica e dall’uso dei dati, può colmare il divario e portare equilibrio?

Femtech: cos’è e quanto vale la salute delle donne

Il termine FemTech, che letteralmente significa “tecnologia femminile”, indica tutto ciò che ruota attorno all’innovazione e agli investimenti sulla salute femminile. In particolare:

  • Prodotti e servizi. Si riferisce a strumenti diagnostici, prodotti, servizi, dispositivi indossabili e software che utilizzano la tecnologia per affrontare problemi di salute che colpiscono esclusivamente le donne: dalla gravidanza alla menopausa fino al cancro e alle malattie cardiovascolari. Solo il 2% della ricerca medica non oncologica è focalizzata sulla salute delle donne.
  • Un mercato di nicchia in crescita. Secondo un’analisi di Deloitte, il mercato globale delle società FemTech aveva un valore di circa 40,2 miliardi di dollari nel 2020 e, secondo una stima di Femtech Analytics, può arrivare a 75 miliardi di dollari entro il 2025. Più di un terzo del mercato FemTech è concentrato su infermieristica, salute riproduttiva, contraccezione e sotto settori.

Femtech: quali sono le potenzialità

Non c’è dubbio che si stiano facendo passi avanti, ma la FemTech da sola non può colmare completamente il divario nella salute di genere, secondo un report di Citi Global Insights. La ragione? Il settore è semplicemente troppo piccolo. Nel 2023 sono stati investiti circa 1,5 miliardi di dollari in startup FemTech (erano stati 3,5 miliardi nel 2021-2022), contro i 93 miliardi di dollari che sono stati investiti in altre startup del settore sanitario, di cui oltre il 45% è andato al settore biofarmaceutico. La maggior parte degli investimenti è indirizzata alla salute materna e alle patologie legate al ciclo mestruale e all’infertilità. In particolare, il report evidenzi tre aspetti su cui il divario sanitario di genere è difficile da colmare:

  • Diagnosi più lente. Alle donne vengono spesso diagnosticate più tardi le malattie (in media 4-5 anni) e hanno il doppio delle possibilità rispetto a un uomo di avere una diagnosi sbagliata in condizioni gravi come infarto e ictus.
  • Terapie peggiori. Per le patologie che colpiscono principalmente o solo le donne, spesso ci sono pochi farmaci disponibili. Per esempio, negli Stati Uniti la Food ad Drug Administration (FDA) dal 1985 ad oggi ha approvato più di 1.200 farmaci di cui solo cinque sono per patologie ostetriche. Inoltre, le donne hanno maggiori probabilità di sperimentare effetti collaterali dai farmaci.
  • Peggiore gestione del dolore. Le donne hanno maggiori probabilità di provare dolore e meno probabilità di ricevere sollievo dal dolore.

Secondo il report, la ragione principale per cui le donne sono meno servite degli uomini è che la ricerca fondamentale e lo sviluppo di farmaci è prevalentemente maschile.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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