Per gli investitori che sono entrati sul mercato azionario nel 2018 è stato un anno difficile. I rendimenti delle azioni a livello globale e sul mercato americano sono ancora in media positivi, mentre in Europa il mercato ha sofferto di più così come sulle Borse emergenti. La fine del 2018, che ha visto ad ottobre alcune sedute di vendite indiscriminate, che in gergo viene definito sell-off, seguite da rimbalzi soprattutto sul settore della tecnologia, è in qualche modo il preludio di ciò che ci aspetta nel 2019: una grande volatilità che, secondo l’analisi di Morgan Stanley Asset Management, non sarà un problema di breve termine.

La volatilità è una caratteristica normale dei mercati azionari e fluttua in base al punto in cui ci troviamo nel ciclo economico. Per questo gli investitori devono imparare a gestirla. In quale fase ci troviamo? Siamo al termine di quasi un decennio di espansione che è seguito alla crisi finanziaria del 2008. Abbiamo vissuto anni di calma caratterizzati da un progressivo miglioramento dell’economia globale, bassi tassi di interesse e banche centrali che hanno portato avanti politiche monetarie aggressive, utilizzando armi non convenzionali come il Quantitative easing (Qe) a sostegno dell’economia.

Questo mondo tranquillo adesso sta cambiando. Dopo l’accelerazione della crescita economica globale che c’è stata nel 2017 sono aumentate le preoccupazioni per un risveglio dell’inflazione e le banche centrali hanno imboccato una strada diversa che va verso tassi più alti e verso la fine degli stimoli monetari. L’aumento delle volatilità è, al momento, una risposta dei mercati verso l’incertezza del futuro e della direzione da prendere e, secondo l’analisi di Morgan Stanley, è la risposta tipica che si ha quando si intravede una recessione senza saperne determinare tempi e modi.

Capire quando sarà e dove scoppierà la prossima crisi è l’esercizio su cui i grandi gestori si stanno esercitando. Jp Morgan Asset Management e Aberdeen Standard Investments hanno immaginato uno scenario in cui non ci si arriverà prima del 2020 e nel frattempo per chi investe ci sono una serie di trappole e di errori da evitare:

  • L’aumento della volatilità non significa che sia meglio vendere ora. La prossima vera correzione potrebbe essere a mesi o anche anni di distanza. È estremamente difficile prevedere i tempi con la precisione necessaria per trarre un vero profitto da una previsione.
  • Una percezione errata del rischio può essere costosa. Comprare sui ribassi e vendere sui rialzi è un consiglio sacrosanto, ma raramente si azzecca il timing perfetto. Un portafoglio ben bilanciato nel lungo termine consente di mediare perdite e rischio.
  • Tenere sempre a mente il proprio obiettivo. Il rischio di portafoglio va calibrato a seconda del traguardo e a prescindere dalla prospettive di mercato. Se l’obiettivo è vicino, ha senso diminuire il rischio di portafoglio e viceversa.

IDEE DI INVESTIMENTO

In questa fase di mercato la migliore strategia è investire a lungo termine avendo un orizzonte temporale tra sette e dieci anni.

  • Per valutare il rischio di portafoglio e bilanciare nella maniera migliore gli asset su cui investire (azioni, obbligazioni, liquidità), questo è il momento ideale per scoprire i vantaggi di un portafoglio modello ben equilibrato.
  • Quando il rischio sul mercato aumenta la formula ideale per cercare di mediare volatilità e prezzi di ingresso è quella dei Piani di Accumulo del Capitale (PAC), con i quali è infatti possibile ridurre il rischio di entrare nei mercati al momento sbagliato. È inoltre possibile integrare una polizza assicurativa.

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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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