La strada della svolta sostenibile del risparmio gestito che è stata al centro del dibattito dell’ultimo Salone del Risparmio di Assogestioni si arricchisce di un nuovo capitolo che sta diventando una tendenza nella costruzione dei portafogli: il disinvestimento dai titoli che inquinano. Cosa significa? Dato che i rischi del cambiamento climatico sono diventati più pronunciati, le principali società di investimento dopo anni di dialogo con le aziende per discutere di soluzioni più ecologiche del business hanno deciso di mettere da parte le società petrolifere e legate al carbone che sono rimaste indietro, escludendole dal portafoglio. Nella lista nera dei gestori mondiali, secondo un’analisi di Bloomberg, è finita, per esempio, le società petrolifera Exxon che da oltre un decennio promette di diminuire le emissioni di CO2 senza, di fatto, raggiungere mai il risultato e ha convinto la Securities and Exchange Commission (SEC), omologa della Consob negli Stati Uniti, a bloccare una risoluzione degli azionisti che spingeva il colosso petrolifero a fare di più per affrontare i rischi climatici.
La campagna di disinvestimento dalle aziende che promettono sostenibilità e poi non mantengono è solo all’inizio. A marzo di quest’anno BNP Paribas Asset Management ha annunciato che i fondi gestiti attivamente sarebbero usciti da quasi 1 miliardo di euro di scorte di carbone già a partire dal 2020 scatenando la reazione dei lobbysti del settore. È il segnale che la svolta sostenibile dei portafogli azionari e obbligazionari sia qualcosa di più di una moda e determini una svolta economica importante. In pratica, i gestori sono convinti che sia rischioso, per i loro clienti e per il pianeta, investire il capitale in aziende con strategie aziendali insostenibili dal punto di vista ambientale. Non a caso nel corso di quest’anno quasi tutte le principali compagnie petrolifere pubbliche hanno dovuto fare i conti con almeno una richiesta degli azionisti sui cambiamenti climatici.
Il disinvestimento è però ancora una scelta estrema e minoritaria per i gestori che preferiscono fare scelte attive positive, ovvero scegliere i titoli a maggiore sostenibilità. Società come Royal Dutch Shell, che ha fissato obiettivi climatici a breve termine credibili, per esempio, continua a piacere ai gestori. Piace anche la scelta di British Petroleum (BP) che ha accolto una risoluzione degli azionisti con la quale si impegna a dichiarare come ogni nuovo investimento di capitale sia allineato all’accordo di Parigi sul Clima; ed è stata accolta con entusiasmo la decisione della società mineraria Glencore che ha accettato di limitare la produzione di carbone. Una grossa spinta verso la costruzione di portafogli sostenibili arriva dalle strategie dei fondi pensione, ma più in generale abbracciare una strategia ESG (ambientali, sociali e di governance) è in linea con obiettivi di rendimento e stabilità nel lungo periodo oltre che di controllo del rischio per tutti gli investitori del risparmio gestito.
IDEE DI INVESTIMENTO
A livello globale, secondo le stime di Morningstar, a giugno 2019 i fondi comuni aperti con un mandato sostenibile hanno circa 1.800 miliardi di dollari (dati al 30 giugno 2019). La maggior parte è detenuta dai fondi azionari che rappresentano oltre la metà degli asset, e l’Europa fa la parte del leone oltre tre quarti degli asset globali. L’Europa è stata la pioniera dell’integrazione dei criteri ESG, soprattutto sul fronte obbligazionario che è ancora il meno battuto. L’Italia è una realtà importante. Oggi si contano oltre 900 fondi tematici con oltre 62 miliardi di patrimonio in gestione, secondo dati dell’Osservatorio Socially Responsible Investment (SRI) 2018 di Etica News.
Per investire in sostenibilità esistono soluzioni sui fondi obbligazionari ESG che sono ancora una pattuglia esigua in Italia, mentre cresce in maniera costante l’offerta sui fondi azionari.
I migliori fondi azionari globali low carbon
Prodotto | Rendimento YTD | Rendimento 1y |
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Artisan Global Discovery I USD Acc | 36,37% | 16,54% |
TCW Global Pre Esg Eq AU Acc | 33,13% | 16,83% |
Seilern World Growth USD H R | 31,69% | 20,11% |
Lemanik Sicav World Daytona Eur | 30,32% | 13,76% |
Nomura Fds Global High Conviction A EUR | 30,16% | 16,37% |
Heptagon WCM Global Equity A USD Acc | 30,08% | 17,25% |
Nordea 1 - Global Opportunity Fund Classe E Eur | 29,78% | 14,58% |
Artisan Global Equity I USD Acc | 29,75% | 16,16% |
Pictet-Environmental Megatrend Selection Classe R USD | 29,66% | 9,64% |
Artisan Global Opportunities A USD Acc | 29,55% | 13,28% |
AB SICAV I Concentrated Global Equity Portfolio Classe A | 29,51% | 16,26% |
Ardevora Global Equity C GBP Acc | 29,40% | 12,80% |
Guinness Global Innovators X EUR ACC | 28,94% | 9,74% |
Brown Advisory Global Leaders B USD Acc | 28,85% | 17,41% |
GS Global Millennials Eq E Inc EUR | 28,46% | 10,41% |
JSS OekoSar Equity Global P EUR acc | 28,04% | 13,51% |
MFS Meridian Global Concntr N1 USD | 27,08% | 14,47% |
Raiffeisen Azionario Sostenibile Classe R | 26,90% | 10,95% |
Threadneedle (lux) Global Focus Classe Du | 26,90% | 16,77% |
Fiera Capital Global Equity B Acc | 26,51% | 14,52% |
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Note
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