Sulla poltrona del ministero dell’economia russa adesso siede Maxim Oreshkin, 34 anni, da poco più di tre anni al Ministero delle Finanze del Paese dopo aver lavorato nel settore bancario. È l’ultima mossa del presidente russo Vladimir Putin  che ha nominato il vice ministro delle Finanze al posto di Alexei Ulyukayev, silurato a novembre 2016 per aver intascato una mazzetta da 2 milioni di dollari. Oreshkin è stato incaricato di portare il Paese fuori da una recessione che dura ormai da due anni, aggravata dal calo dei prezzi per le esportazioni di petrolio e dalle sanzioni occidentali sull’Ucraina e a cui, finora, ha posto un argine solo la banca centrale russa e la politica monetaria decisa dal governatore Elvira Naibiullina a sostegno del rublo.

Il nuovo ministro dell’economia Oreshkin si insedia in un momento in cui molti scommettono sulla rinascita della Russia, grazie anche a un nuova politica di disgelo con gli Stati Uniti guidati da Donald Trump. Il percorso, certamente non sarà breve. Secondo un’analisi di Pictet asset management firmata da Hugo Bain e Christopher Bannon, la presidenza Trump dovrebbe migliorare le relazioni tra America e Russia nell’arco di 1-2 anni. In che modo? Il primo passo potrebbe essere la parziale revoca delle sanzioni europee nel corso del 2017. Questo non significa che le due aree calde della mappa geopolitica, Siria e Ucraina, smetteranno di essere oggetto di contesa. Ma secondo l’analisi di Pictet asset management, Trump potrebbe cambiare gli equilibri ritirando, per esempio, il sostegno ai ribelli siriani, e concentrandosi sulla lotta contro l’ISIS, mentre l’inattuabilità degli accordi di Minsk dovrebbe perpetuare lo status quo in Ucraina: un conflitto congelato.

Russia e petrolio: quanto vale il taglio Opec

Dal punto di vista economico, l’impatto delle manovre di geopolitica del nuovo presidente americano non sono così stimolanti per la Russia. Ha invece una forte rilevanza la decisione presa il 30 novembre 2016 dall’Opec di tagliare la produzione del greggio per la prima volta dal 2008, per riequilibrare il mercato e far risalire le quotazioni del petrolio dopo due anni di prezzi in caduta libera. L’intesa prevede la riduzione dei livelli produttivi di 1,2 milioni di barili al giorno portando il totale giornaliero a 32,5 milioni di barili. Il nuovo corso è atteso a gennaio, proprio quando Trump diventerà il nuovo inquilino delle Casa Bianca. La decisione presa oggi a Vienna è un primo passo che prelude ad altri accordi con i Paesi non-Opec, Russia in primo luogo che si è detta disposta a un taglio di 300 mila barili.

Il taglio della produzione del petrolio ha già fatto ripartire le quotazioni del greggio che è salito oltre i 52 dollari e quelle rublo contro euro e dollaro. Sono tutti segnali che, Trump a parte, la Russia possa diventare un mercato sui cui puntare, anche se il rischio è elevato. Secondo gli esperti di Pictet asset management, il premio al rischio sul mercato russo potrebbe scendere nel 2017 soprattutto se il ciclo di allentamento monetario proseguirà almeno fino al 2018 e i prezzi del petrolio si stabilizzeranno sopra i 50 dollari al barile.

Per Jacob Grapengiesser, partner di East Capital, l’economia russa è in grado di rialzare la testa e il termometro è la ripresa dei consumi, a cominciare dalla tecnologia. Ed è proprio da questo settore che nei prossimi anni potrebbero arrivare le soprese più grandi per gli investitori. La ragione? La Russia è uno dei pochi Paesi ad aver sviluppato un proprio internet, compresi i propri motori di ricerca, sistemi di posta elettronica, e social media, facendo la guerra a colossi come YouTube e Linkedin con operazioni di protezionismo del mercato. C’è una classe di imprenditori in Russia che cerca, da tempo, di costruire un settore tecnologico in grado di fornire all’economia un sostegno solido e un’alternativa all’energia e alle materie prime, tradizionali comparti forti del Paese.

I giovani ingegneri russi sono intelligenti, desiderosi e pronti a lasciare il loro segno nel mondo. Ma sono anche costretti ad operare in un clima in cui il governo si intromette nei loro affari e, a volte, prende il controllo delle loro aziende. Nonostante questo, ci sono start up che sono già oggi in grado di competere con il resto mondo secondo quanto riporta Bloomberg, citando come esempio Prisma, che utilizza l’intelligenza artificiale per trasformare foto e video in opere d’arte, e Group-IB, una delle principali aziende di sicurezza informatica del mondo, che ha un track record senza eguali quando si tratta di caccia ai pirati informatici. Chissà se il disgelo con gli Stati Uniti sarà una spinta ulteriore.

IDEE DI INVESTIMENTO

Secondo il consensus degli analisti intervistati da Bloomberg, nel 2017 il rendimento delle obbligazioni in rubli può arrivare al il 15% e per Citigroup il rublo è la moneta su cui puntare nel 2017. Tanto ottimismo deriva soprattutto dal fatto che, guardando ai fondamentali, le aziende russe sono naturalmente sottovalutate, anche sul mercato azionario secondo l’analisi di Pictet asset management. Il rapporto fra utile e dividendo è basso, mentre i dividendi delle società russe sono fra i più alti a livello globale. Un esempio è Gazprom, scambiata a un prezzo per cui di fatto l’investitore ottiene gratuitamente il 25% dei depositi e della produzione di gas naturale del pianeta, che offre un dividend yield del 6-7%. Per East Capital, puntare sulla Russia significa soprattutto andare a caccia di settori non convenzionali. Qualche esempio? Il settore dell’aviazione russa e i consumi di elettronica e tecnologia.

Per investire sulla ripresa russa la scelta più indicata è un fondo azionario specializzato sulla Russia. Ecco i migliori tre per rendimento da gennaio 2016 (Fonte: Morningstar):

  • Pictet – Russian Equities Classe R Eur rende il 54,6% da gennaio 2016 (+4,11% a tre anni). Il team di gestione guidato da Klaus Bockstaller cerca di individuare società che operano prevalmente sul mercato russo che siano sottovalutate e dotate di fondamentali solidi.
    Pictet – Russian Equities Classe R Eur rende il 54,6% da gennaio a dicembre 2016. Fonte: Morningstar.
    Pictet – Russian Equities Classe R Eur rende il 54,6% da gennaio a dicembre 2016. Fonte: Morningstar.

     

  • HSBC Global Investment Funds – Russia Equity Class IC rende il 48,4% da gennaio a dicembre 2016 (+3,42% a tre anni). Il fondo gestito da Douglas Helfer punta su una combinazione ristretta di azioni di società russe di qualunque dimensione e su azioni di società di qualsiasi Paese che conducono gran parte dell’attività in Russia. Energia e finanza sono i primi settori in portafoglio.
    HSBC Global Investment Funds – Russia Equity Class IC rende il 48,4% da gennaio a dicembre 2016. Fonte: Morningstar.
    HSBC Global Investment Funds – Russia Equity Class IC rende il 48,4% da gennaio a dicembre 2016. Fonte: Morningstar.

     

  • East Capital Russian Fund Classe A Eur rende il 47,4%% da gennaio 2016 (-4,99% a tre anni). Il gestore Peter Elam Håkansson sceglie i titoli attraverso l’analisi fondamentale e adotta una gestione attiva. In questo momento energia e finanza sono i primi settori in portafoglio.
East Capital Russian Fund Classe A Eur rende il 47,4%% da gennaio 2016 a dicembre 2016. Fonte: Morningstar.
East Capital Russian Fund Classe A Eur rende il 47,4%% da gennaio 2016 a dicembre 2016. Fonte: Morningstar.

 

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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1 Commento

  1. baldassare sanfilippo
    9 Dicembre 2016 a 19:20

    ok