Le pensioni, se non opportunamente adeguate, soffrono particolarmente il peso dell’inflazione: scopri quali sono e saranno gli interventi del Governo.

Come cambiano le pensioni nel tempo

L’assegno della pensione non resta fermo nel tempo. In particolare:

  • La pensione si rivaluta ogni anno sulla base dell’indice medio dei prezzi al consumo. Gli indici mensili, la media annuale e la percentuale di variazione sono calcolati dall’ISTAT nel mese di novembre e sono poi inviati al Ministero dell’Economia.
  • Il Ministero dell’Economia ha il compito di indicare in via provvisoria la percentuale di perequazione automatica per le pensioni per l’anno seguente e rende noto il valore definitivo dell’aumento per l’anno in cui esce il decreto. La percentuale può cambiare anche ogni anno.

Ci sono diversi gradi di rivalutazione della pensione nel tempo. Il punto di partenza è il trattamento minimo previsto dall’INPS che nel 2023, grazie alla perequazione automatica e all’ulteriore maggiorazione prevista con la manovra di bilancio, ammonta: a 599,82 euro per chi ha almeno 75 anni; a 572,20 euro mensili per chi ha meno di 75 anni (contro i 525,30 euro al mese del 2022).

Il peso dell’inflazione sulle pensioni nel 2023

Dopo anni di inflazione all’1% il problema del recupero del potere d’acquisto delle pensioni era stato accantonato. Ma con l’aumento dei costi energetici, il conflitto in Ucraina e le tensioni geopolitiche il tema è al centro del dibattito. Senza una crescita dei salari e della rivalutazione delle pensioni la perdita del potere d’acquisto in Italia è destinata ad aumentare.

In particolare, da gennaio 2023 l’indice provvisorio dell’inflazione è stato del 7,3%. Ecco quanto pesa sulle pensioni secondo calcoli CGIL-SPI:

  • In generale, per chi ha più pensioni previdenziali l’importo da prendere a riferimento per il calcolo è quello totale delle pensioni (per esempio, se si ha una pensione di reversibilità sommata alla propria).
  • Per le pensioni previdenziali pari o inferiori al trattamento al minimo (525,38) oltre al 7,3% in più il 1,5% (massimo 7,88 euro) e per chi ha più di 75 anni il 6,4 % (massimo 33,62 euro).
  • Fino a 4 volte il trattamento minimo da 525,39 a 2.101,52 euro mensili lordi: indice perequazione del 100% di 7,3% pari a una rivalutazione effettiva dell’7,3%.
  • Superiori a 101,53 euro e fino 2.636,9 euro (85% di 7,3%) pari a una rivalutazione del 6,2% su tutto l’importo di pensione.
  • Superiori a 637 euro e fino a 3.152,28 euro (53% di 7,3%) pari a una rivalutazione del 3,87% su tutto l’importo di pensione
  • Superiori a 152,39 euro e fino a 4.203,04 euro (47% di 7,3%) pari a una rivalutazione del 3,43% su tutto l’importo di pensione
  • Superiori a 203,5 euro e fino a 5.252,8 euro (37% di 7,3%) pari a una rivalutazione del 2,70% su tutto l’importo di pensione
  • Superiori a 252,9 euro (32% di 7,3%) pari a una rivalutazione del 2,34% su tutto l’importo di pensione

In pratica nel 2023 il recupero totale dell’inflazione è previsto solo per i redditi fino a 27.320 euro lordi, mentre recuperano solo il 53% dell’inflazione i pensionati con 34.150 lordi e meno di un terzo dell’inflazione i redditi oltre 68.302 euro lordi. Per l’INPS la soglia di ricchezza pensionistica in Italia è pari a 1.950 euro netti al mese.

Pensioni e inflazione 2023: cos’ha fatto e cosa farà il Governo italiano nel 2024

In generale, le pensioni nel 2023 e nel 2024 saranno più alte a parità di contributi versati rispetto al biennio 2021-2022. Vediamo perché e cosa aspettarsi dal Governo nel 2024:

  • Sono stati aggiornati al rialzo in media del 2,5% i coefficienti di trasformazione del montante contributivo a causa della riduzione della speranza di vita dovuta all’aumento di mortalità legato al Covid-19.
  • A novembre 2023 è attesa la nuova rivalutazione dei prezzi riferita al 2024. Per cui ci saranno nuovi aumenti sugli assegni pensionistici che saranno spalmati nel corso dei mesi.
  • A gennaio 2024 arriveranno i conguagli dovuti all’indice definitivo della rivalutazione riferita al 2023, e verranno corrisposti anche i dovuti arretrati.
  • Nel 2024 dovrebbe essere confermato lo stesso criterio di rivalutazione.
  • Nel 2024 potrebbe cambiare l’importo del trattamento minimo. Le ipotesi variano da un minimo di 700 a un massimo di 1.000 euro mensili.
  • Nel 2024 è attesa una proroga di Quota 103 e dell’Ape Sociale. In forse la proroga di Opzione Donna.
  • Allo studio dell’INPS c’è una proposta di riforma delle pensioni che adegui gli assegni all’aspettativa di vita dei lavoratori. L’obiettivo è corrispondere assegni più bassi a chi vive più a lungo. Questa è un’opzione che il Governo Meloni potrebbe prendere in considerazione per la riforma previdenziale. La discussione di tale riforma prenderà il via nel 2024.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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