La prossima insalata che porteremo sulle nostre tavole potrebbe essere fatta di foglie verdi coltivate dai robot nelle serre della California. Già oggi il 75% della lattuga coltivata negli Stati Uniti proviene dalla valle di San Joaquin ed è proprio qui che sta crescendo una sorta di Silicon Valley dell’agricoltura biotech con prodotti che stanno entrando in commercio. L’esempio perfetto di questo nuovo tipo di agricoltura è la start up Iron Ox, produttore di robot agricoli, che è nata nel 2015 ed è arrivata adesso alla produzione su larga scala. In 8.000 metri quadrati di spazi tutti al coperto lavorano robot che coltivano circa 26.000 capi di lattuga, verdure a foglia verde ed erbe secondo la tecnica idroponica, ovvero una coltivazione fuori dal suolo che non usa terra ma argille. Il primo raccolto arriverà sul mercato in estate e sarà destinato prima di tutto ai ristoranti, poi alla grande distribuzione.

La cosa sorprendente del processo di automazione dell’agricoltura è che il fattore umano è ancora determinante e, anzi, a guardare il costo del lavoro di Iron Ox ancora preponderante sui robot. Il vantaggio sui costi di produzione arriva dalla tecnica idroponica che è sostenibile perché usa meno acqua di quella tradizionale, è completamente sterile ed è molto più efficiente in termini di spazio. Ma richiede anche più lavoro. Nel sistema idroponico che Iron Ox utilizza, per esempio, ogni pianta deve essere trasferita una ad una attraverso una serie di diversi tini in base al tasso di crescita. Ed è questo compito semplice, ovvero spostare le piante, al centro del lavoro dei robot che curano e raccolgono ortaggi.

L’agritech è una strada segnata per il settore, secondo l’analisi di Deloitte che sottolinea come, entro il 2025, il mondo dovrà nutrire circa due miliardi di persone in più rispetto a oggi, ma con meno spazio disponibile. È una delle più grandi sfide dell’agricoltura moderna. Perché il 2025 è solo il primo giro di boa. Entro il 2050, infatti, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi e la produzione agricola dovrà raddoppiare per soddisfare la domanda. Questa necessità ha portato gli agricoltori a rivolgersi alla robotica come unica soluzione per il futuro. La ragione? La tecnologia fa risparmiare su tutto: acqua, diserbanti, tempo del raccolto, tranne che su una cosa: il lavoro umano che continuerà a essere necessario. La prova arriva proprio dalla start up americana Iron Ox dove il 50% dei costi di produzione è dato dal lavoro umano, il resto è tecnologia e materie prime. Ma non va sempre così.

Il risparmio dell’acqua non è l’unico tema. La robotica è applicata anche all’uso dei diserbanti. Tra le eccellenze in questo campo c’è la società svizzera Ecorobotix che ha inventato la prima macchina completamente autonoma per diserbare in modo più ecologico ed economico colture a filari, prati e colture intercalari. La precisione dei robot consente di usare il 90% in meno di erbicida e questo comporta un risparmio di almeno il 30% rispetto ai trattamenti tradizionali. In questo caso, il robot può sostituire del tutto l’uomo esattamente come succede per la tecnologia inventata dalla francese Naio Technologies con macchine che non solo diserbano, ma zappano e sono in grado di assistere i moderni contadini nella raccolta.

IDEE DI INVESTIMENTO

Coltivazioni più sane, più abbondanti e rispettose dell’ambiente sono il futuro dell’agricoltura che vede la tecnologia al fianco dell’uomo. Si tratta di uno dei megatrend dell’Intelligenza artificiale e, secondo i calcoli del MIT di Boston vale circa 5 mila miliardi di dollari, ma è ancora una nicchia. I ricercatori del MIT non hanno dubbi che il futuro sia questo, ma aggiungono un elemento non di secondo piano: i prodotti agritech devono essere anche buoni. Per gli scienziati del Media Lab del MIT ci deve essere una combinazione di botanica, algoritmi, ma serve anche la chimica. Usando tutto questo, i ricercatori della Open Agriculture Initiative del Media Lab hanno creato piante di basilico senza modifiche genetiche per massimizzare la concentrazione di molecole aromatiche e ora stanno studiando gli effetti della messa a punto di altre variabili ambientali come la temperatura, l’umidità, il colore della luce, oltre agli effetti dell’aggiunta di ormoni o sostanze nutritive vegetali.

Per investire sulla trasformazione tecnologica dell’agricoltura esistono fondi specializzati nel settore che hanno sempre di più una componente tecnologia in portafoglio (Categoria Morningstar: Azionari Settore Agricoltura)

I migliori fondi azionari che investono sull'agricoltura

ProdottoYTDRendimento 3y
DWS Invest Global Agribusiness NC18,06%8,40%
BGF World Agriculture Fund Classe E2 EUR16,85%5,74%
Pictet – Nutrition Classe R Eur16,35%9,69%
Allianz Global Investors Fund - Allianz Global Agricultural Trends P GBP16,16%2,18%
DPAM Invest B Equities Agrivalue15,48%8,77%
Amundi Funds Equity Global Agriculture Classe FU15,21%6,85%
RobecoSAM Sustainable Food Equities D €14,00%6,13%
Nella tabella, i fondi azionari specializzati in agricoltura ordinati per rendimento da gennaio 2019. Dati in euro aggiornati a maggio 2019. Fonte: Morningstar.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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