Il quarto mese del 2021 si rivela tiepido ma da inizio anno l’impostazione dei mercati rimane rialzista.
L’indice FIDA FFI Azionari Taiwan si rivela il migliore, in termini di performance mensile, tra le categorie a specificazione geografica, con un allungo del 5%. Non solo, si conferma anche in testa alle classifiche per performance year to date con +23%. Il Paese rappresenta un’eccezione tra gli asiatici che occupano il fondo della classifica mensile con risultati debolmente negativi. Usa ed Europa invece si alternano nel popolare la prima parte del ranking con variazioni contenute ma positive.
Nel vecchio continente growth e mid&small rappresentano un caso di successo, mentre altrove sono le società ad elevata capitalizzazione di borsa a generare i migliori ritorni.
I fondi con specializzazioni settoriali rappresentano, come accade di frequente, asset con rendimenti medi positivi. In testa troviamo i metalli preziosi coperti in euro, che hanno beneficiato dell’allungo della moneta unica da 1.17 a 1.21 dollari in aprile avanzando così dell’8% complessivamente, ma che dall’inizio dell’anno si muovono ancora in terreno negativo di oltre 3 punti percentuali.
Bene anche il fintech, i metalli non preziosi, in particolare il rame, e l’immobiliare, settore che ha patito un lungo periodo di stagnazione e che nell’anno corrente pare guadagnare in tonicità. A cedere, anche se in misura contenuta, sono ancora le energie alternative ed i socialmente responsabili, protagonisti del 2020 ma che nell’anno corrente denunciano qualche difficoltà.
I comparti obbligazionari hanno invece archiviato un mese non propriamente florido, con oltre la metà delle categorie in negativo ma con variazioni ristrette in valore assoluto. Ancora una volta, convertibili ed high yield guidano i ranking.
I bond dei mercati emergenti, se coperti in euro, conquistano la medaglia d’oro con un allungo dell’1.64%, non sufficiente però a riportare in positivo la variazione da inizio anno. L’Euro rappresenta il principale elemento di successo soprattutto se accompagnato da duration ridotta. I bond Usa, invece, fanno da fanalino di coda. Nel nuovo continente sono invece le duration più elevate a sovraperformare.
Complessivamente possiamo affermare che la componente azionaria di portafoglio, se ben diversificata, dovrebbe risultare in espansione in modo piacevolmente ordinato e armonioso. Mentre sulla componente obbligazionaria si registrano perdite di entità ridotta. La copertura al rischio di cambio, nell’anno corrente, rappresenta un elemento vincente.
Si conferma la rotazione settoriale, sempre con riferimento al 2021. I dati macro mettono nero su bianco una diffusa ripresa dell’attività produttiva e dei consumi, che procede tiepida, senza rally e senza choc.
I dati parziali di maggio, però, disegnano un quadro in controtendenza, con numerose categorie in ritracciamento. Maggio è storicamente un mese di mear market, tanto da dare origine al detto “sell in may and go away”. Le perdite sono diffuse ed hanno coinvolto principalmente Usa ed Asia, con un tonfo particolarmente doloroso per il Nasdaq.
I titoli tecnologici sembrano infatti aver perso appeal, almeno momentaneamente, a favore di settori produttivi più tradizionali, in ripresa anche grazie alle campagne vaccinali. Il protagonista del crollo, però, è Taiwan, terreno ed oggetto di scontro tra Usa e Cina, i cui fondi cedono mediamente oltre il 12%. L’Europa, con un focus di breve e brevissimo termine, sembra ora l’area maggiormente solida, soprattutto con riferimento ai mercati dell’est, in particolare la Russia. Anche Turchia, Austria, Francia, Italia e Portogallo figurano in positivo nella prima decade di maggio.
Lo spettro dell’inflazione, tema di largo interesse nell’ultimo bimestre, è ancora presente e costituisce un elemento da monitorare con attenzione. In ogni caso, le banche centrali si confermano tolleranti nei confronti di eventuali fiammate, e non paiono voler procedere con rialzi dei tassi.
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