Il rischio geopolitico ha assunto un ruolo centrale nella costruzione e nel ribilanciamento dei portafoglio di investimento nel corso nel 2019. E tutto fa presumere che nel 2020 le cose non cambieranno, anzi. L’elenco delle minacce è lungo e non accenna a diminuire. Dalle sanzioni Usa sull’Ue a quelle sulla Cina, dalla Brexit al petrolio fino all’avvio dell’anno elettorale americano sono tanti i fattori di cui un investitore deve tenere conto e tutti hanno conseguenze sugli asset che possono essere di breve o di lungo periodo. I grandi gestori di fondi sono abituati a maneggiare con cura questi rischi, in una eterna lotta che vede da una parte i mercati finanziari pronti a interpretare e cavalcare decisioni politiche e sistemiche, cogliendo nelle debolezze un’opportunità.

Non sempre però la tecnica di approfittare di rischi sistemici riesce. Le minacce in questa fase di mercato sono tante e il più grade errore che si possa fare, sottolinea uno studio di Henderson Investors, è farsi trovare impreparati. La miglior difesa è conoscere i tanti rischi per capire quando è il momento di abbandonare il campo perché il rischio da opportunità diventa una minaccia globale. Ecco tre rischi geopolitici di cui si deve tenere conto.

La guerra dei dazi tra Usa, Cina ed Europa

Mentre la ripresa dei negoziati tra Usa e Cina si fa attendere, gli occhi del mercato sono puntati sull’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) che è in procinto di autorizzare gli Stati Uniti a imporre dazi su quasi 8 miliardi di dollari di beni europei a causa di aiuti di Stato illegali ad Airbus – la vicenda risale a oltre 15 anni fa – colpendo principalmente i Paesi che fanno parte del consorzio (Regno Unito, Francia, Germania e Spagna). I dazi riguarderanno aerei, ma anche prodotti alimentari e beni di lusso, soprattutto francesi. Nel mirino ci sono per esempio i marchi del conglomerato Lvmh (Louis Vuitton, Moet et Chandon, Hennessy). Ci sono poi vini e formaggi provenienti da altri Paesi europei. L’UE probabilmente effettuerà ritorsioni e ciò potrebbe essere rischioso per la Boeing. Il dato di fatto è che una volta scattati i dazi Usa arriverà la ritorsione dell’ Ue che, però, dovrà aspettare ancora diversi mesi per avere luce verde: la decisione dell’Organizzazione Mondiale del commercio è attesa per la prima metà del 2020 e questo terrà in ostaggio i mercati con ripercussioni, secondo Columbia Threadneedle Investments sulle azioni europee e americane. Allargando il quadro, per ora il presidente Donald Trump ha siglato un accordo commerciale limitato con Shinzo Abe e ha ritirato la minaccia delle tariffe automobilistiche sul Giappone. Per gli investitori l’indicazione è di tenere conto del fattore dazi come di un nuovo status quo economico.

Verso una Hard Brexit

Restando in Europa, il rischio di una Hard Brexit si fa sempre più concreto e ha un impatto diretto su valute, azioni e obbligazioni. La guerra aperta tra il premier Boris Johnson e la Camera dei Comuni continua dopo la riapertura del Parlamento inglese in seguito al verdetto della Corte Suprema. La situazione è di stallo e secondo i calcoli di Morgan Stanley, porterà a un tasso di crescita più che dimezzato nel 2020 nel caso di una Hard Brexit, ossia di un negoziato per l’uscita dal Regno Unito dall’Ue senza accordo.

L’avvio dell’anno elettorale americano

Il ciclo presidenziale ha storicamente avuto un impatto sui mercati. La chiave non è il modo in cui l’economia si comporta nell’ultimo trimestre 2019, ma come si muoverà nel 2020. Donald Trump lo sa e questo potrebbe convincerlo ad accelerare i negoziati commerciali con la Cina. Una mancata risoluzione sul commercio a breve termine potrebbe anche costringere la Federal Reserve a continuare a tagliare i tassi di interesse. Un accordo commerciale con la Cina insieme a tassi di interesse più bassi e la promessa di una legge sulle infrastrutture potrebbe dare una bella spinta al PIL degli Stati Uniti nel 2020. Secondo il consensus degli analisti di Bloomberg, questo spingerà il mercato americano e per Morgan Stanley Reaserch rinvierà la frenata Usa al 2021.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’economia globale continua a subire gli effetti della guerra commerciale, ma la maggior parte degli investitori sembra convinta che le banche centrali correranno in salvataggio grazie a potenti stimoli monetari. Un ottimismo che ormai molti gestori non condividono. In particolare per Pictet Asset Management questo scenario e il contesto intricato di rischi geopolitici, tenendo conto anche della variabile petrolio, spinge a:

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Note

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Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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