C’è un’opportunità economica che la pandemia da Covid-19 ha fatto emergere in maniera netta: le donne sono una risorsa economica importante per la ripresa. Il virus ha messo in luce questa opportunità perché, paradossalmente, ha evidenziato ancora di più la diseguaglianza di genere. Questa fino ad oggi era sempre stata qualche modo messa da parte dell’agenda politica. Denuncia di uno studio del World Economic Forum (WEF): serviranno 135 anni perché uomini e donne raggiungano la parità e 268 anni per ottenere lo stesso stipendio per un lavoro simile.

Le donne come risorsa economica sono al centro del piano Draghi di rilancio post pandemia che punta sulla caring economy di cui le donne sono le principali fautrici. Secondo una ricerca Ipsos per WeWorld, due donne su cinque si fanno carico da sole di persone non autonome – anziani o bambini – e questo impegno è diventato ancora più gravoso durante la pandemia a causa dello smart working. In pratica due donne su cinque fanno due lavori: curano la famiglia e svolgono una professione.

La pandemia rischia di far fare passi indietro sulla strada dell’uguaglianza di genere. Eppure mai come adesso la diversità di genere è diventata un tema di investimento che, secondo una ricerca di Morgan Stanley, piace al 67% dei gestori. La diversità di genere viene identificata come un’area di interesse nell’allocazione del capitale tra i propri portafogli di investimento. La ragione? L’uguaglianza di genere migliora il processo decisionale delle imprese di tutte le dimensioni e potenzialmente può aumentare i profitti di un portafoglio ben diversificato.

Morgan Stanley Research ha analizzato un paniere di aziende dal 2011 al 2019. Quelle con una maggiore diversità di genere hanno beneficiato di return on equity superiore del 2% rispetto alle aziende con una bassa diversità di genere, e hanno registrato una minore volatilità del rendimento.

Le donne in Italia

Qual è la situazione in Italia? Secondo lo studio della società di gestione Candriam con l’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), realizzato con IPSOS, dal titolo Il valore della donna investitrice: il contributo della consulenza finanziaria per superare gli stereotipi di genere, sono le donne con un’ampia disponibilità finanziaria e una posizione di rilievo nei sistemi sociali ed economico-finanziari che possono guidare il rilancio economico e ridurre il gender gap.

Lo studio Candriam-AIPB-Ipsos individua alcuni punti chiave del potere economico femminile in Italia:

  • Le donne detengono il 10% della ricchezza privata totale, pari a circa il 35% del risparmio gestito dal Private Banking. Solo 60mila sono le donne italiane di “alto profilo”, cioè professioniste, imprenditrici, dirigenti con disponibilità finanziaria di almeno 250mila euro.
  • Sono pronte a investire il 60% del proprio patrimonio in progetti di lungo periodo. Solo il 4% di loro esprime una preferenza a tenere la propria liquidità ferma sul conto (contro l’8% degli uomini).
  • Sono più interessate e competenti degli uomini di pari profilo. Nella scelta degli investimenti danno molta rilevanza alla sicurezza (50%, gli uomini il 18%) senza trascurare la ricerca del rendimento (20%, gli uomini il 25%).
  • Il 36% delle donne dichiara di voler contribuire attivamente al rilancio del Paese. Sono attente alla sostenibilità: una donna su due vorrebbe investire il proprio patrimonio in economia reale o in investimenti con impatti ESG.
  • L’82% delle donne si avvale abitualmente di una consulenza professionale per gestire il proprio patrimonio.

IDEE DI INVESTIMENTO

Ecco alcuni punti chiave che migliorano il rendimento delle aziende che guardano alla diversità di genere.

  • Migliora la soddisfazione dei dipendenti: è stato dimostrato che la diversità in generale, inclusa la diversità di genere, è correlata a prestazioni superiori in termini di coinvolgimento dei dipendenti.
  • Aiuta a reclutare talenti: l’equilibrio tra famiglia e vita familiare, programmi di lavoro flessibili e congedo familiare possono essere fattori di sovra performance per molte ragioni, tra cui aiutare le aziende in mercati competitivi ad attrarre i migliori talenti.
  • Spinge l’innovazione: una organizzazione aziendale ben diversificata può migliorare il processo decisionale del team, portando a prodotti e servizi innovativi.
  • Evita il rischio reputazionale: le aziende possono subire controversie su questioni quali grandi divari salariali, controversie per molestie sessuali, sulle pari opportunità.

Infografica Donne nella crescita economica

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Investire sulle donne e sul ruolo che possono avere nel rilancio dell’economia significa puntare sull’economia dell’inclusione. Sulla parità di genere sancita dall’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 che guida la trasformazione dell’economia verso la sostenibilità.

  • Online Sim offre un portafoglio modello che punta sull’uguaglianza di genere che ha un rendimento annualizzato del 14,50% (dati aggiornati a maggio 2021). Costruito in collaborazione con Main Street Partners, boutique finanziaria inglese specializzata in ESG, il portafoglio investe in fondi tematici con un preciso obiettivo di investire nella parità di genere. Oppure su fondi generalisti che puntano su aziende ben posizionate su alcune metriche legate al tema (per esempio, percentuale di donne in CdA, percentuale di donne nel top management, la soddisfazione degli impiegati). Queste metriche vengono ricalcolate periodicamente e comunicate all’investitore in modo da dargli il senso di un investimento tangibile con degli obiettivi chiari e trasparenti.
  • Per inserire in portafoglio un singolo fondo che guarda alla parità di genere, ci sono fondi tematici specializzati sulla gender diversity Nordea 1 – Global Gender Diversity Fund, un azionario internazionale partito nel 2019 che rende a un anno il 25,73% (+12,12% de gennaio 2021 secondo dati Morningstar aggiornati a maggio 2021); RobecoSAM Global Gender Equality Impact Equities D EURpartito a ottobre 2020 in Italia, con una storia di gestione più lunga perché ha subito un cambio di denominazione e rende a un anno il 20,40% (+9,58% de gennaio 2021 secondo dati Morningstar aggiornati a maggio 2021); e un fondo tematico che punta sull’inclusione a tutto tondo BNP Paribas Inclusive Growth Classe Classic Eur Accche nasce dalla ridenominazione del fondo BNP Paribas Human Development e rende a un anno il 19,35% (+7,43% de gennaio 2021 secondo dati Morningstar aggiornati a maggio 2021) . Il fondo introduce una nuova strategia di investimento orientata alla crescita inclusiva. Punta a generare rendimento investendo in aziende che dimostrano un approccio proattivo verso la riduzione delle disuguaglianze legate al reddito, all’istruzione, al genere, all’origine etnica, geografica, all’età o alla disabilità.

Scopri anche i fondi ESG disponibili sulla nostra piattaforma per investire sui trend di lungo termine della sostenibilità ambientale.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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