Quali sono le opzioni per andare in pensione in anticipo nel 2024? Scopri le formule per il prepensionamento e come un fondo pensione può essere utile.

Come andare in pensione in anticipo

La Legge di Bilancio 2024 non cambia i requisiti per la pensione anticipata che ha sostituito la pensione di anzianità con il varo della Legge Fornero nel 2011. Ricordiamo che la pensione di vecchiaia nel 2024 è riservata a chi ha almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi.

Per la pensione anticipata servono:

  • I requisiti. Può andare in pensione in anticipo nel 2024 chi ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.
  • La contribuzione. Oltre ai contributi obbligatori, per la pensione anticipata valgono anche i versamenti volontari, da riscatto e figurativi. Sono però necessari almeno 35 anni di contribuzione netta.
  • Un’attesa di tre mesi per l’assegno. Chi ha i requisiti per andare in pensione in anticipo, dopo la richiesta deve attendere almeno tre mesi, il cosiddetto periodo finestra, per ricevere l’assegno pensionistico. Nel periodo finestra si può continuare a lavorare. La Legge di Bilancio 2024 ha stabilito che, a partire dal 2025, il periodo finestra si allungherà a quattro mesi e progressivamente aumenterà (cinque mesi nel 2026; sette mesi nel 2027; nove mesi nel 2028) per i dipendenti statali ex INPDAP.

I casi particolari di pensione in anticipo

La pensione anticipata è prevista in diversi casi particolari che restano in vigore anche nel 2024.

1. Lavoratori precoci

La pensione anticipata è consentita a chi ha cominciato a lavorare all’età di 18 anni. In questo caso, i lavoratori possono chiedere la pensione anticipata se:

  • hanno almeno 12 mesi di contributi;
  • sono disoccupati e non percepiscono da almeno tre mesi l’assegno di disoccupazione;
  • sono caregiver e assistono persone con handicap o ultrasettantenni con invalidità;
  • sono invalidi almeno al 74%;
  • svolgono lavori usuranti;
  • hanno svolto lavori molto pesanti per almeno 7 anni nell’ultimo decennio o per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni.

In ogni caso, anche se non hanno le caratteristiche descritte sopra, questi lavoratori possono andare in pensione nel 2026 al raggiungimento di 41 anni di contribuzione previdenziale.

2. Lavoratori usuranti

Ci sono alcune attività che la legge ha definito usuranti (lavoro notturno con turni; lavoro svolto in ambienti stretti come le miniere; lavoro produttivo a ciclo ripetitivo come le catene di montaggio; lavoro che comporta la guida di mezzi per il servizio pubblico e trasporto collettivo). In questo caso si va in pensione anticipata se:

  • il lavoratore dipendente ha svolto attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni o per almeno metà della vita lavorativa;
  • ha maturato contributi per almeno 35 anni e ha almeno 61 anni e 7 mesi d’età.

3. Contratto espansione

Nel 2024 resta valido il cosiddetto contratto di espansione riservato ai lavoratori dipendenti delle aziende con almeno 50 impiegati che vogliono riqualificare il personale attraverso prepensionamenti e nuove assunzioni. In questo caso, serve un accordo sindacale per l’uscita anticipata dei lavoratori che devono avere questi requisiti:

  • essere a 5 anni dal raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o della pensione anticipata. In pratica, almeno 62 anni di età e 20 anni di contributi.
  • aver raggiunto i requisiti contributivi per la pensione (almeno 37 anni e 10 mesi per gli uomini, 36 anni e 10 mesi per le donne) indipendentemente dall’età.

4. Isopensione

Resta valida anche nel 2024 la cosiddetta isopensione che permette di andare in pensione anticipata di 7 anni. Si tratta di una misura prevista per le aziende che dichiarano di avere personale in esubero. Serve un accordo sindacale che stabilisce il numero degli esodati. Come funziona:

  • Nei 7 anni che mancano alla pensione di vecchia, il lavoratore esodato percepisce una rendita pari alla futura pensione.
  • L’esodo volontario è possibile, ma solo se mancano non più di 7 anni dal raggiungimento dei requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata.

Le opzioni di prepensionamento nel 2024

Sono tante le opzioni di prepensionamento nel 2024 e, in quasi tutti i casi, le condizioni sono peggiorative secondo l’analisi dei sindacati. Vediamo quali sono le formule a disposizione:

1. Pensione anticipata contributiva

Si rivolge a chi ha versato contributi tutti in forma contributiva a partire da gennaio 1996. Il requisito necessario è avere 64 anni e almeno 20 anni di contributi. In particolare:

  • l’assegno pensionistico deve essere almeno tre volte (2,8 per le donne con un figlio; 2,6 volte per le donne da due figli o più) e non oltre cinque volte il minimo INPS (pari a circa 2840 euro al mese) fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni;
  • c’è un periodo finestra per ottenere l’assegno di tre mesi (nel 2023 non era prevista);
  • il requisito minimo di contributi pari a 20 anni deve essere adeguato alla speranza di vita in base a dati ISTAT (nel 2023 non era previsto).

2. Quota 103

La pensione anticipata flessibile si chiama Quota 103 ed è valida fino al 31 dicembre 2024. Rispetto al 2023 il cambiamento più importante è l’importo della pensione che dovrà essere calcolato tutto con il sistema contributivo e con un tetto massimo dell’assegno pari a quattro volte il minimo fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. In particolare:

  • il requisito richiesto è avere 62 anni e 41 anni di contributi;
  • c’è un periodo finestra di sette mesi per i dipendenti privati (era tre nel 2023) e di nove mesi (erano sei nel 2023) per quelli pubblici;
  • c’è un incentivo al posticipo del pensionamento: si può scegliere di farsi accreditare in busta paga la quota di contribuzione Infortuni e Vecchiaia per i lavoratori subordinati (IVS) che di solito si versa all’INPS. Chi opta per il posticipo, mantiene comunque il diritto ad andare in pensione anticipata in qualunque momento.

3. Ape Sociale

Cambiano nel 2024 i requisiti per accedere all’Ape sociale: l’età minima richiesta è di 63 anni e cinque mesi ed è necessario avere almeno 30 anni di contributi o 36 per i lavori usuranti. Per le donne i requisiti contributivi minimi si possono ridurre di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 2 anni. I requisiti minimi per le donne possono quindi scendere a 28 anni o 34 anni.

Per accedere all’Ape sociale si deve far parte di quattro categorie protette individuate nel 2024:

  • disoccupati involontari senza sussidio (NASpI);
  • caregiver che assistono da 6 mesi il coniuge o compagno in unione civile o parente di primo grado convivente;
  • invalidi civili con almeno il 74% d’invalidità;
  • addetti a lavori gravosi da almeno 6 anni nell’arco degli ultimi 7 anni;
  • l’Ape sociale non si può cumulare con i redditi di lavoro dipendente o autonomo ad eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5.000 euro annui (nel 2023 questo non era previsto);
  • l’assegno massimo è di 1.500 euro lordi al mese, senza tredicesima e senza gli adeguamenti all’inflazione.

4. Opzione Donna

Resta nel 2024 la possibilità riservata alle donne di andare in pensione anticipata solo se si accetta che il calcolo dell’assegno sia fatto con il sistema contributivo. Si alza il requisito minimo dell’età che nel 2024 è di 61 anni (erano 60 nel 2023) resta il minimo di contribuzione effettiva fissato a 35 anni (escluse la contribuzione figurativa disoccupazione, malattia e infortunio). Il minimo contributivo può scendere di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni. Il periodo finestra è di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Può beneficiare di Opzione Donna solo chi fa parte di queste categorie:

  • caregiver familiari di conviventi disabili o non autosufficienti;
  • invalide con almeno il 74% d’invalidità;
  • in esubero (dipendenti o licenziate) da aziende dove è stato aperto un tavolo di crisi.

Aprire un fondo pensione per il futuro

Per chi è vicino alla pensione e fa i conti per uscire dal lavoro in anticipo è tardi per aprire un fondo pensione. Ma per chi è entrato nel mondo del lavoro da poco e ha oltre 30 anni di attività davanti a sé è il momento giusto per investire nella previdenza integrativa e garantirsi una rendita aggiuntiva. Non tutte le categorie di lavoratori hanno un fondo negoziale previsto dal contratto nazionale del proprio lavoro di appartenenza o da un accordo sindacale di settore o aziendale. In questo caso, la pensione integrativa è affidata a i fondi pensione aperti. Vediamo quali sono i vantaggi:

  • Possono essere sottoscritti da chiunque senza distinzione di età, categoria lavorativa di appartenenza, compresi i non occupati o i fiscalmente a carico, come i minori.
  • Il fondo pensione aperto può essere affiancato anche a un fondo negoziale: è possibile aderire a due fondi pensione.
  • Il fondo pensione negoziale o aperto è il prodotto ideale per una corretta pianificazione previdenziale. Tra i vantaggi del fondo pensione ci sono: una tassazione favorevole con diverse opzioni di deducibilità fiscale e una gestione flessibile del riscatto delle somme versate.

IDEE DI INVESTIMENTO

Online SIM offre ai suoi clienti la possibilità di investire nella previdenza integrativa con fondi pensione aperti.

Tra i prodotti ci sono:

  • Arca previdenza. Fondo gestito da Arca SGR che investe sui mercati finanziari con differenti profili ed è articolato in 4 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
  • Seconda Pensione. Il fondo gestito da Amundi SGR che consente di costruire nel tempo un trattamento pensionistico complementare al sistema obbligatorio investendo i contributi versati nelle differenti possibilità offerte dal fondo pensione. Il fondo è articolato in 5 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
  • Anima Arti & MestieriÈ un fondo aperto gestito da Anima SGR a contribuzione differita. Il fondo offre la possibilità di scegliere tra 5 comparti, di cui un comparto garantito. Questi con una composizione di investimento azionaria/obbligazionaria differente a seconda delle esigenze.

Aprire un fondo pensione consente di avere una rendita privata, ma come scegliere il migliore? Per evitare di sbagliare scopri come scegliere il fondo più adatto.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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