Il risveglio dell’inflazione porta indietro le lancette del mercato agli anni 90. Per il mercato azionario questo ritorno si trasforma in paura e in necessità di superare gli elementi che sono potenzialmente negativi. Perché proprio sui primi timori di ripresa di inflazione del mercato americano è partito il sell off che ha infiammato i mercati a febbraio. Il dato è significativo perché la crescente internazionalizzazione degli Stati Uniti dalla metà degli anni ’90 ha comportato che l’inflazione statunitense non sia più solo un fenomeno nazionale, ma globale. Il timore delle Borse è che l’effetto dell’aumento dei prezzi possa avere una conseguenza negativa sui consumi e, di conseguenza, sui profitti delle aziende che, mai come adesso, sono orientati al rialzo.

Per il mercato obbligazionario, al contrario, il ritorno dell’inflazione indica un ripresa dei rendimenti dei bond che hanno ripreso a salire insieme con i tassi. «ll rendimento del Treasury decennale è aumentato di 45basis point da inizio anno, destando timori di uno “squeeze” sul credito piuttosto che sulla rivalutazione degli utili futuri», ha detto Alessandro Tentori, CIO AXA Investment Managers Italia. «Fattori tecnici a parte, l’aumento dei rendimenti nominali viene visto come la scintilla che avrebbe innescato il re-pricing del rischio delle ultime due settimane».

In realtà più che del ritorno dell’inflazione si dovrebbe parlare di reflazione che indica un periodo di inflazione piuttosto moderata dopo una fase di deflazione che, invece, è stata prolungata. I dati sull’occupazione americana e tedesca sono indicativi del fatto che ci stiamo avviando verso questa nuova fase economica anche se, secondo gli analisti di Deutsche asset management, in Europa la ripresa dei prezzi è sicuramente più lenta per via dell’euro forte e dei tassi ancora fermi almeno fino al 2019.

A destabilizzare l’area e l’obiettivo di inflazione al 2% fissato dal governatore Bce, Mario Draghi, c’è stata l’apertura ufficiale alla corsa per la sua successione alla guida della Banca centrale europea anche se il mandato scade a fine 2019. La partita è cominciata con la nomina dello spagnolo Luis De Guindos alla vicepresidenza della BCE da giugno al posto del portoghese Vitor Costancio. Sullo sfondo c’è la battaglia per le elezioni europee l’inizio di una nuova operazione di lobby franco- tedesca per salire alla presidenza della BCE.

Il messaggio dei gestori in questa fase è di non dare un peso eccessivo ai singoli dati che possono surriscaldare l’inflazione, sia che si tratti di Usa sia che si tratti di Europa. Secondo l’analisi di Deutche asset management, le aspettative di inflazione sono espresse dai titoli indicizzati all’inflazione e sono in costante aumento da oltre due anni, non da oggi. «Dopo anni di torpore l’inflazione si sta ridestando negli Stati Uniti, ad un ritmo non pienamente compreso dagli investitori», ha scritto Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management nel suo outlook di febbraio 2018.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per gli investitori la ripresa dell’inflazione americana può rappresentare un test. Al momento le attese di rialzo sono in linea con quelle previste dagli analisti e l’attenzione ora si sposta sulle mosse di Jerome Powell, neo presidente della FED, e sulle sue prossime mosse: l’andamento dei prezzi sembra confermare la tabella di marcia della banca centrale sui rialzi dei tassi di interesse e, anzi, potrebbe addirittura accelerarla. Per gli analisti tre rialzi dei tassi nel 2018 sono dati per scontati, con il primo atteso a marzo. Il timore dei mercati è che ce ne sia un quarto.

La ripresa dell’inflazione è accompagnata da due fattori chiave:

  • Il ritorno della volatilità sui mercati dopo un’assenza lunga oltre un anno e mezzo. Questo ritorno accompagna l’assestamento delle economia globali che finora erano abituate a tassi zero e devono ricominciare a funzionare con tassi in salita.
  • Il rischio per chi investe è cambiato. Con il riallinearsi delle variabili macroeconomiche cambia anche la percezione del rischio che va rivalutato con un corretto esame di portafoglio che non guardi solo al rendimento.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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